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Brasile. Lula dichiara guerra al narcotraffico
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Articolo di Donatella Poretti
17 marzo 2003 18:56
 
Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha dichiarato guerra al crimine organizzato e al narcotraffico ed ha sostenuto che dispieghera' tutti gli apparati di sicurezza dello Stato contro questi reati.
"Non possiamo restare a braccia incrociate mentre gruppi di delinquenti e narcotrafficanti pretendono di installare nel Paese territori liberi da qualsiasi controllo". Lula ha detto che l'omicidio venerdi' scorso del giudice José Antonio Machado Dias "e' un affronto alla societa' da parte del crimine organizzato". "Il Brasile e' un Paese democratico in cui deve regnare la legge". "Le organizzazioni criminali vogliono destabilizzare la democrazia, creare insicurezza tra la popolazione e dettare leggi nei luoghi dove operano", ha aggiunto il presidente.
Machado Dias era stato assassinato in una imboscata nelle strade di Presidente Prudente, San Paolo, quando stava tornando a casa. Aveva 48 anni, ed era uno tra i giudici piu' temuti dai capi delle organizzazioni criminali e del narcotraffico che stanno scontando le loro condanne nelle carceri dello Stato di San Paolo, perche' diverse volte ha negato dei trattamenti privilegiati.
Lula ha assicurato di aver chiesto al ministro della Giustizia Marcio Thomaz Bastos di intensificare le indagini per arrestare gli assassini e applicare in maniera rigorosa la legge, in particolare nelle zone dove agiscono i narcotrafficanti.
Il direttore generale della Polizia Federale, Paulo Lacerda, ha dichiarato che gli investigatori "possono gia' contare su delle piste per arrestare gli assassini". Aggiungendo che esistono varie ipotesi in merito, una di queste e' che il narcotrafficante Fernandinho Beira-Mar abbia ordinato il crimine. Infatti, dopo essere stato trasferito nel carcere "Presidente Bernardes" nello Stato di San Paolo, lo scorso 27 febbraio, Beira-Mar aveva chiesto un trattamento speciale: permessi per visite private, alimenti ordinati nei migliori ristoranti, tutte richieste negate dal giudice Machado Dias. L'altra ipotesi di indagine, riferita da Lacerda, e' quella che l'omicidio del giudice sia stato ordinato dal "Primeiro Comando da Capital" (Pcc), una delle maggiori organizzazioni criminali. Alcuni dei capi del Pcc sono infatti detenuti nei penitenziari di San Paolo.
E questa sembra l'ipotesi che con il passare delle ore acquista maggiore peso. Oggi sul quotidiano brasiliano "O Estado de S. Paulo" viene sentito il capo del Pcc, che pero' nega il coinvolgimento della sua organizzazione. Sandro Aparecido da Silva Santos, noto come "Gulu", detenuto nel Centro di Riadattamento Penitenziario (Crp) di Presidente Bernardes, ieri ha detto che il "partito" (cioe' il Pcc, ndr) non ha niente a che vedere, neppure sotto forma di collaborazione con la morte del giudice. La dichiarazione di Gulu e' stata riferita dalla moglie, dopo un colloquio di piu' di un'ora. Infatti ieri era la giornata di visita e di colloqui con i familiari per i 68 detenuti del Crp, e se la maggior parte delle donne non ha poi voluto rilasciare dichiarazioni, le poche che hanno parlato hanno riferito che i leader del Pcc si aspettava di venire sospettati del crimine, ma hanno anche aggiunto che la polizia sta dando poca importanza agli altri gruppi. "Qui (al Crp di Presidente Bernardes, ndr) c'e' gente del Pcc, del Comando Vermelho e di altri. Chiunque potrebbe aver ucciso il giudice".
Nella regione infatti esistono membri del Comando Democrático da Liberdade (Cdl), Comando Vermelho (Cv), Comando Vermelho da Capital (Cvc), Comando Revolucionário Brasileiro do Crime (Crbc) e in numero minore alla Seita Satânica. Tutte organizzazioni criminali per lo piu' collegate al narcotraffico.
 
 
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