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Brasile. Il narcotraffico in campagna elettorale
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Articolo di Donatella Poretti
28 agosto 2002 18:57
 
Il prossimo 6 ottobre si terranno le elezioni per la successione al presidente Fernando Henrique Cardoso, e per rinnovare le assemblee legislative e i Governi, federali e statali. "Voti & droghe" era il titolo di una nota pubblicata oggi dal quotidiano brasiliano O Globo.
"La Segreteria alla Sicurezza sta indagando su alcune denunce di richieste di pedaggio imposte dai trafficanti ai candidati che vogliono entrare nelle zone sotto il loro controllo. In un altro caso, la Polizia ha intercettato una telefonata diretta a un narcotrafficante, dove l'interlocutore si faceva garante di un candidato: "Careca verra' come deputato federale. Se vincera', aiutera' tutti noi".
Il costo di una licenza per chiedere voti parte da 5 mila real e arriva fino a 25 mila real (da 1.600 a 8 mila dollari). In alcuni casi si paga per il solo diritto a poter parlare agli elettori; in altri, i trafficanti, vendono l'esclusivita' di accesso alla zona. Ma ancora piu' grave di tutto questo, puo' esserci la trattativa per un appoggio a lunga scadenza, per la formazione di un vero e proprio settore parlamentare.
Le condizioni per un diabolico matrimonio tra la politica e la criminalita' esistono. A Rio de Janeiro, la violenza e il potere finanziario del narcotraffico, sono noti fattori di intimidazioni e corruzione. La societa' ha tutto il diritto di essere preoccupata da questi segnali di nefandi matrimoni tra due varianti maligne dell'ambizione del potere: quella di alcuni politici -e' chiaro che si tratta di una scarsa minoranza- e quella di molti criminali.
Tempo addietro le favelas erano feudi esclusivi di politici clientelari. Promettevano aquedotti, elettricita', o presidi medici. Molte volte realizzavano queste migliorie; altre volte non avevano successo, ma confidavano nella mancanza di memoria o nella disperazione degli elettori, e mantenevano i loro pacchetti elettorali. Il clientelismo, oggi, e' scomparso.
In parte e' una punizione. I nuovi padroni delle comunita' povere non promettono: minacciano. Non distribuiscono benessere: uccidono con raffinata brutalita', per dare l'esempio. I candidati che comprano l'appoggio di questi criminali e' bene che vengano identificati -e la cosa non dovrebbe essere difficile grazie al telefono per le denunce- e espulsi dal processo democratico al quale non hanno diritto di appartenere".
 
 
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