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Italia. Il Governo e la cannabis terapeutica
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Articolo di a cura di Donatella Poretti
28 maggio 2003 15:02
 
Martedi' 27 maggio il sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi, e' intervenuto alla Camera dei Deputati per rispondere a due interrogazioni in merito agli effetti terapeutici della cannabis. La prima risalente al novembre 2001 era sottoscritta da tre deputati di Alleanza Nazionale: Andrea Ronchi, Carmelo Briguglio e Gennaro Malgeri; la seconda di quest'anno (depositata il 29 gennaio, e poi rivista il 26 maggio) era del deputato verde Mauro Bulgarelli sul caso Lino Vici, malato di sclerosi multipla che chiede la possibilita' di utilizzare il Marinol, un farmaco a base di cannabis. Vici era stato protagonista con la presidente di Radicali Italiani, Rita Bernardini, di una disobbedienza civile a Rimini lo scorso 13 dicembre.
Il Sottosegretario ha sostenuto che "la normativa vigente non contempla la possibilita' di un uso terapeutico dei derivati della cannabis nella terapia del dolore". "Attualmente -ha proseguito Cursi- l'impiego a scopo analgesico dei derivati della cannabis non e' comprovato in Italia da sperimentazioni cliniche, ne' risultano pervenute domande da parte di sponsor per la valutazione sperimentale della cannabis o di suoi derivati".

Riportiamo il resoconto della seduta della Camera dei Deputati del 27 maggio, e di seguito le interrogazioni integrali su cui il sottosegretario era stato chiamato a rispondere.


PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Ronchi n. 3-00487 e Bulgarelli n. 3-02308, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
Il sottosegretario di Stato per la salute, senatore Cursi, ha facolta' di rispondere.

CESARE CURSI, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, la normativa vigente (testo unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309) non contempla la possibilita' di un uso terapeutico dei derivati della cannabis nella terapia del dolore.
Precisamente, il comma 4 dell'articolo 43 del testo unico, inserito dall'articolo 1 della legge n. 12 del 2001, prevede soltanto che l'elenco dei farmaci analgesici oppiacei che usufruiscono delle modalita' prescrittive semplificate di cui all'allegato III-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, possa essere modificato con decreto del ministro della salute, nel senso di inserire nuovi farmaci contenenti, in particolare, i tetraidrocannabinoli e i loro analoghi (principi attivi della cannabis) di cui alle tabelle I e II previste dall'articolo 14, aventi una comprovata azione narcotico-analgesica.
Attualmente, l'impiego a scopo analgesico dei derivati della cannabis non e' comprovato in Italia da sperimentazioni cliniche, ne' risultano pervenute domande da parte di sponsor per la valutazione sperimentale della cannabis o di suoi derivati.
In Italia, in base alla legislazione vigente in materia di sostanze stupefacenti, nulla osta che una sostanza inserita nell'elenco delle tabelle di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 possa avere un uso terapeutico qualora venga fatta una richiesta di autorizzazione all'immissione in commercio alla commissione unica del farmaco del Ministero della salute.

PRESIDENTE. L'onorevole Ronchi ha facolta' di replicare per la sua interrogazione n. 3-00487.

ANDREA RONCHI. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto per le parole del sottosegretario Cursi. La nostra interrogazione trae origine da alcune notizie di stampa che hanno destato una certa attenzione ed allarme nella pubblica opinione, dopo che erano state fermate dalle forze dell'ordine persone con migliaia di dosi di hashish ed era stato dichiarato che le stesse erano destinate ad uso terapeutico.
Pertanto, ci sembrava ovvio e d'uopo tentare di avere da parte del Governo una parola chiara e ferma soprattutto rispetto alla pubblica opinione e tentare di sapere quali fossero, in realta', i veri limiti e la vera geografia entro cui si puo' parlare di uso terapeutico.
Cio' e' molto importante soprattutto rispetto alle nuove linee programmatiche del Governo che si stanno portando avanti rispetto alla droga, per combattere questo dramma, questo fenomeno che deve essere affrontato in maniera complessiva, a 360 gradi. Non e' soltanto un fatto di repressione ma anche di cultura, di educazione, di messaggi della pubblica opinione.
Per tale motivo, abbiamo interrogato il Governo (e ci dichiariamo soddisfatti), ossia per conoscere i programmi in merito al concetto di uso terapeutico, anche guardando a cio' che sta accadendo a livello europeo. E' lì che dobbiamo guardare e svolgere anche quell'opera di stimolo programmatico e culturale, per fare in modo che vi sia una grande lotta, che non vorrei definire battaglia (infatti, quando si tratta di drammi così importanti certi termini, a mio avviso, sono impropri).
Si tratta di condurre una grande battaglia per la vita e, soprattutto, una grande battaglia culturale per far capire che l'uso terapeutico e' un conto e non puo' essere l'alibi o la maschera per coprire loschi traffici, soprattutto ai danni di persone fragili che possono essere, in un momento particolare della loro vita, prese da un certo tipo di ragionamenti e di drammi.
Per questo motivo, rispetto a cio' che il Governo ha affermato, mi dichiaro soddisfatto. Tuttavia, richiamo altresì il sottosegretario Cursi, il ministro della salute Sirchia, tutto il Parlamento ed il Governo ad essere vigili, ad alzare l'attenzione, a far sentire il loro monito, affinche' non vi siano mai parole dubbie su un problema così importante come la droga.

PRESIDENTE. L'onorevole Bulgarelli ha facolta' di replicare per la sua interrogazione n. 3-02308.

MAURO BULGARELLI. Signor Presidente, in realta', credo che il sottosegretario (che, naturalmente, ringrazio per la sua risposta) non abbia fatto altro che disegnare lo statu quo della situazione rispetto ai farmaci contenenti cannabis in relazione a tutta una serie di malattie. E' una battaglia per la vita - anzi, per vivere meglio - e su cio' sono d'accordo. Allora, bisogna tenere presenti le persone ed il caso che abbiamo presentato, quello del signor Vici Lino, nato a Rimini il 12 aprile 1938. Non stiamo, quindi, parlando di un ragazzino eventualmente etichettabile come "drogato".
Si tratta di un ex assessore, ex presidente di quartiere ed ex presidente di aziende municipalizzate, dunque una persona conosciuta ed apprezzata anche per la sua attivita' politica nella nostra citta'. Tale persona, purtroppo, dal 1989 soffre di sclerosi multipla secondariamente progressiva, una malattia degenerativa estremamente dolorosa. La cannabis gli permette di recuperare una mobilita' articolare quasi normale, perche', come dice lo stesso Vici in un'intervista, "mi scioglie i muscoli, diminuiscono i dolori e riesco a camminare".
Esiste sul mercato internazionale un farmaco appositamente studiato, il Marinol, un medicinale a base di cannabis, che serve a rilassare la muscolatura e lenire così gli atroci dolori provocati dagli spasmi della sclerosi. Il Marinol e' venduto regolarmente, quindi rintracciabile nelle farmacie, negli Stati Uniti d'America ed in alcuni paesi europei, non in Italia.
Un articolo pubblicato il 14 dicembre 2002 su La Voce di Rimini riporta un episodio di disobbedienza civile che condivido. Infatti, si e' trattato di un episodio che pone di fronte alla societa' un problema riguardante qualche migliaio di persone nel nostro paese che molto spesso sono costrette a delinquere per potersi curare. Di tale episodio sono protagonisti Vici ed altri: un medico prescrisse a Lino Vici una dose di 5 milligrammi di Marinol. Davanti a fotografi e giornalisti Lino Vici e' stato accompagnato nella farmacia di piazza Cavour, una piazza centrale della citta' di Rimini, da Rita Bernardini e Werther Casali, due rappresentanti del Partito radicale conosciuti per la loro lotta per il diritto alla salute dei cittadini. I tre hanno chiesto il medicinale alla farmacista, ma quest'ultima ha risposto loro che non lo aveva e, comunque, non avrebbe potuto venderlo. A questo punto, davanti ad una folla che si era concentrata in quell'area sapendo dell'azione di disobbedienza civile in atto, a Lino Vici sono state consegnate due bustine di marijuana con la dose esatta prescritta dal medico al paziente.
Sono intervenuti alcuni poliziotti che assistevano all'iniziativa in borghese. Gli "spacciatori", ossia il Casali e la Bernardini, sono stati accompagnati in questura e le bustine sono state sequestrate. Dopo le analisi di laboratorio, che hanno confermato che la sostanza nelle bustine era cannabis, Lino Vici e' stato segnalato alla prefettura e registrato come assuntore di droga. Naturalmente, la Bernardini e il Casali sono indagati tutt'oggi come spacciatori.
E' su questo che volevo attirare l'attenzione. E' vero che nel nostro paese non sono state fatte ricerche importanti da questo punto di vista, ma e' anche vero che vi sono ricerche e sperimentazioni in atto in altri paesi europei. In particolare, l'ultima ricerca che riguarda il rapporto tra cannabis e sclerosi multipla ci viene dalla Gran Bretagna dove oltre 200 pazienti hanno accettato di partecipare al primo studio clinico di larga scala sugli effetti della cannabis sulla sclerosi multipla. L'effetto e' stato piu' che soddisfacente da questo punto di vista, tant'e' che in quel paese non vi e' solo una sperimentazione, ma si e' andati oltre rispetto alla rintracciabilita' di farmaci che possano andare in tale direzione.
E' vero quanto ha detto il sottosegretario: e' possibile avviare pratiche per ottenere questo tipo di medicinale, ma vi e', purtroppo, un problema. Nel caso di questa interrogazione sono passati cinque mesi dalla presentazione alla risposta: e' piu' o meno lo stesso tempo che occorre per ottenere i suddetti medicinali. Stiamo parlando di malattie estremamente dolorose sul piano fisico: e' difficile aspettare cinque mesi quando si ha la possibilita' di rintracciare la cannabis, ahime', al mercato nero nel nostro paese. Credo che chiunque di noi sia disponibile, di fatto, a delinquere per la propria salute.

PRESIDENTE. Onorevole Bulgarelli...

MAURO BULGARELLI. Concludo, signor Presidente.
Non vi e' solo il discorso della farmacologia, ma anche la possibilita', come sperimentato negli Stati Uniti con effetti piu' che positivi, dell'assunzione diretta della cannabis per lenire i dolori.


Le due interrogazioni

RONCHI, BRIGUGLIO e MALGIERI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
dopo l'assoluzione nel 2000 di un imputato al quale era stato riconosciuto il possesso per uso terapeutico di 8230 dosi di cannabis, un'altra persona, trovata con oltre 3400 dosi di hashish, e' stata assolta dal tribunale di Roma con la stessa motivazione, ovvero perche' il fatto non costituisce reato, essendo le dosi in possesso dell'imputato destinate ad uso terapeutico;
la cannabis contiene un centinaio di principi attivi che si sono rivelati efficaci nella cura di numerose patologie, il cui elenco e' in continua espansione: si va dal comune mal di testa ad affezioni particolarmente gravi, come l'asma, il glaucoma, i disturbi neurovegetativi, l'epilessia;
in Italia la coltivazione e la trasformazione della cannabis e' ammessa solo per uso tessile, cioe' per produrre fibre e tessuti: e', pertanto, precluso l'impiego di tale pianta nel campo terapeutico;
all'estero, ed esattamente negli Usa, in Israele, in Germania, in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi, sono in commercio, dietro prescrizione medica, due cannabinoidi impiegati per la cura degli effetti collaterali della chemioterapia e per stimolare l'appetito nei malati di Aids; per il 2002, inoltre, sara' possibile utilizzarli anche per combattere gli spasmi della sclerosi multipla -:
se sia in atto o in programma una sperimentazione sugli effetti terapeutici della cannabis, che consenta una volta per tutte di fare chiarezza su tale materia e, quindi, evitare il rischio attuale di incorrere, da un lato all'uso spontaneo ed improprio dei cannabinoidi e dall'altro all'instaurazione di situazioni speculative da parte o a danno di soggetti non incriminabili.(3-00487)
(28 novembre 2001)

BULGARELLI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
i derivati della pianta cannabis indica hanno comprovate proprieta' farmacologiche (antiemetiche, analgesiche e anticonvulsivanti), conosciute fin dall'antichita'. Tra gli impieghi moderni spicca il trattamento contro l'intensa nausea conseguente alla chemioterapia antitumorale: numerosi studi climici controllati hanno documentato la maggiore efficacia del Thc rispetto alle alternative disponibili per il trattamento del glaucoma, dell'anoressia e di altre patologie. Ma e' soprattutto con la sclerosi multipla che la cannabis ha dato risultati insperati, riuscendo a dominare gli spasmi muscolari e non solo. Gli endocannabinoidi, di cui il piu' noto e' probabilmente l'anandamide, offrono un'interessante prospettiva per le malattie del sistema nervoso. Oltre agli effetti gia' noti sul sistema nervoso centrale, possono anche esercitare attivita' cardiovascolari diverse: riducono la pressione arteriosa e rallentano il battito cardiaco. Gli endocannabinoidi attivano particolari recettori, chiamati Cb, presenti nel cuore, nei vasi sanguigni, nel cervello e in molte altre sedi. Secondo il professor Vincenzo Di Marzo, docente napoletano attualmente impegnato all'Universita' di Richmond nei piu' avanzati studi sugli endocannabinoidi, i recettori Cb 1 sembrano anche regolare la tipica proliferazione delle cellule che si verifica nell'arteriosclerosi e nei tumori, aprendo così interessanti possibilita' per la sintesi di nuovi farmaci;
il signor Vici Lino, nato a Rimini il 12 aprile 1938, ex assessore, ex presidente di quartiere ed ex presidente di aziende municipalizzate, soffre dal 1989 di sclerosi multipla secondariamente progressiva:
la cannabis gli permette di recuperare una mobilita' articolare quasi normale, perche', dice, "mi scioglie i muscoli, diminuiscono i dolori e riesco a camminare";
esiste sul mercato internazionale un farmaco appositamente studiato, il Marinol, un medicinale a base di cannabis, che serve a rilassare la muscolatura e lenire così gli atroci dolori provocati dagli spasmi della sclerosi;
un articolo pubblicato il 14 dicembre 2002 su La Voce di Rimini riporta un episodio di disobbedienza, di cui Vici e altri sono stati protagonisti a Rimini. Un medico prescrisse a Lino Vici una dose di 5 milligrammi di Marinol. Davanti a fotografi e giornalisti, Lino Vici e' stato accompagnato nella farmacia di piazza Cavour da Rita Bernardini e Werther Casali: i tre hanno chiesto alla farmacista il medicinale, ma quest'ultima gli ha risposto che non lo aveva e, comunque, non avrebbe potuto venderlo. A questo punto in piena folla, a Lino Vici sono state consegnate due bustine di marijuana con la dose esatta prescritta dal medico al paziente. Sono intervenuti alcuni poliziotti che assistevano all'iniziativa in borghese. "Gli spacciatori" sono stati accompagnati in questura e le bustine sono state sequestrate. Dopo le analisi di laboratorio, che hanno confermato che la sostanza nelle bustine era cannabis, Lino Vici e' stato segnalato alla prefettura come assuntore di droghe;
questo e' uno dei tanti casi in cui, a causa dell'arretratezza della legislazione nazionale, lo Stato nega l'unica possibilita' di veder alleviati i dolori causati da un male terribile come la sclerosi multipla;
in questa legislatura, da diverse parti politiche della minoranza e della maggioranza, sono state presentate diverse proposte di legge per l'adozione della cannabis a fine terapeutico;
la cannabis e' una sostanza facilmente reperibile in tutt'Italia ricorrendo al mercato nero -:
quali siano le intenzioni e le valutazioni del Ministro interrogato circa l'uso terapeutico della cannabis, quali eventuali ragioni esistano per procrastinare l'impiego di questa sostanza scarsamente tossica in ambito farmacologico e, in particolare, se non sia opportuno permettere in via "sperimentale" l'assunzione di farmaci a base di cannabis in casi estremamente gravi, come quello del Vici di cui si e' fatta menzione in premessa.(3-02308)
(26 maggio 2003)
(ex 4-05236 del 29 gennaio 2003)
 
 
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