Il Governo ha inviato mercoledi' al Congresso il progetto di legge per completare la riforma della legge antidroga, rimasta incompleta a gennaio, quando il presidente Fernando Henrique Cardoso, l'aveva promulgata non controfirmando 85 dei 210 articoli che la componevano.
Il punto piu' controverso che era rimasto in sospeso si riferiva alle pene alternative da comminare ai consumatori di droghe, che grazie alla nuova legge non sono piu' considerati come gli spacciatori e i trafficanti e non finiscono piu' in prigione. Gli articoli che Cardoso non aveva promulgato erano troppo vaghi e non specificavano la durata massima della pena. Il nuovo progetto di legge del Governo indica che le pene alternative, definite "mezzi di carattere educativo", saranno: servizi da prestare alla comunita', partecipazione a programmi educativi e di aiuto psicologico. Questi servizi alla comunita' dovranno essere compiuti in locali legati alla prevenzione del consumo di droghe o al recupero dei tossicodipendenti. La pena non potra' durare piu' di un anno, e nel caso di recidivita' sara' aggravata. Altro punto rimasto in sospeso era il rischio che trafficanti di droghe potessero beneficiare di regimi di semiliberta' prima del termine della pena. Nel nuovo progetto di legge si chiarisce che chi sconta una pena per narcotraffico dovra' espletarla tutta in carcere. Al rischio che trafficanti possano "spacciarsi" per tossicodipendenti, il Governo cerca di porre rimedio affidando al giudice la responsabilita' di sollecitare una perizia tossicologica.
La proposta e' stata presentata dal capo di Gabinetto della Sicurezza Istituzionale della Presidenza, generale Albero Cardoso. Nell'illustrarla ha ribadito che l'idea di base del Governo e' quello di trattare differentemente i consumatori e i trafficanti.