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Italia. Ben vengano le strumentalizzazioni elettorali
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Articolo di Vincenzo Donvito
25 maggio 2002 11:51
 
Sinceramente, non me ne frega niente. Se il Governo di centro-destra o quello di centro-sinistra abbia (o avrebbe, nel secondo ipotetico caso) scatenato un'offensiva contro gli spacciatori di droghe illegali in un periodo -quello antecedente domenica 26 e lunedi' 27 maggio- che puzza di manovra elettorale lontano un miglio.
Questo per lanciare un altro messaggio rispetto a quello di un articolo pubblicato ieri proprio su questo Notiziario.
A me risulta che le leggi dello Stato italiano siano queste, e che in questi giorni sono state applicate. Sicuramente senza spostare di una virgola il flusso dei traffici, perche', anche se il numero degli arrestati e coinvolti fa scalpore, le autorita' preposte all'ordine pubblico hanno colpito li' dove non si fa neanche un graffio ai grandi traffici e all'ordine pubblico. Nel momento in cui la domanda continua ad essere alta, la delinquenza organizzata trovera' velocissimamente altri sistemi per ritornare in piazza e rispondere alla richiesta del mercato. Questo succede perche' stiamo parlando di un fenomeno non marginale, che riguarda prodotti di nicchia, ma di una follia che vede oggi nelle carceri italiane (e non solo) piu' della meta' dei suoi ospiti di provenienza da illeciti legati alle droghe illegali. Del resto, in Sicilia, dove manca l'acqua (e anche li' si tira in ballo la questione legandola piu' o meno a questo o quel momento di richiesta di consensi elettorali), bene primario al pari delle droghe (con le dovute differenze quantitative, comunque primario perche' non se ne puo' fare a meno), non e' la delinquenza/mafia che la vende al mercato nero, o che fa ricatti a questo o a quell'altro per erogazioni non ufficiali?
Il problema elettorale lasciamolo a chi si illude di avere a che fare con elettori incapaci di giudicare con la propria testa e presumibilmente condizionabili dalla altrettanto presunta forza dello Stato nella fattispecie.
Ben vengano, invece, questi guizzi di applicazione e rispetto delle leggi. Perche' ognuno sa - a partire da chi le applica- che sono leggi assurde che, se dovessero quotidianamente trovare piena applicazione (come sarebbe logico per una legge) non vivremmo piu'. Altro che impronte digitali e controlli delle borse all'ingresso dei supermercati: senza esagerare dovremmo vivere in una situazione tipo il "Grande fratello" . quello di Orwell non l'altro oggi piu' noto. Dove per garantire il rispetto della legge, l'autorita' non avrebbe alternativa al controllo continuo e costante di tutti i movimenti e pensieri dei suoi amministrati/sudditi.
Provate a parlare con un poliziotto o con un dirigente di polizia o guardia di finanza o carabinieri (cioe' quelli che in genere vivono ogni giorno a contatto con il mondo della droga, il suo indotto e le sue conseguenze): difficilmente ne troverete qualcuno che non sia per un cambiamento delle leggi in senso legalizzatore. Come in Gran Bretagna: solo che li' lo dicono apertamente visto il modus vivendi e le leggi di liberta' d'informazione e d'opinione che hanno; qui, invece, si guardano bene dal farlo; non tanto perche' il dirigente gli farebbe una tirata d'orecchie, ma perche' altrettanta tirata verrebbe fatta al dirigente da parte degli ipocriti di governo e di opposizione, tutti tesi a sfilare a San Patrignano e a genuflettersi al "don" di turno solo perche' porta la toga e, in qualche modo, ha piu' a che fare con il Vaticano, i cui strali e umori e' sempre meglio evitare.
Di fronte a questa frenesia di applicazione della legge, non possiamo che esserne contenti, perche' e' una conferma di cio' che andiamo perorando. Le alchimie elettorali lasciamole a chi -bloccando di fatto l'evoluzione della cultura non-punizionista- ha fatto della battaglia della legalizzazione delle droghe solo un mero strumento di questo o quell'altro momento. Di Massimi D'Alema e Walter Veltroni legalizzatori, con dichiarazioni estemporanee anche nei momenti in cui ricoprivano le massime cariche istituzionali dello Stato, ne siamo pieni, cosi' come sono vuoti i cassetti di Camera e Senato di loro proposte in questo senso. Cosi' come siamo pieni in queste settimane di consiglieri dell'attuale opposizione nazionale che, essenzialmente a livello regionale, ci propongono in tutte le salse l'avvio della sperimentazione della cannabis terapeutica. Consiglieri che fino a ieri erano stati zitti e che, tutte le volte che durante il governo nazionale di centro-sinistra avevano ricevuto un sollecito in questo senso, opponevano il muro della non-risposta. Dovremmo lamentarci che questi signori oggi vogliano strumentalizzare la cannabis terapeutica per far saper al mondo che sono piu' bravi e libertari di chi ci governa a Roma? Anche qui, non me ne frega niente. Ben vengano queste richieste di legalizzazione cosi' come ben vengano i tutori dell'ordine che fanno il loro dovere: i primi mi prospettano le soluzioni, i secondi mi servono a sottolineare l'assurdita' dell'attuale legislazione. E siccome la vittoria non e' dietro l'angolo, mi servono a far crescere la consapevolezza di cio' che diciamo e comunichiamo quotidianamente da queste righe.
 
 
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