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Brasile. Contrordine sui manifestanti del Liberation Day: non saranno indagati
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Articolo di Donatella Poretti
6 maggio 2002 15:23
 
I manifestanti per la legalizzazione della marijuana che sabato avevano celebrato il Liberation Day ad Ipanema possono tirare un sospiro di sollievo. Non saranno piu' accusati di apologia delle droghe, crimine che prevede una pena da 3 a 15 anni di carcere. Sabato il capo gabinetto della Polizia Civile, Pedro Paulo Pinho, aveva dichiarato che sarebbero stati indagati i circa 500 manifestanti. La dichiarazione non era piaciuta al segretario della Sicurezza Pubblica carioca, Roberto Aguiar, che si era dichiarato per la libera espressione delle idee, fattore indispensabile in una democrazia. Pinho, compiendo un giro di 360 gradi, ha chiarito la sua posizione: "sono stato interpretato male. La Polizia era presente solo per garantire una manifestazione democratica". Ma Pinho e' andato anche oltre dichiarandosi apertamente favorevole alla legalizzazione delle droghe: "come funzionario, ho il dovere di applicare la legge, ma sono cosciente che la liberalizzazione delle droghe sarebbe la strada migliore per combattere la violenza nello Stato. Come ad esempio era avvenuto a Chicago, negli Usa, quando solo con la fine della legge sul proibizionismo, negli anni 30, termino' la guerra tra bande per il controllo del contrabbando degli alcolici".
L'intervento della Polizia, che aveva filmato tutta la manifestazione, ha creato malumori all'interno del Governo carioca. L'attuale governatrice, Benedita da Silva, del Partito dei Lavoratori (Pt), ha difeso l'operato delle forze dell'ordine definendolo un atto dovuto. Benedita da Silva alle accuse piovute sul Pt di voler difendere la legalizzazione delle droghe, ha replicato che il suo partito non si occupa di queste questioni. A pensarla diversamente sono invece altri due esponenti del Partito dei Lavoratori, Chico Alencar e Calos Minc. Per Alencar la polizia non deve sprecare energie e forze per filmare manifestazioni pubbliche e pacifiche: "e' uno spreco di denaro, quando invece c'e' la necessita' di operare nelle zone a rischio per la violenza e criminalita'. Sono favorevole alla depenalizzazione dei consumatori". Minc che aveva parlato al telefono con il capo gabinetto della Polizia Civile, Pinho, racconta che "ha desistito dal proposito di indagare sui manifestanti, ed ha concordato che agli spacciatori non interessa difendere la liberazione delle droghe. I loro affari sono garantiti proprio dalla clandestinita'. Il punto centrale della manifestazione e' proprio quello di chi preferirebbe comprare la marijuana in un negozio, piuttosto che averla dalle mani dei banditi".
 
 
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