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Italia. Arresti di scorta per la campagna elettorale
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Articolo di Alessandro Garzi
24 maggio 2002 20:35
 
Operazione della polizia a Genova. Circa cento cittadini albanesi sono stati arrestati. Per la prima volta, nei confronti di bande albanesi e' stato applicato il famoso articolo 416 bis: l'associazione di stampo mafioso. Queste bande, secondo la polizia, avrebbero gestito l'immigrazione clandestina, il traffico di stupefacenti e la prostituzione. Sempre secondo quanto riferito dalla polizia, l'operazione era iniziata alla fine del 1999, e per la quale, il questore di Genova ha ricevuto i complimenti del ministro degli Interni, Claudio Scajola, e, per "par condicio", anche quelli del responsabile Ds ai problemi dello Stato, Marco Minniti e quelli della responsabile, sempre dei Ds alla sicurezza, Marcella Lucidi.
Anche a Perugia e' stata compiuta un'operazione del genere, ma quello che cambia e' l'etnia: non si parla piu' di albanesi, ma di nigeriani. Le accuse, le stesse: traffico di droga, di esseri umani, e sfruttamento della prostituzione. L'operazione perugina, nella quale e' stata impegnata la polizia, non e' stata comunque estemporanea: durava da "diversi mesi".
Da un anno duravano invece le indagini che hanno portato all'arresto (ma stavolta da parte delle Fiamme Gialle) di 22 persone in provincia di Lucca. Tutte italiane stavolta (non si pensasse che la polizia e' razzista) e facenti parte di un'organizzazione dedita solo allo spaccio, insomma una cosina un po' piu' leggera.
Un'altra operazione simile, con circa trenta arresti e perquisizioni nei confronti di un'organizzazione criminale dedita allo spaccio di stupefacenti, e' stata condotta a Parma.
Non dobbiamo essere maliziosi, e dobbiamo pensare che sia soltanto un frutto del destino il fatto che quattro operazioni iniziate "da diversi mesi" in quattro parti diverse d'Italia, si concludano l'ultimo giorno utile per la campagna elettorale per le elezioni amministrative (tra l'altro a Genova, Parma e Lucca si vota), perche' le notizie fanno in tempo, oggi, venerdi', ad "uscire" e a essere commentate nei TG dai vari esponenti politici di Governo che rivendicheranno nuovi sforzi fatti dall'esecutivo per garantire la sicurezza ai cittadini, mentre gli stessi si stavano chiedendo che fine avevano fatto tutti quelli episodi di violenza urbana che prima del voto di un anno fa riempivano i telegiornali (facendo balzare in avanti nelle graduatorie il tema "sicurezza") e che dopo il voto sparirono.
La sicurezza e' stata indubbiamente il piatto forte dell'ultima campagna elettorale per le politiche, un anno fa. Sui muri delle citta' italiane, oltre che in televisione all'impegno concreto di citta' piu' sicure, ribatteva la promessa di sicurezza come bene di tutti.
Adesso, gli elettori della parte che vinse quella tornata elettorale, vogliono vedere i risultati. E se in economia i risultati si chiamano "aumento del Pil" e "riduzione dell'inflazione", che magicamente sono numeri positivi per la maggioranza o negativi per l'opposizione, sul tema sicurezza, che cosa sono i risultati? Sono gli arresti. L'aumento di arresti, corrisponde a una maggiore "sicurezza", come l'aumento di sequestri corrisponde a un "maggior impegno nella lotta alla droga" (che e' una stupidaggine, piu' sequestri significa piu' droga in circolo, piu' arresti significano piu' criminalita').
Per ottenere questo risultato, ci sono due leggi che sono una manna per qualsiasi maggioranza che sia un minimo supportata dai media (e la nostra, per ovvie ragioni, lo e'). I media sono importanti, devono far "crescere il bisogno di sicurezza". Le due leggi sono: la legge sulla droga (un boss e un disgraziato, una volta arrestati sono sempre "uno" nel conto. Perche' rischiare e arrestare il boss?), e soprattutto quella sull'immigrazione, che, una volta entrata in vigore la Bossi-Fini, sara' una gallina dalle uova d'oro per gli arresti pre-elettorali, visto che ogni straniero non calciatore (o quasi) sara' un criminale. Se poi e' un criminale davvero, meglio.
Sono due leggi che la polizia non puo' far rispettare, in termini quantitativi. Esperimenti fatti mostrano che l'arresto di un piccolo pusher modifica il mercato della zona al massimo per qualche ora: gli arresti dei vari immigrati (non nel caso di Genova e Perugia di cui sopra, dove si tratta di bande criminali, ma a che livello sono gli arrestati?) che vengono riportati a decine ogni giorno colti con pochi grammi di sostanze hanno solo un carattere di "propaganda", servono a far finta che: la legge viene rispettata. Sia chi queste leggi le scrive, sia chi compie gli arresti, sia chi riporta la notizia e spesso anche chi la legge, sanno perfettamente che il tunisino o l'albanese sorpreso con x grammi di eroina, non e' il perno del traffico di stupefacenti della zona.
Se la legge si applica davvero, aumentano gli arresti. E la legge, la si finge di applicarla nei periodi elettorali. Un vero e proprio serbatoio di scorta di "sicurezza" a costo zero da dare in pasto ai media e agli elettori. Probabilmente, non ci si sarebbe aspettato un comportamento diverso neanche da un eventuale Governo Rutelli, visto che questa e' una pratica seguita da anni e in diversi Paesi.
Per fare un esempio: proviamo a pensare alla legge piu' inapplicata che ci sia in Italia: quella sulle cinture di sicurezza in auto. Se i sondaggisti dicessero che la piu' grande preoccupazione dell'opinione pubblica e' la sicurezza stradale, una settimana prima delle elezioni, i TG aprirebbero con "altre 1230 patenti sono state ritirate oggi...". E senza cambiare la legge di una virgola.
 
 
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