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Colombia. E se la coca fosse un problema agricolo?
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Articolo di a cura di Donatella Poretti
31 ottobre 2002 16:34
 
"Una formula piu' a buon mercato ed efficace", questo l'occhiello che presenta l'opinione dello statunitense Ronald Fraser pubblicata oggi dal quotidiano colombiano El Tiempo.


SUSSIDI INVECE DI NARCOGUERRA
Se il Plan Colombia fosse in carico al Dipartimento dell'Agricoltura Usa, le narcocoltivazioni sarebbero un problema agricolo e si potrebbero controllare grazie a incentivi economici
Ronald Fraser, scrive su temi di politica nazionale per il Dkt Liberty Project, un'organizzazione che si occupa di diritti civili a Washington

Visto che la Colombia produce il 90% della cocaina che viene consumata negli Stati Uniti, l'obbiettivo della guerra antidroga dichiarata da Washington e' molto chiaro: distruggere le coltivazioni di coca sparse nei 121.400 ettari di questo Paese. Il nostro programma antidroga li' (il Plan Colombia) e' addestrare e equipaggiare i battaglioni per lottare contro i narcos. Ma quello di cui ha bisogno la Colombia e' un programma di assistenza all'agricoltura basato su sussidi, in stile statunitense.
Patrick J. Leahy, membro del comitato del Senato da cui dipende il Plan Colombia, ha recentemente detto al New York Times: "i risultati del Plan Colombia sono deludenti. Abbiamo investito piu' di 1.500 milioni di dollari e la situazione e' ancora peggio che prima". La superficie delle coltivazioni di coca si e' quasi triplicata dal 1995, e il nostro debole investimento di 43 milioni di dollari per stimolare le coltivazioni alternative sta fallendo.
Dall'inizio, i "guerrieri" dell'agenzia antidroga hanno trattato la produzione, la raffinazione e la distribuzione della droga come un problema di polizia. Ripetutamente hanno cercato di risolvere il problema con metodi polizieschi e militari. Risultato: neppure il piu' minimo impatto si e' prodotto nel flusso di cocaina verso gli Stati Uniti. In cambio, il Dipartimento dell'Agricoltura Usa (Doa) sostiene un altro motto: "quando il controllo delle coltivazioni illegali si puo' ottenere con un po' di miliardi di dollari, la forza e' qualcosa in piu'".
Se il Plan Colombia fosse gestito dal segretario dell'Agricoltura, la produzione della coca si trasformerebbe in un problema agricolo, e verrebbero utilizzati incentivi economici per indicare agli agricoltori colombiani la strada da seguire. Il sistema e' stato dimostrato da tempo. Come e' riuscito il Doa a far si' che gli agricoltori statunitensi rallentassero le loro produzioni di mais e di grano? Ha fumigato con il veleno le coltivazioni in eccedenza? Ha forse dato fuoco ai campi? Ha inviato l'esercito a distruggere i magazzini e i laboratori di mais? No, signori. Insieme ai suoi alleati del Congresso, i "matacultivos" (letteralmente gli assassini delle coltivazioni, ndr) del Doa, da vari decenni, applicano incentivi economici per separare gli agricoltori dello Iowa e del Dakota del Nord dalle coltivazioni disapprovate. Il Doa sa che la chiave e' quella dei sussidi che, come per magia, trasforma gli agricoltori in peones delle casse di Washington.

Due terzi dei terreni dedicati alla coca in Colombia fanno parte di estese piantagioni, che sono sotto il controllo dei narcotrafficanti. Il restante terzo, si divide in campi da tre a sei ettari, in mano a 37 mila piccoli agricoltori che ricevono aiuti dal Governo, il 10% del valore della coca che coltivano. Per questo, non collaborano con il Plan Colombia.
Il Doa, invece, offrirebbe un piano di sussidi integrale ai coltivatori di coca. Se da un campo di mezzo ettaro si possono raccogliere 400 dollari di coca e ci sono quattro raccolti all'anno, il Doa pagherebbe all'agricoltore, di un campo di un ettaro, 4.320 dollari all'anno perche' non lavori il suo campo, o almeno perche' non ci coltivi la coca. Questa cifra e' piu' del doppio del reddito pro capite della Colombia.
Gli agricoltori colombiani diventerebbero ricchi, quanto i loro colleghi statunitensi, nel seguire le istruzioni del Doa o (che e' lo stesso) non facendo assolutamente nulla. In quanto ai 74 mila lavoratori delle grandi piantagioni di coca, il Doa potrebbe pagare anche loro. Quattro o cinque mila dollari all'anno basterebbero per allontanarli dall'affare della coca. Con tutti questi sussidi, il Doa spenderebbe 480 milioni di dollari all'anno. Immaginando che in tre anni gli agricoltori colombiani abbandonerebbero la coca, il trionfo del Doa nella narcoguerra costerebbe 1.500 milioni di dollari, cifra curiosamente simile a quella che fino ad oggi e' costato il problematico Plan Colombia.
Il sistema del Doa parte da una sensazione diffusa. La coca colombiana ci arriva sotto forma di cocaina. Il problema lo possiamo affrontare qui negli Usa, o in Colombia. Gli Stati Uniti spendono 12 mila milioni di dollari all'anno per far rispettare la legge e frenare la distribuzione di droga, dentro e fuori dal Paese. Se si facesse fuori il commercio della coca con 500 milioni di dollari all'anno attraverso sussidi agricoli diretti, risparmieremmo tre o quattro volte quello che si spende nella guerra alle droghe.
Pero', sia chiaro. i coltivatori di coca del Peru' forse avrebbero bisogno dello stesso trattamento. E cosi' pure i boliviani.


La soluzione ideata da Ronald Fraser ha sicuramente un aspetto interessante, ovvero quello di cambiare l'ottica con cui guardare alle coltivazioni illegali, utilizzando quella che a chiunque verrebbe spontanea, ovvero quella di un problema agricolo. Tuttavia, spesso sono proprio i milionari sussidi con cui i "Paesi ricchi" (Usa e Europa, in testa) supportano le loro agricolture che rende le coltivazioni illegali redditizie e convenienti, nonostante tutti i rischi connessi all'illegalita', giacche' quelle legali presentano mercati viziati non solo dalle tasse doganali e dai dazi, ma anche dai sussidi agricoli..
 
 
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