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Colombia. Processo sommario all'Antidroga?
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Articolo di Donatella Poretti
26 maggio 2002 20:00
 
Lo scandalo della malversazione dei fondi antidroga in Colombia aveva portato al ritiro di diversi funzionari e al trasferimento dello stesso capo dell'Antidroga colombiana, il generale Gustavo Socha Salamanca. Questa settimana il generale si e' dimesso dalla Polizia e in un'intervista al quotidiano El Tiempo, denuncia un vero e proprio processo sommario, chiede un'autocritica ai mezzi d'informazione e auspica, per il suo Paese, un futuro libero dalla droga.
"Io rispetto profondamente i giornalisti e i mezzi di comunicazione. Tuttavia chiedo che facciano un'autocritica per come hanno informato in merito a questa vicenda. La Polizia compie molti sforzi. I nostri uomini mettono a rischio la loro vita per lottare contro il narcotraffico e nessuno ci difende. Alla Polizia Nazionale non viene mai riconosciuto il suo sacrificio. Il nostro sforzo non viene percepito". E in merito alle accuse di utilizzo indebito e privato dei due milioni di dollari forniti dagli Usa per il Plan Colombia, il generale ribatte che "perfino il criminale piu' criminale della Colombia o del mondo ha il diritto ad un processo, nel quale lo si ascolti e nel quale gli venga data la possibilita' di controbattere alle accuse. Noi invece siamo stati condannati pubblicamente senza nessuna indagine. Sono apparsi grandi titoli che hanno colpito direttamente il cuore di molte persone. Ho sentito molti dire che la Polizia ha rubato due milioni di dollari. Che la Polizia Antidroga se ne deve andare.... Non ho ricevuto un solo rapporto scritto, ne' mezza prova che permettesse di affermare che il denaro e' stato rubato, malversato, deviato, o portato via. Non conosco neppure la cifra esatta del denaro su cui si sta indagando."
Il generale prosegue cosi' nella sua controaccusa: "in nessun Paese del mondo e in nessuna istituzione della Colombia si e' fatto qualcosa di simile a quello che e' avvenuto con la Polizia. Siamo stati informati, abbiamo ritirato ufficiali senza nessun giudizio e senza averli neppure ascoltati. Con tutto il rispetto, dico ai critici, che mi mostrino un solo ente dello Stato che sia stato giudicato in questa maniera, e sono certo che non lo troveranno".
La domanda finale riguarda il futuro del generale, che risponde: "Proseguiro' lottando per il Paese nella misura in cui mi verra' permesso. Ho il sogno di un Paese libero dalla droga, in pace, con un grande futuro e, se posso contribuire in qualche modo, proseguiro' a farlo".
 
 
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