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Italia. Convivere con l'alcool e le droghe illegali. L'esempio della Germania
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Articolo di Vincenzo Donvito
3 ottobre 2002 14:01
 
Prima o poi gli adolescenti vengono a contatto con l'alcool, a 13/14 anni abitualmente avviene l'"iniziazione". Per molti comincia un rapporto che per alcuni si trasformera' anche in una dipendenza, con le conseguenze e i numeri che ogni giorno, dai ministeri della Salute a quello dei Trasporti, ci sommergono.
Ma, invece di lasciare il fenomeno a se stesso, con famiglie che sovente se ne occupano in modo distratto e un contesto che, grazie ai modelli pubblicitari di riferimento, invita a diventare bevitori per essere questo o quell'altro, conviene intervenire presto, in modo che, se proprio gli adolescenti sono portati al gusto di bere, lo facciano con moderazione e consapevolezza. E' quanto fa il centro di prevenzione delle tossicodipendenze (Koss) del land tedesco Schleswig-Holstein, che ha istituito nelle scuole medie dei workshop che affrontano il problema da molti punti di vista: il piacere, le conseguenze sanitarie dell'abuso, le alternative possibili.
Un approccio che nella sua realta', non e' ideologico, e' lungimirante e sicuramente formativo. Perche' non e' demonizzando cio' che e' impossibile demonizzare che si riesce a creare consapevolezza dei pericoli, ma informando, facendo conoscere e facendo decidere di conseguenza ai singoli. A maggior ragione quando questi singoli sono adolescenti curiosi e disposti a tutto per capire come e perche'. Qualcuno potra' obiettare che per queste cose ci sono le famiglie. Sicuramente. Ma che siano strumenti insufficienti di comunicazione e informazione, oltre che, per alcuni, con effetti contrari, non c'e' bisogno dell'Aduc per ricordarlo. Anche gli adolescenti sono consumatori a tutti gli effetti, e piu' consapevolezza hanno meglio e', per tutti.
Un discorso che si puo' estendere anche alle droghe oggi illegali (ed e' cio' che, malamente, cercano anche di fare le campagne nazionali e locali di prevenzione), e che e' quanto auspichiamo prendano in considerazione i ministeri a cui inviamo questa missiva. Certamente l'argomento e' piu' delicato e difficile, perche' si ha a che fare con dei prodotti che, rispetto all'alcool, sono presenti illegalmente sul mercato. Ma visti gli effetti simili, e visto che comunque la presenza sul mercato clandestino delle droghe non e' frutto di una invenzione, prendere atto di questa realta' e affrontarla con strumenti di responsabilizzazione e consapevolezza degli individui, non ci sembra secondario.
Si tratta di passare da informazioni urlate del tipo "l'alcool fa male" (mentre la bionda scosciata della pubblicita' ti fa l'occhiolino), o "tutte le droghe (tranne l'alcool ndr) sono uguali e fanno male" (mentre ad ogni angolo di strada il disgraziato extracomunitario ti offre la sua merce afgana o colombiana), al ragionamento, alla pacatezza delle informazioni che presuppongono comprensione e non accettazione per shock da terrore e promesse di galera.
E' quanto ci peritiamo di segnalare al ministero della Pubblica Istruzione, a quello della Salute e a quello del Lavoro e Politiche Sociali, perche' quantomeno si informino sull'esperienza del land Schleswig-Holstein e, nel caso, ne traggano le dovute conseguenze e iniziative.
 
 
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