testata ADUC
India. I raid del Kashmir: a chi giovano?
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Vincenzo Donvito
25 maggio 2003 17:09
 
Le forze di sicurezza hanno intrapreso un massiccio raid per distruggere le coltivazioni di papavero da oppio in Kashmir. Coltivazioni che sono una fonte non indifferente di guadagno per gli abitanti che, disperati dall'assenza di altre attivita' lavorative, per vivere sono disposti anche a infrangere la legge.
La campagna e' cominciata 10 giorni fa ed e' stata lanciata dalle forze di sicurezza del ministero delle Finanze dell'Unione Indiana.
"Quest'anno abbiamo distrutto coltivazioni di oppio che si estendevano per 224,73 ettari in 27 villaggi dei distretti di Anantnag e Pulwana", dice V Prabhakar, un anziano ufficiale della dogana.
Un raid simile era stato fatto anche l'anno scorso nella stessa zona, ma gli abitanti non avevano smesso di dedicarsi a questa attivita'. "Le distruzioni dell'anno scorso non sono servite come deterrente", dice sempre Prabhakar, che nello stesso tempo accusa l'amministrazione dello Stato di lassismo.
Ma in questi villaggi a 30 Km a sud della capitale Srinagar, le coltivazioni di oppio sono l'unica attivita' che garantisce un minimo di sussistenza agli abitanti. "In tutti questi anni abbiamo sempre coltivato il papavero da oppio, e mai una volta qualcuno ha avuto da ridire", dice Ghulam Ahmed, un coltivatore della zona. Che fa notare come la maggiorparte degli abitanti e' rimasta stupita quando le autorita' di polizia hanno cominciato a distruggere le coltivazioni.
Per molti abitanti dei villaggi, il papavero e' coltivato per i suoi semi, usati per fare un pane conosciuto come "kulcha", di cui c'e' una notevole domanda nella regione dell'Himalaya. I panificatori acquistano questi semi a 100 rupie al Kg (circa 1,80 euro). Comunque la maggiorparte della produzione e' indirizzata verso un uso piu' lucrativo, cioe' per ricavarne dell'oppio.
Qualche ufficiale, pero', sostiene che queste distruzioni sono un errore. "Gli abitanti dei villaggi sono innocenti. Il papavero e' coltivato per i suoi semi, che non e' un tipo di coltivazione contraria alla legge", dice un ufficiale de Kashmir, che continua: "Si tratta di persone che inopportunamente vengono coinvolte nel traffico della droga". Un motivo per cui le forze di sicurezza non hanno arrestato alcun coltivatore.
Secondo Prabhakar, pero', si tratta di coltivazioni che sono marginali, perche' le piu' conosciute sono quelle per ricavarci dell'oppio. "Ci sono anche delle serie conseguenze tra i giovani del Kashmir, che', alcuni diventano dipendenti da 'brown sugar" e da eroina". Le coltivazioni di papavero sono organizzate in gruppi abbastanza grandi, che usano camion per trasportare le droghe per poi venderle in altre zone dell'India.
La valle del Kashmir e' anche una zona di transito per il narcotraffico. L'anno scorso l'esercito ha sequestrato 350 Kg di sostanze narcotiche in tutta la valle e- sempre secondo Prabhakar- sarebbe bene che questa attivita' fosse intensificata.
La zona e' anche caratterizzata dalle violenze dei separatisti, che negli ultimi 14 anni hanno fatto decine di migliaia di vittime, oltre a effetti devastanti sul turismo, che e' una delle principali fonti di introiti economici.
Sia Prabhakar che gli altri ufficiali del Kashmir sono determinati nel combattere la coltivazione del papavero da oppio, e, in collaborazione anche con varie Ong (Organizzazioni non governative, dirette emanazioni dell'Onu), hanno intenzione di completamente cancellarle da tutto lo Stato. Anche se, come dice il nostro anziano ufficiale, molto dipende da quanto le persone che vivono in zona -e non solo- saranno educate per far fronte a questa situazione.
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS