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Francia. La cannabis favorisce il cancro? Si', ma .....
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Articolo di Vincenzo Donvito
21 novembre 2001 20:49
 
Secondo l'Istituto nazionale della Sanita' e della Ricerca medica (Inserm) il consumo di cannabis favorirebbe il cancro ai bronchi, alla bocca, alla faringe, all'esofago e alla laringe.
Una conclusione a cui gli scienziati sono giunti facendo una sintesi di circa 1.200 studi scientifici di tossicologia, farmacologia e psicanalisi. L'aumento del rischio, pero', sarebbe connesso al fatto che la cannabis viene consumata associata al tabacco o sotto forma di marijuana. "Una sigaretta di cannabis contiene 50 milligrammi di catrame -dicono gli esperti che hanno condotto la ricerca- contro i 12 milligrammi del tabacco, e la concentrazione di prodotti cancerogeni e' piu' alta". Nella cannabis, inoltre e' presente una sostanza -il delta9-tetrahidrocannabinol- che ha effetti bronco dilatatori che favoriscono per l'appunto le malattie di cui sopra.
Dopo l'allarme, pero', arriva il calmante dello stesso: la dimostrazione di un legame causa-effetto fra consumo di cannabis e la presenza di disturbi, e' difficile, "in particolare perche' il prodotto e' vietato nella maggiorparte dei Paesi".
Viene spontanea una domanda: non ci sarebbe piu' certezza di pericoli, di cure e di quant'altro, se -visto che anche se vietato, il consumo e' alto e continua a crescere- la cannabis fosse legale come il tabacco? Chissa' se domani, quando il ministero della Sanita' presentera' ufficialmente le conclusioni di questa ricerca, questo problema non insignificante al fine di avvalorare la scientificita' della stessa, sara' considerato.
Una problematica che si ripresenta puntualmente, tutte le volte che, al di la' del dato scientifico "puro" che ci informa sul bene e sul male di un prodotto, quest'ultimo si deve confrontare con l'impurezza del suo rapporto con il mondo. Cioe', uno studio ha un suo valore, ma e' astratto fintanto che non ha dei dati esperenziali che dicano che, rispetto alla nostra vita quotidiana, incide in questo o in quell'altro modo. Perche' questo succeda occorre che i risultati della scienza chimica e tossicologica siano messi a confronto con quelli sociologici, comportamentali, giuridici, culturali, etc.. E' possibile farlo quando e' in circolazione un prodotto che non presenta alcuna garanzia dal punto di vista della composizione, perche' appannaggio del mercato illegale? Sembra di no. I dubbi sull'utilita' di certe ricerche, al di la' della creazione di inutili allarmismi, ci assalgono fortemente.
 
 
 
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