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Arabia Saudita. Riabilitazioni hora et labora
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Articolo di Benedetta Marziali
11 febbraio 2002 20:40
 
I 35 giustiziati per traffico di stupefacenti nel 2000 dovrebbero parlare chiaro su quali siano le politiche antidroga. I fatti dimostrano -pero'- il labile potere deterrente del metodo, e il Regno affronta cosi' la sua prima ondata di emergenza tossicodipendenze. I trafficanti stanno uscendo allo scoperto, forti di un mercato sensibile al richiamo del proibito che viene dal regime di costrizione al quale e' sottoposto: proibiti cinema, teatri, concerti, discoteche e, per le donne, anche alcune attivita' sportive. Il 65% della popolazione ha meno di 25 anni. Secondo il rapporto annuale sulle droghe del dipartimento di Stato, l'Arabia Saudita sta diventando un obiettivo ambito per i trafficanti di stupefacenti. Cosi', accanto alla spada che punisce, sono sorti 4 centri di riabilitazione, una goccia nel deserto dei 21.000.000 residenti del regno. A strutture, terapie e personale di respiro internazionale, si affiancano pratiche religiose di monastica memoria: alla camera privata con bagno si aggiunge il tappetino sul quale ogni paziente si inginocchia cinque volte al giorno, rivolto verso La Mecca. Le icone devozionali dipinte da un ex -personaggio di un'epica religioso-riabilitatoria- suggeriscono l'approccio al problema: "La droga conduce al crimine che conduce alla morte". Dal motto del primo pannello "Non ucciderti perche' Dio e' misericordioso", si passa all'illustrazione dell'ultimo che vede il peccatore -mani legate, coperto di sangue- sul quale campeggia "Non ti abbiamo ucciso noi, tu hai ucciso te stesso".
Dio si coniuga solo al maschile: nessuna riabilitazione per le donne, perche' "generalmente non hanno questo tipo di problemi" come sentenzia Ossama T. Osman, che puntualmente i fatti sconfessano: "molte donne, soprattutto quelle confinate tra le mura domestiche, soffrono di depressione e l'automedicazione, spinta all'abuso, e' la forma piu' frequente di terapia" (*).
"Ogni tipo di droga e' reperibile, basta sapere dove cercarla". La dichiarazione -anonima- chiosa un lungo elenco di politiche dei traffici, incluso quello basato sui pellegrini in viaggio da/per La Mecca.


(*) la dichiarazione e' di un'anonima psichiatra donna, operatrice di un ospedale psichiatrico del Regno.
 
 
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