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Italia. I divieti delle beffe
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Articolo di Vincenzo Donvito
11 ottobre 2002 17:01
 
All'aeroporto di Fiumicino e' stato fermato con un grammo di cocaina il responsabile di "Azione Giovani" della Sicilia, nonche' collaboratore del ministro delle Politiche Agricole. Il giovane 26enne ha stamane rimesso il suo mandato di collaborazione con il ministro Gianni Alemanno che, ovviamente, si e' mostrato molto indignato dell'accaduto, ed ha colto l'occasione per ribadire la sua posizione punizionista ad ogni livello in materia di droghe.
Sara' bene ricordare che "Azione Giovani", vicina ad Alleanza Nazionale, e' un'organizzazione politica con posizioni molto nette in materia di droghe: non ammette alcuna flessibilita', e i suoi aderenti sono sempre in prima fila contro ogni ipotesi legalizzatrice e per indurire ancora di piu' l'attuale legislazione italiana.
Cosi' come e' bene ricordare che questo episodio avviene proprio nei giorni in cui, a San Patrignano, tutti gli esponenti di Governo, con in testa il presidente Silvio Berlusconi, in occasione del convegno "Rainbown" stanno rimarcando la loro posizione e le loro politiche contro ogni ipotesi che non sia quella di punire ad ogni livello consumo e possesso di droghe.
Ed e' significativo che avvenga proprio in questi giorni e che sia accaduto proprio al giovane politico siciliano, per l'incarico che gli era stato affidato nel Governo e per l'organizzazione di cui e' responsabile nella sua regione. Il fenomeno droga e' qualcosa di molto piu' grosso anche di quanto non ci si voglia far credere dalle tribune di San Patrignano in questi giorni, perche' e' un fenomeno che va ben oltre la politica e la liberta', ma e' proprio connaturato all'essere umano. E in quanto tale, se non gestito con la logica, il buon senso, la razionalita', il pragmatismo, per chi lo intende solo come il male dei mali, il diavolo da ricacciare agli inferi, finisce per trasformarsi in un boomerang. Fino alla beffa, come nel caso che stiamo considerando.
Un approccio che e' stato compreso da diversi Governi che, come l'Olanda, la Svizzera, la Gran Bretagna, il Canada, hanno deciso di abbandonare il metodo punizionista, cominciando a sperimentare forme di legalizzazione.
Ma che in Italia e' decisamente ignorato, nascondendo l'evidenza e trasformando i malcapitati (oggi il giovane siciliano, e poi "avanti il prossimo") in macchiette di se stessi. Discreditando magari chi, nello stesso raggruppamento e schieramento politico, crede veramente di poter avere qualche risultato riempiendo le galere di consumatori di droghe.
Ma il mondo va in un'altra direzione, che e' quella, appunto, degli esseri umani: sempre a contatto con qualcosa che potrebbe far loro male, a meno che non sia governata da loro stessi. Una misura e un equilibrio che vale per svariate situazioni, ma a cui si puo' arrivare solo con la consapevolezza di quello con cui si a che fare. Una situazione che si puo' verificare solo in un ambito di legalita', dove l'informazione circoli e siano le autorita' a disciplinare il tutto. A questo si e' preferito e si continua a proporre, con risultati disastrosi sia sulla societa' che sugli individui, la clandestinità, delegando la delinquenza a gestirla.
Continuando a perorare la causa della legalizzazione, aspettiamo solo il prossimo Nicola Calderone, come si chiama il giovane ex-collaboratore del ministro Alemanno.
 
 
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