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Francia. Il fenomeno inarrestabile del boom dell'autocoltivazione di cannabis
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Articolo di Vincenzo Donvito
14 agosto 2002 16:52
 
Da qualche anno in Francia si sta sviluppando la coltivazione clandestina della cannabis. Una cinquantina di negozi offre, ormai in tutto il Paese, il necessario per questa nuova formula di giardinaggio domestico, che, secondo la centrale d'acquisti specifica Ananda e Cle, dovrebbe contare su decine di migliaia di adepti. Una situazione che e' percettibile anche attraverso la moltiplicazione di opere, riviste e siti Internet che sono dedicati alla materia, cosi' come nelle manifestazioni per promuovere la variante legale -la canapa- che non ha alcun principio psicoattivo. Stiamo parlando di cio' che ha gia' dato il suo nome ad un Salone europeo che da due anni si tiene a Parigi, ad un linea di cosmetici di grande diffusione o al festival folcloristico di Montjean-sur-Loire (Maine-et-Loire). Durante cinque giorni, dal 14 al 18 agosto, questa capitale della canapa celebra per il settimo anno consecutivo le virtu' di una pianta "simbolo della validita' della Loire", fumata da sette milioni di persone, 3,3 dei quali consumatori abituali (rispetto ai 44 milioni di consumatori di alcool e 16 di tabacco).
Al ministero degli Interni, il capo della "missione di lotta antidroga", Michel Bouchet, e' in apprensione per questo mercato della cannabis, a cui attribuisce la responsabilita' dell'aumento delle piantagioni illegali. Nel momento in cui il ministro degli Interni, Nicolas Sarkozy, ha detto di essere contrario a qualunque forma di legalizzazione del consumo degli stupefacenti, contestando lo stesso termine di "droghe leggere", il numero di piante di cannabis scoperte dalle forze dell'ordine non e' mai stato cosi' alto: si e' passati dalle 1.591 sequestrate nel 1990 (grazie a 48 azioni di polizia) alle 41 mila nel 2001, grazie a 681 interventi. "Senza sbagliare piu' di tanto, si puo' dire che al di sopra della linea Brest-Mulhouse si trova una piantagione di cannabis in ogni piccolo villaggio", dice Francis Caballero, specialista di diritto sulle droghe, inapplicabile sullo specifico. La legge, infatti, considera la coltura della cannabis come una produzione di stupefacenti, un crimine che sistematicamente, davanti ad un tribunale, diventa un delitto.
Ed e' proprio per non aver a che fare con la giustizia che una larga parte di consumatori si e' data all'autoproduzione. Nel momento in cui la cannabis rappresenta l'85% dei consumi di droghe proibite in Francia, "si sviluppa soprattutto la coltivazione idroponica, che e' piu' difficile da scoprire": Questo fenomeno trova una verifica nel forte aumento delle vendite di vasi idroponici e di lampade a sodio, utilizzate per la coltivazione in luoghi chiusi. Con 500 euro, l'equipaggiamento completo consente di ottenere, in un piccola superficie, anche sei raccolti in un anno, a differenza dei due che si otterrebbero in una coltivazione all'esterno. Questi prodotti, che sono discretamente distribuiti in una cinquantina di negozi di giardinaggio, costituiscono l'offerta principale di 5-6 negozi a Parigi, Lyon, Montpellier, Toulouse o Rennes.
Dopo la pubblicazione, nel 1990, di "Fumée clandestine" di Jean-Pierre Galland (60 mila copie vendute), le tecniche di coltivazione sono diventate l'argomento di molti best-sellers, di cui l'ultimo, "Culture en placare" di Ed Rosenthal (edizioni Le Lézard), ha venduto 20 mila copie.
I semi di cannabis, la cui vendita e' vietata, sono piu' difficili da trovare. Ma chi si va un viaggetto ad Amsterdam puo' trovare "grano per uccelli da competizione" il cui prezzo varia da 3 a 150 euro, secondo la qualita'. Sulle confezioni e' indicato che non devono essere piantati.
"Siamo in un settore in piena esplosione dove la pubblicita' non serve a nulla", dice Kshoo, gestore del negozio "Mauvaise graine" a Montpellier (piu' di 100 mila euro di giro d'affari) e segretario della centrale d'acquisti Ananda.
Da non crederci, ma questa produzione artigianale non ha dato spazio, se non raramente, ad un commercio in grande stile, se non un caso durante gli anni '70.
La cannabis coltivata in ambienti chiusi permette di soddisfare le esigenze solo di un piccolo numero di amici, non dovendo piu' avere a che fare con gli spacciatori e la cattiva qualita' dell'hashish marocchino, sempre piu' tagliato con paraffina, farmaci vari o con dell'olio da macchina gia' usato. Ma se consideriamo le 5 mila lampade vendute ogni anno nella sola rete dei negozi delle associazioni, e che ogni coltivazione di questo tipo ha bisogno delle attenzioni di 2-4 persone, ci saranno come minimo 100 mila coltivatori di cannabis in Francia. Il calcolo e' di Eric Chapel, presidente dell'associazione Paka, che gestisce un negozio specializzato a Montreuil (Seine-Saint-Denis), di fronte al posto di polizia. La produzione francese avrebbe assunto una importanza tale che, da sola, riesce a soddisfare la meta' del mercato nazionale, con un prezzo variabile da 2 a 7 euro per grammo. "Ci sono anche dei francesi che vanno in Olanda a vendere il loro prodotto -dice Eric Chapel. In quel Paese si produce solo della cannabis con qualita' industriale, buona per l'esportazione. Per l'erba di lusso, il mercato e' aperto a chiunque".
 
 
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