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Brasile. Cooperazione con l'Italia per la criminalita' organizzata
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Articolo di Donatella Poretti
12 giugno 2002 20:46
 
Due giorni di lavoro per un seminario bilaterale sulla lotta alla criminalita' organizzata che si e' tenuto a San Paolo, hanno prodotto una bozza di trattato di cooperazione. Il seminario era stato promosso dalla Procura nazionale Antimafia italiana e dalla Segreteria statale della Giustizia. L'accordo attualmente in vigore tra i due Paesi risale al 1995, elaborato nel 1989, e oggi ritenuto obsoleto.
Per l'Antimafia italiana era presente il viceprocuratore nazionale, Giusto Sciacchitano, che ha puntato l'indice contro il narcotraffico e la credenza da sfatare in America Latina per cui non esiste il crimine organizzato. "Non possiamo piu' chiuderci gli occhi. Che cos'e' il narcotraffico se non un crimine organizzato?" si e' chiesto retoricamente Sciacchitano.
I punti chiave della bozza d'accordo: videoconferenze per le deposizioni di testimoni e periti, protezione reciproca dei testimoni e delle vittime della criminalita' organizzata, la costituzione di una banca dati binazionale, dove vengano evidenziati i dati penali sul narcotraffico e sui sequestri di persone, e ancora, la confisca dei beni delle persone fisiche e giuridiche coinvolte nelle organizzazioni criminali "con l'inversione dell'onere della prova", ovvero saranno gli indagati che dovranno dimostrare la liceita' dei beni per poterli mantenere.
Il viceprocuratore Sciacchitano ha parlato di un "know-how" italiano da esportare in Brasile, facendo l'elenco delle norme penali che prevedono il carcere duro ai mafiosi, o il sistema dei collaboratori di giustizia che e' stato decisivo per smantellare la mafia.
 
 
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