Mentre il senatore Gustavo Selva ipotizza, in un'intervista al quotidiano "Libero" di oggi, una sorta di partito Ruggiero/Arlacchi, tra il ministro degli Affati Esteri e il direttore dell'Undcp, che farebbe interessi contrari a quelli del Governo italiano, e' lo stesso Pino Arlacchi che, accuratamente senza entrare nel merito delle polemiche politiche e piu' o meno complottistiche che gli sono cadute addosso, interviene precisando: "Il mio mandato e' scaduto a settembre. Il segretario generale dell'Onu Kofi Annan mi aveva chiesto di rimanere altri quattro anni, ma io ho preferito declinare l'invito e ci siamo accordati perche' io rimanga fino a luglio 2002. Cerco altre sfide, in questo posto ritengo di aver portato a termine i mei compiti in tempi piu' brevi del previsto". Il direttore dell'Agenzia anti-droga dell'Onu non si sbilancia sui suoi impegni, e ricorda quelli che lui chiama successi, in particolare rispetto alle coltivazioni di papavero da oppio in Afghanistan (su cui, nei link, c'e' ampia documentazione).
Sembra quindi che la questione vada ad esaurirsi, riconfermando tutto cio' che gia si sapeva e che, invece, era stato smentito dalla Farnesina con la sua nota dell'altro giorno. Resta il mistero di perche' sono fioccate alcune prese di posizione in contrasto con altre. Tutto sommato, ci interessa poco, mentre ci interessa che i soldi dell'Onu per la lotta alla droga, almeno fino a luglio 2002, continueranno ad essere gestiti come quelli dati, per l'appunto, all'Afghanistan, al Laos, alla Birmania, e chi piu' ne ha piu' ne metta ... cioe' soldi che, finanziando le dittature piu' terribili che il nostro tempo continua ad offrirci, hanno spostato, quando e' andata bene, le coltivazioni da una parte all'altra degli stessi Paesi beneficiari dei contributi, in modo che le indagini e i rilievi dei "benefattori" non potessero individuarli. E per continuare a fare danni, da qui al luglio 2002, c'e' ancora molto tempo a disposizione.