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COLOMBIA - Coltivazioni coca. Riprendono le irrorazioni di glifosato?
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Articolo di Redazione
15 marzo 2021 11:47
 
All'intero paese è chiaro che il traffico di droga è alla base del picco di violenza regionale e locale in atto in Colombia. La serie di omicidi di leader sociali, nonché il numero crescente di massacri, evacuazioni e reclami della popolazione in diverse aree del paese hanno un'alta coincidenza geografica con aree ad alta densità di colture illecite, laboratori di trasformazione della droga, corridoi per la mobilitazione di alcaloidi, luoghi di micro-traffico e redditi illegali derivati.
Dopo aver raggiunto lo scorso anno l'eradicazione di 130mila ettari di campi di foglie di coca, marijuana e papaveri, record che anche il Dipartimento di Stato americano ha definito all'inizio di questo mese "sorprendente", l'obiettivo del governo Duque per questo 2021 va oltre quello raggiunto nel 2020, quando la spirale in crescita delle coltivazioni di droga iniziata nel 2014 si è finalmente fermata, non raggiungendo nemmeno i 50mila ettari, mentre alla fine dell'amministrazione Santos erano già sopra i 200mila ettari. L'obiettivo per il prossimo dicembre è che le aree coltivate abbiano un forte calo.
Per questo motivo sono state messe in atto tre strategie ben precise, due delle quali già in corso e una terza che il Ministero della Difesa spera di attivare prima di giugno.
In primo luogo, il Governo ha attivato giorni fa il Comando contro il traffico di droga e le minacce transnazionali (Conat), una forza speciale composta da 7.000 uomini dell'Esercito la cui missione principale è attaccare senza sosta le strutture dei dissidenti delle Farc, l'Eln, le bande criminali come "Clan del Golfo" e "Los Caparros" e i cartelli del traffico di droga nelle loro principali enclave.
In secondo luogo, è in piena operatività il "Piano 100 giorni contro il micro-traffico di droghe", attivato per sradicare una volta per tutte le nicchie di vendita e traffico di droga nelle città e nei comuni. La Polizia, la Procura e altre autorità agiscono insieme per arrestare, sequestrare stupefacenti, intervenire subito sui terreni proprietri e demolire gli edifici utilizzati per questi reati, nonché per stabilire una presenza permanente degli agenti in divisa che impediscano le catene di jíbaros, che movimentano quotidianamente somme milionarie che vengono riciclate in breve tempo.
La scommessa per distruggere le coltivazioni col glifosato
La terza strategia è quella in cui il governo ha speranze molto alte, con conseguenze notevoli sulle coltivazioni di droga. Dopo oltre un anno e mezzo di un complesso iter giuridico e operativo, il Ministero della Giustizia è prossimo all'emanazione del decreto che istituisce il nuovo protocollo per riprendere l'irrorazione aerea con glifosato sulle colture illegali.
Questo metodo di eradicazione, senza dubbio il più efficace visti che in un giorno può coprire 150 ettari contro i tre se si opera via terra, è stato sospeso alla fine del 2015 dal governo Santos, in virtù un rapporto di un'agenzia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che aveva allertato sul rischio di effetti cancerogeni derivanti dall'uso dell'erbicida. Poi la Corte Costituzionale, per precauzione, ordinò il divieto permanente di questo tipo di irrorazione aerea, visto il potenziale pericolo per la salute umana, le sorgenti d'acqua e le coltivazioni legali.
Tuttavia, dopo un'udienza pubblica all'inizio del 2019 promossa dall'amministrazione Duque, l'Alta corte aveva chiarito la sua sentenza, nel senso che non proibiva definitivamente l'irrorazione aerea con glifosato, ma che queste irrorazioni potevano essere riprese dopo un protocollo ambientale e sanitario che doveva essere stabilito dal Consiglio nazionale degli stupefacenti (CNE).
Questo è quanto il Governo ha portato avanti, e non solo il decreto sta per essere promulgato, ma l'Agenzia Nazionale per le Licenze Ambientali (ANLA) e l'Istituto Sanitario Nazionale sarebbero prossimi ad altrettante decisioni sulla funzionalità del “Piano di Gestione Ambientale del programma per l'eradicazione delle colture illegali mediante irrorazione aerea con l'erbicida glifosato” (Pecig). Dopodiché, tutto rimarrebbe nelle mani del CNE, che al momento non è stato ancora interessato.
Il governo confida che il tutto procederà nel giro di pochi mesi, mentre il Dipartimento di Stato considera le fumigazioni aeree un elemento chiave per aumentare l'efficacia della lotta antidroga.
Sull'altra sponda ci sono organizzazioni ambientali, ONG regionali e locali e persino un gruppo di relatori delle Nazioni Unite che hanno chiesto a Duque di non insistere su questa vicenda, ma hanno ricevuto una risposta negativa dall'Esecutivo: i loro appelli sono stati considerati inappropriati e pregiudizivoli per l'efficienza ambientale e sanitaria.
Ora, per una decisione finale, bisognerà aspettare il CNE, dove hanno sede diversi ministeri, la Procura e l'ufficio del procuratore generale. E con il decreto in mano, si saprà se lo stesso soddisfa o meno le condizioni poste dalla Corte.
Altri aspetti
Nel frattempo ci sono altri elementi da tenere in considerazione. In alcune regioni circolano informazioni secondo cui gruppi illegali stanno già preparando una strategia per contrastare l'irrorazione aerea con il glifosato: pressioni sui contadini per protestare, fare marce e addirittura bloccare le strade per impedire il transito della Forza Pubblica che provvede alla sicurezza degli aerei che irroreranno. Non è la prima volta che i dissidenti delle Farc, dell'Eln, delle bande criminali e di altre fazioni illegali fanno pressione sui contadini per cercare di ritardare o impedire le operazioni di eradicazione. Non c'è solo un rischio per l'ordine pubblico ma anche per la salute, poiché la pandemia Covid-19 è in corso e la vaccinazione, che durerà per diversi mesi fino a raggiungere i 35 milioni di colombiani immunizzati, sta ancora avanzando a ritmo lento.
Si dice anche che in alcune zone ci siano diverse azioni di protezione e popolari per forzare una sorta di blocco e fermare l'irrorazione. Questi "tutelatones" avrebbero messo in piedi prefabbricati con strumenti per la protezione che dovrebbero essere distribuite tra le comunità.
L'Esecutivo è consapevole che alcuni governatori e sindaci, soprattutto dei partiti di opposizione, hanno fatto sapere da tempo di non volere che l'irrorazione aerea con glifosato avvenga nelle loro giurisdizioni. Nonostante il decreto che sta per essere emanato sia di portata nazionale, così come la determinazione del CNE, è evidente che a metà anno elettorale, uno scontro tra il governo nazionale e alcune amministrazioni dipartimentali e comunali potrebbe dar luogo a una estrema politicizzazione su una questione così delicata.
Sebbene il presidente Duque abbia annunciato la sua intenzione di riprendere l'irrorazione aerea con il glifosato dal primo giorno del suo mandato, ad oggi ha solo diciassette, fino alla scadenza del suo mandato, per rispettare questo impegno. La domanda, quindi, è una sola: questo governo avrà abbastanza tempo per attivare quella che considera l'"arma" antidroga più efficace?
(da El Nuevo Siglo del 13/03/2021)
 
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