Il governo colombiano di Andres Pastrana ed i portavoce delle Farc-Ep (Forze armate rivoluzionarie della Colombia - Esercito popolare, 17 mila uomini) hanno raggiunto ieri a Los Pozos un accordo programmatico in presenza della commissione internazionale dei Paesi facilitatori del processo di pace, rappresentanti dell'Onu e della Chiesa cattolica. Le parti hanno premesso che l'unica via d'uscita dal conflitto, che da oltre 37 anni insanguina il Paese, resta quella politica, che si dovra' seguire fedelmente l'agenda del negoziato, lasciando spazio agli interventi di candidati alla presidenza, movimenti politici, Consiglio nazionale di pace e dei distinti settori sociali.
Nell'ambito dell'accordo di Los Pozos, inoltre, si precisa che le Farc non si oppongono ai programmi di sradicamento manuale delle coltivazioni illegali di coca, pur ribadendo che dovranno essere consultate in merito le comunita' interessate. I principali punti dell'intesa riguardano l'immediato studio delle modalita' del cessate il fuoco e la necessita' della sospensione dei sequestri da parte della guerriglia e l'impegno nella lotta contro il paramilitarismo. L'obiettivo del Tavolo del negoziato sara' giungere al piu' presto alla firma di un accordo concreto sulla cessazione delle ostilita', avendo come data limite quella del 7 aprile. L'area di distensione, dove vivono piu' di 120 mila persone, restera' in vigore fino al 10 aprile.
La settimana e' stata comunque terribile e il bilancio e' stato di almeno 75 morti a seguito di attacchi delle Farc, secondo fonti militari. La giornata peggiore e' stata proprio quella di sabato, la vigilia dell'accordo con il Governo, quando a Cali', sono morti 15 militari e 14 guerriglieri.