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Italia. Una nuova politica che non servira' a nulla
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Articolo di Vincenzo Donvito
15 febbraio 2002 14:33
 
Detto e fatto. Almeno in questo gli si puo' riconoscere determinazione e capacita'. Il Governo italiano lo aveva preannunciato lo scorso ottobre nell'incontro annuale di San Patrignano, e dopo pochi mesi e' riuscito a concretizzare le sue parole.
Inoltre, se lo guardiamo dal punto di vista di chi crede che la droga sia sempre e comunque un male, i passi avanti ci sono: un abisso rispetto al temporeggiare e all'attendismo di tutti i governi che accusavano la droga come dissipatrice delle italiche giovani virtu', e poi non facevano nulla, aspettando le ultime tendenze del momento: probabilmente parlavano contro la droga senza crederci piu' di tanto, e per dovere elettorale e vatican-monastico.
Questi, invece, sembra che facciano sul serio, anche se la compagnia e' decisamente variegata e piena di ombre, in primis il ministro del Welfare, Roberto Maroni, che a suo tempo si era distinto per la presentazione di un progetto di legge per la liberalizzazione delle droghe leggere. Sara' che la responsabilita' di ministro fa diventare piu' posati i ragionamenti: avevamo visto altrettanto in Valdo Spini che, quando era giovane socialista rampante aveva anch'egli presentato un progetto di legge per la legalizzazione, ma quando il suo segretario Bettino Craxi impose al partito la svolta "amerikana", subito si adeguo', dimenticando il passato, cosi' come il suo compagno di partito Claudio Martelli (nelle pause delle spinellate kenyote).
Del resto, da un ministro della LegaNord, questo e' il comportamento che ci si poteva aspettare: la coerenza e la chiarezza sembra che non appartengano a quel modo di fare e di essere in politica. Per il resto, la compagnia della "nuova politica di prevenzione e recupero" ha una storia impeccabile, dove un plauso particolare merita il ministro Carlo Giovanardi, tenace nei secoli. Mentre per Gianfranco Fini abbiamo dei dubbi: chissa' che, opportunamente, non si ravveda davanti ai microfoni delle "iene" di "Italia 1", come ha gia' fatto per un suo saldo principio politico e storico della prima meta' del secolo scorso.
Sia chiaro che questa canzonatura con cui stiamo procedendo, non e' per prendere in giro questo o quell'altro, ma solo un metodo di lettura direttamente ispiratoci dalla consultazione dei proponimenti, cosi' come sono stati illustrati ieri nella riunione del Consiglio dei Ministri: e' una cosa determinata e voluta, ma non portera' a niente.
Assolutamente a niente: per esempio, quando stai per diventare cadavere, poco ti importa se vai in un ospedale pubblico o privato, perche' il tuo obiettivo e' quello di non diventare cadavere. Altrettanto se stai per diventare detenuto: che il carcere sia pubblico o privato, rimane un carcere. Sicuramente ci sono delle differenze per chi deve gestire l'ospedale o il carcere, e presumibilmente, gestiranno meglio in un modo o nell'altro (o in entrambi, come in cio' che prevede il Governo), ma non ci sono differenze per il tossicodipendente, perche' nella sua intrinseca condizione e' considerato un delinquente; bisognoso di cure, ma pur sempre un delinquente. Lasciarlo in questa condizione, certamente non lo aiuta, anche se, pentito dopo il test finale, potra' riabilitarsi. E se non vuole pentirsi? Delinquente!
Il niente del nostro Governo si affianca al poco che c'era prima, e poco + niente = poco (sempre poco). O forse qualcuno crede che le "campagne informative piu' incisive" evitando "messaggi approssimativi e contraddittori" che -dice sempre l'impegno del Governo- hanno in passato minimizzato i danni delle droghe leggere, potranno dare il risultato sperato? Noi non ci crediamo, cosi' come non credevamo alle campagne della Livia Turco: entrambi soldi buttati via, perche' i soggetti della prevenzione (presupponiamo essenzialmente i giovani) ne sanno una piu' di chi vorrebbe loro insegnare cosa e' buono e cosa e' cattivo; non solo ma piu' gli dicono che qualcosa e' cattivo, e piu' sono attratti e ne gustano meglio il consumo. E se accanto a queste "campagne piu' incisive" ci sara' anche un "patto di intenti tra famiglia e scuola" che dovrebbe comunicare ai ragazzi la liberta' da qualunque sostanza, ci si consenta di credere che sono altrettanti soldi buttati via: la famiglia a cui stanno pensando i nostri governanti, non esiste piu', cosi' come la scuola: entrambe sono fatte da chi ci sta dentro, e se pensavano di mettere un recinto per impedirne la fuga . troppo tardi, il reticolato e' gia' stato disvelto.
Una fiera dell'inutilita' che speriamo non metta i bastoni fra le ruote a chi, mosso dagli stessi intenti, lotta contro le dipendenze -nel rispetto della pur dannosa legge- ma con l'approccio solo sanitario e non anche educazionale. Sulla carta sembra che questo sara' possibile.
 
 
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