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Cannabis legale Canada. Trudeau: nessun riscontro negativo a livello internazionale
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Articolo di Redazione
10 aprile 2024 11:54
 
 Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha affermato che i timori di una reazione internazionale dopo la legalizzazione della cannabis ricreativa nel 2018 sono del tutto infondati. Un messaggio che non passa inosservato ai Paesi che stanno considerando la riforma sulla cannabis.

Nel rapporto, Justin Trudeau ha discusso del passo pioneristico del Paese verso la legalizzazione della cannabis ricreativa, descrivendolo come una transizione facile, avvenuta in “15 minuti”, con pochi cambiamenti sociali significativi, oltre alla riduzione della pressione sul sistema giudiziario. .

"L'unica cosa che ci preoccupava molto era che questo ci avrebbe messo al di fuori di alcuni trattati internazionali sulla lotta contro la droga", ha detto Trudeau.

“Ci chiedevamo se le persone avrebbero punito il Canada per non essersi allineato ai trattati. Nessuno ce ne ha parlato. La gente guardava con interesse quello che stavamo facendo”.

“L’altro lato negativo è che c’è ancora del lavoro da fare, ma non c’è nulla di abbastanza negativo per dire che non avremmo dovuto farlo”.

La potenziale violazione dei trattati delle Nazioni Unite, in particolare della Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961, è stata più volte citata come un ostacolo alla liberalizzazione della cannabis negli ultimi anni, anche se gli esperti hanno mostrato percorsi per legalizzare la cannabis nel rispetto delle Convenzioni.

Questo presunto ostacolo ha giocato un ruolo significativo nella recente marcia indietro della Germania sui suoi piani per lanciare un mercato commerciale ticreativo e rimane una considerazione chiave per il progetto sulla cannabis della Repubblica Ceca, l’ultimo in Europa a spingere a favore di un mercato commerciale.

Negli Stati Uniti, l’American Drug Enforcement Agency (DEA), che sta attualmente studiando la possibilità di riclassificare la cannabis nella Tabella III, ha già invocato trattati internazionali per giustificare l’abbandono dei precedenti tentativi di riforma.

(Newswedd del 08/04/2024)
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