I cocaleros sospenderanno i blocchi stradali mentre il Governo ritirera' i militari dalla regione e interrompera' le eradicazioni delle coltivazioni di coca, almeno per il periodo di tempo in cui le parti cercheranno di raggiungere una soluzione definitiva.
Ieri a Shinahota (180 chilometri a est di Cochabamba, nella regione del Chapare) e' stata raggiunta una tregua e un accordo per un vertice nazionale sulla coca. Lo scopo e' quello di porre fine al conflitto che vede contrapposti Governo e produttori di coca, che sta insanguinando il tropico. Solo nell'ultimo mese ci sono stati 12 morti e decine di feriti. L'accordo raggiunto nella giornata di ieri, per la prima volta verbale e non scritto, prevede una riunione che sara' organizzata dalla Chiesa cattolica a partire dalla prossima settimana, da tenersi a Cochabamba (il Governo vedrebbe di buon occhio la data di martedi' prossimo, mentre per i cocaleros l'ideale sarebbe il 10 e 11 dicembre).
L'incontro ha visto la partecipazione del ministro dell'Interno, Leopoldo Fernandez, e quello della Difesa, Oscar Guilarte. Alle dieci e trenta del mattino la delegazione del Governo e' arrivata a Shinahota. La piazza principale davanti al Comune era gremita, i cocaleros erano piu' di 1.500. Microfoni, altoparlanti e per tre ore i ministri hanno ascoltato le testimonianze dei contadini e del loro leader, il deputato cocaleros, Evo Morales.
Le richieste sono sempre le stesse, e anche le posizioni in campo non sembrano essersi modificate. I contadini lamentano che le coltivazioni alternative alla coca non hanno mercato, si vendono male e a prezzi troppo bassi. La richiesta e' percio' la possibilita' di coltivare contemporaneamente un 'cato' (un terzo di ettaro a famiglia) a coca. Ma anche la risposta del Governo sembra essere ferma e contraria a ritornare sulla decisione ormai presa di impedire le coltivazioni di coca in eccedenza. Morales ha chiesto "perche' preferite usare i proiettili contro la popolazione invece di pensare ad un negoziato, accettando il 'cato' di coca, che e' l'unica forma di sopravvivenza?".
La tregua -raggiunta dopo l'interessamento della Chiesa e le denunce del Difensore del Popolo e dell'Assemblea dei diritti umani sulle violenze verso la popolazione del tropico- si regge ora su di un filo molto labile, e le mediazioni saranno importanti, perche' comunque entrambe le parti contrapposte dovranno cedere qualcosa, senza rimetterci la faccia (il Governo) e la vita (i cocaleros).