testata ADUC
Francia. La stupefacente pubblicita'
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Vincenzo Donvito
5 giugno 2003 17:23
 
Mentre il ministro degli Interni, Nicolas Sarkozy, vuole modificare la legge sugli stupefacenti in modo che i consumatori di droghe illegali siano puniti con una semplice ammenda, le strategie di marketing della pubblicita' non disdegnano le allusioni a queste droghe.
L'azienda Rossignol ha gia' lanciato gli sci THC, iniziali che stanno per "Triple Hybrid Core", un materiale rivoluzionario per gli appassionati di questo sport, ma nello stesso e' la sigla che indica il tetracannabinolo, la sostanza attiva della cannabis, ben conosciuta dai suoi stimatori. Altri prodotti, tutti legali, ma con nomi che evocano le droghe illegali, fanno leva sulla trasgressione, sul divieto di queste sostanze: il "Canna'bul, bibita biologica aromatizzata alla canapa, o l'"Absente", che allude all'assenzio, bevanda vietata in Francia fin dal 1915.
L'ultimo rapporto del "Bureau de vérification de la publicité" sottolinea la tendenza dei messaggi pubblicitari a fare uso di "riferimenti diretti o che ricordino le sostanze illecite". Perche'? "Individuare un bersaglio giovane particolarmente recettivo, che conosce bene i codici e il vocabolario di questa dimensione", dice il rapporto. Per esempio: il chewing-gum "X-Cite", l'ultimo nato della Wrigley. Impossibile non fare la connessione tra le piccole bolle bianche e le pasticche di ecstasy, che, per l'appunto, i consumatori chiamano "X". La stessa agenzia pubblicitaria che e' incaricata delle campagne promozionali di questo prodotto, e' consapevole che il parallelo e' molto semplice.
Ma la pubblicita' fa trangugiare qualunque cosa? "In ogni caso la nostra intenzione non e' di creare un prodotto che possa essere assimilato ad uno stupefacente -dicono alla Wrigley-. La scelta di "X" e' legata alla tecnologia, all'high-tech". Una giustificazione stupefacente.
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS