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Francia. L'eroina e' un medicinale
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Articolo di a cura di Rosa a Marca
17 novembre 2001 18:19
 
Jean-Daniel Escande e' medico sportivo presso il centro medico di lotta contro il doping della citta' di Lille, e in un articolo sul quotidiano Liberation dello scorso 16 novembre, sostiene che "le leggi proibizioniste inducono la societa' e anche il mondo sanitario a considerare la droga un tema tabu'. Di conseguenza, il drogato e' considerato anche dal proprio medico come un deviato, prima che un paziente. Diversamente dal fumatore o dall'alcolista, al quale gli riserva al massimo una reprimenda.
"A lungo" -per il professor Escande- "il consumatore di droghe pesanti ha subito questo tipo di trattamento: sei considerato paziente solo dopo che da delinquente hai pagato per le tue colpe. Poi e' arrivato l'Aids, negli anni 80, che ha indotto a percepire il problema in modo piu' evoluto, benche' le leggi restassero sempre quelle. Porre la questione in termini di sanita' pubblica e mettere in campo progressivamente una politica di riduzione del danno ha contribuito a scardinare l'approccio precedente. Finalmente anche il drogato diventava un paziente come gli altri."
Per Escande "e' stato il binomio autorizzazione/divieto a creare la confusione tra gli operatori sanitari. Infatti, le sostanze psicoattive erano considerate "prodotti" nel momento in cui venivano usati come voluttuari, oppure medicinali se prescritti per ragioni sanitarie. Invece l'ascolto attento, senza pregiudizi, avrebbe permesso un dialogo tra il paziente-drogato e il medico, un dialogo piu' chiaro e in termini piu' corretti riguardo alla composizione e agli effetti degli psicofarmaci. Sarebbe servito al medico per capire che queste sostanze danno sollievo a chi e' angosciato o ha comunque difficolta' a vivere".
Non e' un caso -secondo Escande- che in Francia l'avvio di una presa in carico sanitaria, meno moralista e dogmatica, e' avvenuta nel 1996 con la prescrizione di un prodotto di sostituzione come il Subutex. Eppure anche qui la terminologia e' spia di un disagio. Infatti per il Subutex non si usa il termine medicinale sostitutivo dell'eroina, come invece si fa per lo Zyban, definito medicinale sostitutivo della nicotina. No, il Subutex e' definito prodotto.
Escande vorrebbe "che i medici comincino a considerare alcool, cannabinoidi, eroina, psicofarmaci, insomma tutti questi prodotti-medicinali come facenti parte del bagaglio terapeutico di autoprescrizione dei loro pazienti. E se non esigono l'astinenza assoluta, quale che sia la sostanza usata, ivi compreso l'alcool o l'uso regolare della cannabis, non per questo si devono sentire ingabbiati nel dibattito sulla depenalizzazione. Per il medico il problema non sta nel prodotto, ma nel rapporto che il consumatore ha con quel prodotto. E gli effetti che produce sulle sue angosce fanno parte di questo rapporto e fanno parte di lui. In altri termini, e' il consumatore che pone problemi, non la sostanza assunta. Voler ridurre il rischio legato al consumo e' gia' ascoltare il paziente nella sua sofferenza".
La prassi della prescrizione medica dell'eroina in Svizzera, Inghilterra, Germania, Olanda e Spagna non fa che rafforzare questo tipo di approccio. Anche perche' questa visione delle cose e' solo la riscoperta di quello che avvenne all'inizio del ventesimo secolo, quando i laboratori Bayer misero sul mercato l'eroina come medicinale sostitutivo della morfina.
C'e' voluto un secolo -conclude Escande- perche' si comprendesse che il soggetto del dibattito non e' il prodotto-medicinale, ma il nostro rapporto con la vita e con la nostra esistenza.
 
 
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