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Colombia. Alvaro Uribe Velez nuovo presidente: "primo, migliorare il Plan Colombia"
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Articolo di Donatella Poretti
28 maggio 2002 19:22
 
Alvaro Uribe Velez, il liberale indipendente, e' il nuovo presidente della Colombia, il primo Paese produttore di cocaina. Ha superato anche le stime dei sondaggi che lo davano tra il 49 e il 51%, tanto da temere il secondo turno; invece con il 53,3% dei voti ha battuto Horacio Serpa, il liberale ufficiale, lasciandolo al 31,4% dei voti.
Solo l'astensionismo ha superato la sua percentuale. Il 54% dei colombiani infatti non e' andato a votare. Tra questi, non tutti per scelta. Infatti nonostante il Plan Democracia messo in piedi dal Governo uscente di Andres Pastrana, che ha schierato oltre 200 mila militari per garantire il voto, in almeno sette dipartimenti, questo non e' stato possibile. Senza contare che il maggior gruppo di guerriglieri, i marxisti delle Farc, aveva intrapreso una campagna per l'astensionismo.
Alvaro Uribe Velez, avvocato, 49 anni, gia' governatore del Dipartimento di Antioquia, con il suo movimento Primero Colombia, in un solo anno e' riuscito a far fuori tutti gli avversari grazie a poche parole chiare del suo programma, incentrato tutto sulla fermezza e la mano dura contro i gruppi violenti che da 38 anni hanno gettato il Paese nella guerra civile. Il fallimento dell'ultimo processo di pace, intentato da Pastrana, e' stata l'ultima goccia, che lo ha portato alla presidenza di un Paese deluso dai fallimentari e molteplici tentativi di dialogo con i gruppi armati.
Il padre del neo presidente e' stato ucciso dalle Farc. Il suo vicepresidente, Francisco Santos, e' stato ostaggio del narcotrafficante Pablo Escobar. Tra i primi ad accorrere al suo quartiere elettorale e a congratularsi con il neo presidente, oltre all'ambasciatrice statunitense a Bogota', Anne Patterson, anche il generale Jose' Rosso Serrano, l'ex capo della Polizia colombiana, uno tra gli uomini piu' stimati per i duri colpi assestati ai grandi cartelli della droga, di Cali e di Medellin.
Uribe, considerato da alcuni una sorta di ultima spiaggia, da altri l'unico che davvero puo' riuscire a risolvere la situazione colombiana, si insediera' il 7 agosto prossimo. Per ora il suo messaggio di ringraziamento agli elettori e le prime interviste rilasciate, sono meno dure di quello che temevano i suoi avversari. Intanto un primo messaggio al Fondo Monetario Internazionale per rinnovare o fare un nuovo accordo per recuperare il debito, e poi una richiesta all'Onu e alle organizzazioni internazionali per riannodare un dialogo con i gruppi armati delle Farc, Eln e Auc a patto di una loro preventiva cessazione delle ostilita'. Nel frattempo comunque la Colombia ha sottoscritto il Tribunale Penale Internazionale, e molti crimini commessi dai tre gruppi armati, dal primo luglio prossimo potranno essere sotto la sua giurisdizione.
"Nessuna menzione della lotta alla droga nel suo primo intervento, che pensa di fare in questo campo?" chiede ad Uribe oggi il quotidiano colombiano El Tiempo, a cui cosi' risponde: "la Colombia deve sconfiggere la droga, altrimenti, non creiamo le condizioni per negoziare il conflitto (interno). Proseguiremo sostenendo il Plan Colombia. Abbiamo bisogno di uno sforzo maggiore del Messico e degli Usa per bloccare le rotte della droga." E cosa e' importate che facciano gli Usa per il suo Governo, chiede ancora El Tiempo: "molte cose. Ne voglio ricordare tre. Primo, migliorare il Plan Colombia. Secondo, approvare definitivamente l'Atpa (il trattato di preferenza commerciale Usa-Paesi andini). Terzo, come membro della giunta direttiva del Banco Mondiale, del Banco Interamericano e del Fondo Monetario, influire per dare delle possibilita' alla Colombia e permetterci di pagare i nostri debiti finanziari e sociali".
Uribe dal 7 agosto si trovera' a fare i conti con un Paese di cui ricordiamo solo alcuni numeri: 162 cartelli della droga, 162 mila ettari seminati a foglia di coca in 22 dipartimenti e 4 mila ettari seminati a papavero da oppio in 6 dipartimenti. Il dipartimento piu' colpito dalla coca e' il Putumayo con 54 mila ettari di coltivazioni illegali. In sei municipi del Putumayo: Puerto Caicedo, Orito, Valle del Guamuez, San Miguel, Puerto Asis e Puerto Leguizamo, e' concentrato il 96% delle coltivazioni illegali del dipartimento. In questi municipi si commette l'82% degli omicidi di tutta la Colombia.
Nel 2001 sono stati commessi in Colombia 247.671 delitti (28 ogni ora): 80 ogni 100 mila abitanti. La media dell'America Latina e' di 20 delitti ogni 100 mila abitanti, mentre nel mondo questa media scende a 5. I sequestri sono un altro primato del Paese: 15.621 sono le persone sequestrate dal gennaio 1997 all'aprile 2002. Attualmente 3.100 persone sono in ostaggio, la maggior parte in mano a Farc, Eln e Auc. I numeri di questi gruppi di narcoterroristi, sono da veri e propri eserciti. I marxisti delle Farc possono contare su 17 mila combattenti (di cui 4 mila bambini), i guevaristi delle Eln su 6.500 e i paramilitari di destra delle Auc tra i 7.500 e i 9 mila combattenti. Tutta questa realta' e' imbevuta di narcotraffico: e' la loro prima fonte di entrata economica, dopo vengono i sequestri, i furti, ecc..
Cosa riuscira' a fare Alvaro Uribe Velez per recuperare la Colombia, come agira' per invertire una rotta di un Paese sull'orlo del collasso, primo produttore di cocaina al mondo e tra i primi posti anche per l'eroina? Sara' tutto da vedere. Certo e' che la lotta alla droga finanziata e supportata dagli Usa con le fumigazioni aeree, e gli eserciti che distruggono le coltivazioni illegali, al momento non e' stata una soluzione. "Primo, migliorare il Plan Colombia", ha detto Uribe, vedremo cosa vorra' dire in pratica.
 
 
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