testata ADUC
Bolivia. Morales e la coca: strumento o fine?
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Donatella Poretti
1 dicembre 2002 21:35
 
L'incontro tra Evo Morales, leader dei cocaleros e il presidente boliviano Gonzalo Sánchez de Lozada si terra' domani. Una prima riunione era stata fissata per il venerdi' 29 novembre, ma il presidente ha chiesto di spostarla, e nonostante i mugugni dei cocaleros, Morales ha accettato.
Tema centrale dei colloqui resta quello della sospensione dello sradicamento delle piantagioni illegali, considerata "la prima preoccupazione dei cocaleros", come ha ricordato lo stesso Morales, dirigente del Movimento al Socialismo (Mas). Di fronte al possibile "no" del Governo -che in realta' si da per scontato- il movimento sta gia' organizzando nuove mobilitazioni, "ma questa volta -ha detto il leader dei cocaleros- avranno ben piu' ampia portata, perche' saranno coordinate direttamente con altri settori sindacali e riguarderanno anche l'Area di libero commercio delle Americhe e il problema della distribuzione della terra". In merito all'insistenza degli Stati Uniti, che hanno minacciato di sospendere le tariffe preferenziali applicate alle esportazioni boliviane verso gli Usa -regolate dall'Apta (Ley de preferencias arancelarias andina)- in caso di interruzione delle operazioni antidroga, Morales ha parlato di "semplice ricatto". Da parte sua, il ministro degli Esteri Carlos Saavedra Bruno ha replicato che l'esecutivo si vede obbligato a proseguire con le operazioni di distruzione delle coltivazioni illegali. "Strategicamente non ci saranno cambiamenti nella politica antidroga del Governo", ha infatti precisato il ministro.

Ma Evo Morales e' sempre il leader dei cocaleros? Questa domanda inizia a circolare tra i campesinos del tropico del Cochabamba. Morales quanto e' interessato a risolvere il problema della coca, o quanto ad usarlo per la sua strategia politica a piu' ampio raggio?
"Io credo che quello che vuole Evo Morales e' mantenere il conflitto aperto, perche' e' un meccanismo di mobilitazione politica. Dunque, per il suo progetto politico, non gli interessa risolvere il problema della coca, gli interessa mantenerlo", osserva Roberto Laserna, politologo boliviano.
Di sicuro c'e' che gli stessi dirigenti dei cocaleros riconoscono l'esistenza di un malessere nella base del movimento, stesso malessere che del resto circola nel partito di Morales, il secondo partito presente nelle assemblee legislative, con cui Morales e' arrivato secondo alle presidenziali di quest'anno. Il Mas ha 35 parlamentari in tutto, 27 deputati e 8 senatori e al suo interno si possono rintracciare correnti politiche che vanno dagli anarchici ai guevaristi, dagli indigenisti ai troskisti, da una sinistra piu' tradizionale fino ai maoisti. Ma Morales, divenuto famoso proprio come leader dei cocaleros, pensa ancora a quei contadini che non sanno come abbandonare le loro coltivazioni di foglia illegale senza avere alternative credibili e fattibili, quando va in gita a Cuba e diventa la star dell'incontro, appena concluso, e che vedeva riunite tutte le sfumature della lotta al neoliberismo del continente latinoamericano? Se fino ad ora l'idillio era completo, e la lotta al modello economico proposto dagli Stati Uniti alla Bolivia sembrava potesse essere la naturale conseguenza della lotta per la coca, qualcuno oggi ne inizia a dubitare. E se fosse il contrario?
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS