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Kuwait. Una situazione opulenta, fuori controllo e senza prospettive di non-peggioramento
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Articolo di Vincenzo Donvito
11 agosto 2002 18:22
 
"Prima dell'invasione dell'Iraq" -dice il generale Abdel Hamid al-Awadi, direttore generale del Dipartimento per le Indagini criminali del ministero degli Interni- "arrestavamo ogni tanto qualche trafficante con al massimo 100 o 200 Kg di hashish. Ma oggi questo e' niente." Nel 2000, per esempio, grazie ai nuovi controlli sulle droghe che includono i pattugliamenti delle coste, abbiamo sequestrato circa 3.500 Kg di hashish, mentre l'ultimo anno i Kg sono stati 4.700. Ma abbiamo sequestrato anche eroina, cocaina, marijuana, oppio e pillole varie.
Recenti statistiche, rese note durante un seminario all'Amiri Hospital, fanno sapere che i tossicodipendenti in Kuwait sono 20 mila, l'1% della popolazione.
I motivi per spiegare questo cambiamento, secondo opinioni ufficiali, sono che dopo l'invasione dell'Iraq, molti sono rimasti traumatizzati ed hanno trovato conforto nell'uso delle droghe. I giovani sono due milioni, e molti di loro, a cui il denaro non manca e non hanno bisogno di niente, annoiati, consumano droghe per passare il tempo.
Gli spacciatori trovano facilmente i loro corrieri tra le migliaia di lavoratori che entrano in Kuwait. La pena prevista per questo reato e' la morte, ma nelle migliaia di casi degli ultimi anni, i giudici hanno condannato solo cinque persone a questa pena.
La cura piu' utilizzata dal Governo e' inviare i tossicodipendenti all'Ospedale Psichiatrico, "ma -dice il dr. Tariq al-Jassar, direttore dell'Amiri Hospital (statale)- qualcuno non crede che sia una buona idea il trattamento in un ospedale del genere, perche' non si tratta di una malattia mentale: il problema e' solo la dipendenza."
Comunque i 130 letti a disposizione in questo ospedale sono pieni oltre misura, e diversi tribunali continuano a mandarvi i pazienti. Che dicono di trovarvisi meglio che in galera, anche perche' non vi circolano droghe come in prigione. Ahmed al-Muzayan, un ex-militare della Guardia Civile, fa sapere che, quando era in servizio, tutti intorno a lui, compresi gli altri militari, facevano uso di droghe.
Il Parlamento ha approvato di recente lo stanziamento di fondi per un nuovo centro di trattamento, con 200 posti, ma chi e' nel settore rileva che ci vorrebbero impegni molto maggiori. "Non ci sono cliniche per la riabilitazione" -fa sapere il portavoce dell'Anonima Narcotici del Kuwait, Muhammad Adula al-Shehab- e nel Governo continuano a credere di avere a che fare con dei criminali che possono essere fermati con la forza".
 
 
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