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Bolivia. Lotta armata per i cocaleros, via libera di Evo Morales
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Articolo di Donatella Poretti
12 agosto 2002 20:01
 
La tregua non ha retto. Nonostante i tentativi del neopresidente boliviano, Sanchez de Lozada, nel chiedere cooperazione e collaborazione a tutti per far uscire il Paese dalla crisi, e nonostante gli annunci tranquillizzanti rispetto al ritiro dei militari dalle zone cocalere del Dipartimento del Chapare, lo scontro inevitabilmente e' avvenuto. Giovedi' scorso 600 eradicatori si sono ritrovati contro i campesinos e i cocaleros, risultato 5 militari e 18 campesinos feriti.
Ieri l'annuncio di Evo Morales, leader dei cocaleros e deputato del Mas, che si e' disputato con Sanchez de Lozada la presidenza del Paese: riattivare le autodifese armate dei coltivatori della coca per proteggere le loro piantagioni illegali dalle operazioni di eradicazione forzata. Feliciano Mamani, segretario esecutivo della Confederazione dei campesinos del tropico del Cochabamba, ha detto: "Evo (Morales) non solo ha approvato le autodifese, ma ha sollecitato le sei federazioni del Cochabamba ad adottare lo stesso sistema".
Nel frattempo il presidente venezuelano Hugo Chávez, approfittando lo scorsa settimana della sua visita in Bolivia per l'investitura presidenziale, si e' incontrato con Morales offrendogli collaborazione e aiuti per rafforzare il movimento indigeno. Morales e' divenuto una nuova icona del rifiuto del modello dell'economia di mercato, della globalizzazione e delle politiche antidroga applicate dagli Usa nella regione, e l'alleanza con Chávez e' per certi versi naturale. Sulle conseguenze non sapremo dire.
 
 
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