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Brasile. La guerra di Lula ai trafficanti
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Articolo di Alessandro Garzi
6 luglio 2004 18:52
 
Nel cimitero di São Luiz, circondato dalle favelas di São Paulo, ci sono almeno 100.000 persone sepolte, che avevano tra i 13 ed i 25 anni, due terzi del totale. L'ottanta per cento di questi sono stati uccisi in episodi di violenza collegati al traffico di droga.
Il Governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva si sta muovendo, negli ultimi mesi, per combattere piu' duramente il traffico di droga. Una volta, il Brasile era soltanto un "punto di passaggio" della cocaina dalla Colombia. Ma dagli anni '90 (come in buona parte dei "punti di passaggio" in tutto il mondo), e' aumentato il consumo interno, fino a far diventare il Paese come il secondo "importatore" al mondo della cocaina colombiana, dopo gli Usa.
Il traffico, ed un mercato diventato importantissimo, data anche la saturazione dei mercati dell'Europa e dell'America del nord, ha portato anche ad un aumento della violenza, tanto che il Senato ha approvato una legge che permettera' all'esercito di unirsi alla polizia nelle operazioni antidroga.
Secondo Denis Mizne, a capo del Sou da Paz, un gruppo pacifista, "il Brasile non dovrebbe seguire la fallimentare politica americana di minacce e repressione. E la politica antidroga brasiliana, che al momento e' inadeguata, dovrebbe essere condotta dai vertici della Sanita', non dai militari".
Ha fatto ancora piu' discutere la proposta di riprendere l'abbattimento degli aerei sospetti di essere dei corrieri della droga. Gli abbattimenti erano stati sospesi, in Sud America, nel 2002, dopo che, per sbaglio, un aereo della forza peruviana, supportata da quella statunitense, aveva abbattuto un aereo di missionari.
Stavolta, sono state date diverse rassicurazioni dal punto di vista tecnico, in modo da evitare che si verifichino di nuovo simili incidenti. Ma per Getulio Bezerra, a capo della sezione anticrimine della polizia federale, il problema e' un altro: "tecnicamente -dice- potremmo benissimo individuare ed abbattere questi aerei, ma non sempre abbiamo le giuste risorse per poterlo fare. In ogni modo, e' impossibile battere il narcotraffico soltanto per mezzo della repressione. Come non ci e' riuscito nessun Paese al mondo, non ci riusciremo nemmeno noi".
 
 
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