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Argentina. Intervista a Zaffaroni: il narcotraffico e' un problema economico
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Articolo di Donatella Poretti
6 maggio 2002 20:54
 
Il problema del narcotraffico non puo' essere risolto con le legislazioni penali o carcerarie, poiche' per la sua globalizzazione, per l'enormita' dei flussi di capitale che coinvolge e i forti interessi collegati a questa attivita' illegale, dovranno essere l'economia e la politica a risolvere questo "Frankenstein" che si e' creato. Questo e' il senso dell'intervista che Eugenio Raul Zaffaroni, penalista argentino e uno dei maggiori esperti sull'evoluzione del Diritto a livello mondiale, ha rilasciato al quotidiano messicano "El Universal" nei giorni scorsi. L'ex direttore generale dell'Istituto Latinoamericano per la Prevenzione del Crimine delle Nazioni Unite ha parlato delle nuove tendenze criminali all'interno della globalizzazione, sottolineando che i delitti finanziari, o contro le economie nazionali, sono quelli che preoccupano di piu' a livello mondiale, dato che sono in grado di piegare un Paese, un'intera generazione o un'intera societa' per anni, senza che ci sia modo di colpire i responsabili. Zaffaroni nell'intervista spiega inoltre che e' una menzogna dire che si sta combattendo a livello mondiale il riciclaggio del denaro, al contrario quest'attivita' illegale se la stanno disputando le stesse banche. "Se volevano combattere il riciclaggio del denaro, i marines sarebbero gia' sbarcati in tutti i rifugi o i paradisi fiscali. Se non sono sbarcati, significa che non interessa". Zaffaroni, docente di Scienze Giuridiche, professore e ricercatore della Facolta' di Diritto dell'Universita' di Buenos Aires, ritiene che la crescita globale dei crimini implica l'esaurimento di una tappa del capitalismo, o del libero mercato, una tappa in cui si genera un capitalismo criminale e improduttivo, il cui unico obbiettivo finanziario e' ottenere maggiori guadagni nel minor tempo possibile. La legge penale non sta combattendo il narcotraffico, e tantomeno lo ha fatto scomparire. Lo ha solo reso piu' rischioso, e cosi' ha aumentato il suo prezzo, ha allargato il terreno per la corruzione e ha ristretto il commercio in un numero minore di persone coinvolte, come nel caso del riciclaggio del denaro, che si e' tecnologizzato, si realizza nelle banche ed e' piu' caro. "Tutto quello che e' stato fatto in 30 anni in materia di droghe, e' criminale", grazie alle politiche adottate "non abbiamo ridotto la tossicodipendenza, che al contrario e' aumentata, e abbiamo diffuso un consumo incontrollato e un abuso dei narcotici". "In questa materia non rimane altra soluzione che liberare la circolazione dei narcotici, allo stesso modo in cui si vendono le bevande alcoliche o qualsiasi altra droga legalizzata". Nonostante questo Zaffaroni aggiunge di non sapere se e' davvero possibile in questo momento legalizzare le droghe "perche' non conosco l'effetto che potrebbe produrre una caduta verticale del prezzo della cocaina nel mercato. Molto probabilmente potrebbe creare una recessione economica, poiche' non si sa dove potrebbero andare questi 500 mila milioni di dollari". Questo e' stato un gioco in cui si e' lasciato nascere un vero e proprio "Frankenstein", con interessi che sono divenuti troppo forti e i cui flussi di denaro hanno un volume tale che sono in grado di colpire le finanze internazionali. "Io non so come smontarlo, questa e' una domanda per un economista. E' un problema di economia e di politica, non e' un problema penale".
 
 
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