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"Inchiesta matta", cosi' e' stata definita l'inchiesta che e' arrivata alla conclusione che, tutto sommato, Tim Lopes se l'e' cercata. Il termine della follia del resto non e' casuale, visto che "Elias Maluco" (il matto) e' il soprannome con cui e' conosciuto Elias Pereira da Silva, il capo del narcotraffico della favela di Villa Cruzeiro, l'assassino del giornalista di rete Globo, Tim Lopes, che stava indagando nei luoghi dei balli funk organizzati dai narcotrafficanti.
Elias Maluco che aveva giustiziato a colpi di sciabola lo scorso 2 giugno il reporter e' ancora libero, e l'inchiesta giudiziaria affidata all'ispettore della polizia Daniel Gomes spiega come Lopes era andato in una favela dove sapevano chi era e per cercare di realizzare delle immagini migliori si e' fatto scoprire. Le testuali parole usate sono state: "ha lasciato che la sua ragione venisse travolta dalle emozioni, fattore che ha causato la sua cattura e quindi la sua morte".
Lo scandalo e' esploso. Benedita da Silva, governatrice dello Stato di Rio de Janeiro ha esonerato il delegato della Segreteria alla Sicurezza, Sergio Falante, che era responsabile per le indagini. Con una nota ufficiale la governatrice ha sottolineato come le conclusioni dell'indagine non sono condivise dalla sua amministrazione, riconoscendo anche "il grado di corrosione e deterioramento nel quale si trova gran parte dell'apparato della Polizia dello Stato di Rio de Janeiro". Anche il prefetto carioca Cesar Maia non concorda con l'indagine, definendola "stravagante". Maia chiede una nuova inchiesta per affrontare un caso gravissimo, quale e' stato quello dell'assassinio del reporter. Desolante il commento del presidente del Tribunale, Marcus Faver, che ammette: quando non ci sono arresti in fragrante "esistono grandi possibilita' che il crimine rimanga impunito".
Un evento che ha commosso e scosso tutto il Brasile, segna una tappa in cui lo Stato ammette il suo stesso fallimento.