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Cannabis e governo. Superficialità e ignoranza
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26 ottobre 2022 15:54
 
 Il discorso di presentazione del nuovo governo, tenuto dalla presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni alla Camera, è stato liquidatorio sulla questione cannabis. Anche troppo per un governo che si propone di essere all’altezza dei tempi, non perché giudichiamo negativamente chiunque non sia a favore dell’opzione legalizzatoria, ma perché la questione esiste, i sondaggi dicono che la maggior parte della popolazione sarebbe per legalizzare e le firme raccolte in pochi giorni nel settembre 2021 per indire un referendum sono state 630mila, 70% delle quali di persone con meno di 35 anni. Inoltre la legalizzazione della cannabis è materia all’ordine del giorno di quasi tutti i Paesi cosiddetti occidentali, dove diversi hanno già legalizzato *, per cui non si tratta di dare credito a qualche “fricchettone”, ma di capire, ragionare e affrontare tematiche che fanno parte dell’agenda di tutti i Paesi democratici del mondo
Il metodo liquidatorio e quasi canzonesco usato dalla presidente Meloni ci lascia, di conseguenza, perplessi e amareggiati, anche perché i giovani a cui lei fa riferimento nel discorso sono quelli di più di cento anni fa.

Riportiamo il passaggio:
“L’Italia non è un Paese per giovani. La nostra società nel tempo si è sempre più disinteressata del loro futuro, persino del diffuso fenomeno di quei giovani che si autoescludono dal circuito formativo e lavorativo, così come della crescente emergenza delle devianze, fatte di droga, alcolismo, criminalità. E la pandemia ha decisamente peggiorato questa condizione e, di fronte a questo scenario preoccupante, la proposta principe di certa politica in questi mesi è stata promettere a tutti la cannabis libera, perché era la risposta più facile. Ma noi, a differenza di altri, non siamo qui per fare la cosa più facile. Intendiamo: lavorare sulla crescita dei giovani a 360 gradi, promuovere le attività artistiche e culturali e, accanto a queste, lo sport, straordinario strumento di socialità, di formazione umana e di benessere; lavorare sulla formazione scolastica, per lo più affidata all’abnegazione e al talento dei nostri insegnanti, spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche e motivazionali; garantire salari e tutele decenti, borse di studio per i meritevoli, favorire la cultura di impresa e il prestito d’onore. Lo dobbiamo a questi ragazzi, ai quali abbiamo tolto tutto per lasciar loro solo debiti da ripagare! E lo dobbiamo all’Italia, che 161 anni fa è stata unificata dai giovani eroi del Risorgimento e che oggi, dall’entusiasmo e dal coraggio dei suoi giovani, può e deve essere ricostruita!...”


* in Ue ha legalizzato Malta, e in fase di perfezionamento Lussemburgo e Germania, mentre varie proposte sono in discussione in tutti i Parlamenti.
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