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Ecuador. Presidenziali e Plan Colombia
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Articolo di Donatella Poretti
3 novembre 2002 20:31
 
Il 24 novembre prossimo si svolgera' nel Paese andino il secondo turno per la presidenza della Repubblica. I due sfidanti, due sorprese uscite dalle urne, e non previsti dai sondaggi, sono due uomini fuori dagli schieramenti tradizionali della politica. Elettori nauseati dalla corruzione e dall'inefficienza dei partiti fino ad oggi al potere, hanno votato al 20% per Lucio Gutiérrez e al 17% per Alvaro Noboa.
Il colonnello ritirato Lucio Gutiérrez, di 45 anni, e' stato uno dei leader del colpo di Stato che ha rimosso il presidente democraticamente eletto Jamil Mahuad nel 2000. Gutiérrez ha fatto la campagna elettorale con una uniforme verde oliva, criticando la globalizzazione, il libero commercio e le riforme economiche del libero mercato. Il suo partito richiama anche nel nome quel golpe: "Sociedad Patriotica 21 de Enero".
Alvaro Noboa, invece, e' il proprietario delle principali piantagioni di banane dell'Ecuador e viene considerato l'uomo piu' ricco del Paese. Poche settimane fa, Human Rights Watch ha denunciato che nella maggior parte delle piantagioni di banane in Ecuador -comprese quelle di Noboa- si pratica la violazione dei diritti in merito al lavoro dei bambini.
Sono in molti a definirli il primo un populista di sinistra e il secondo un populista di destra, tanto da non intravederne alla fine grosse differenze. Di sicuro entrambi incontreranno nel loro cammino alla presidenza il problema del narcotraffico, e del Plan Colombia. Secondo stime ufficiali i colombiani rifugiati in Ecuador per il conflitto interno e per le fumigazioni aeree sono ben 11 mila. Le fumigazioni, realizzate con il potente erbicida glifosato, sono da tempo nell'occhio del ciclone anche in Ecuador. Organizzazioni ecologiste e in difesa dei diritti umani le accusano di colpire indiscriminatamente non solo piantagioni legali e illegali, ma anche sorgenti di acqua, fiumi, e persone. Fumigazioni che inoltre spesso sconfinano in Ecuador, e che grazie al vento comunque procurano danni alle piantagioni legali.
I punti chiave sono le frontiere tra i due Paesi, e la base aerea di Manta utilizzata dagli Usa.
Lucio Gutiérrez ritiene che la Colombia abbia fallito i suoi tentativi di pacificazione interna, e fino a che gli Usa non si impegneranno nel ridurre sia il consumo di droghe che il narcotraffico al loro interno, non ci sara' una soluzione. Per questo Gutiérrez assicura che l'esercito ecuadoriano non verra' impiegato in nessuna forza multinazionale da spedire in Colombia in caso di una sua vittoria. Le frontiere verranno comunque mantenute aperte, anche se rafforzate militarmente sia per evitare lo sconfinamento dei guerriglieri colombiani, sia per impedire il traffico di droghe e di armi. In merito all'accordo di utilizzazione della base aerea di Meta, Gutiérrez, conferma che gli statunitensi potranno continuare ad utilizzarla, ma solo per operazioni di controllo sul narcotraffico.
Alvaro Noboa, per conto suo, preannuncia un rafforzamento della frontiera nord per impedire l'ingresso di guerriglieri e narcotrafficanti, tale che se fosse necessario, ordinera' lo spiegamento totale delle Forze Armate. Ma anche Noboa dichiara che manterra' gli accordi per l'utilizzo della base di Manta.
 
 
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