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Brasile. "Cidade de Deus": pulp fiction sul narcotraffico nella favela
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Articolo di Donatella Poretti
31 agosto 2002 21:04
 
E' uscito ieri nei cinema brasiliani, ma e' gia' stato apprezzato dalla critica del Festival di Cannes come film fuori concorso, e si parla anche di una sua nomitation per gli Oscar. "Cidade de Deus" sara' comunque l'evento cinematografico della stagione brasiliana, basato sul libro biografico di Paulo Lins, capovolge i canoni fino a ora utilizzati per il genere criminalita'-trafficanti-favelas presenti nella cinematografia brasiliana.
Due sono i protagonisti della favela "Cidade de Deus": la voce narrante, Buscapé, un giovane riluttante a commettere crimini e che vuole diventare fotografo, e Dadinho, che poi diventera' Zé Pequeno aspirante al titolo di bandito piu' rispettato della favela. Il film e' diretto da Fernando Meirelles, di una piu' grandi agenzie pubblicitarie dell'America Latina, e da Katia Lund, regista impegnata, e propone uno sguardo da dentro la favela. Il film e' senza una morale, non cerca neppure di trovare dei colpevoli, non cerca giustificazioni, ne' tratta i banditi come vittime. Narra semplicemente l'epopea violenta del narcotraffico nella favela carioca. E questo e' gia' abbastanza per sconcertare gli spettatori.
Tre tappe. Nella prima si racconta di un insieme di abitazioni e di piccoli reati. La seconda: inizia il traffico di droghe negli anni 70. La terza: la vera e propria guerra tra le bande del narcotraffico tra il 1979 e il 1981. Il film e' girato in diverse favelas di Rio de Janeiro, ma solo nell'ultima parte le scene si svolgono nella vera favela "Cidade de Deus", ed ha avuto bisogno dell'autorizzazione del narcotraffico per far entrare la troupe e girare le scene. Gli attori sono quasi tutti non professionisti, ma la selezione e' stata durissima, piu' di duemila sono stati i provini. Costo 3,3 milioni di Usd.
E' controcorrente e sovversivo anche nello stile, e' colorito, ironico, con un montaggio veloce, il paragone proposto e' stato quello del capolavoro di Quentin Tarantino Pulp Fiction, che lo ricorda anche nella colonna sonora.
La tecnica pubblicitaria del regista paulista Meirelles, abbinata alla musica, all'ironia e alla violenza assicurano l'effetto cazzotto nello stomaco, anche nel trailer del film.
 
 
 
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