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Anversa, il narco-universo spietato
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Articolo di Redazione
26 dicembre 2022 10:28
 
Diventato in soli dieci anni il principale hub della cocaina in Europa, il porto fiammingo è un caso da manuale che dimostra come il narcotraffico possa corrompere alla portata di una città, di un Paese, persino di un continente.

Se sei un fan delle serie Narcos o The Wire, che trattano del traffico di droga in Colombia e nella regione di Baltimora, se sei un fan dei romanzi di Don Winslow, e in particolare di Cartel, che ha come protagonista un doppio El Chapo, uno dei i più formidabili narcotrafficanti del mondo, capirete, leggendo l'incredibile inchiesta che pubblichiamo su questo hub che è diventato Anversa, che la realtà a volte è impressionante quanto la finzione. E forse anche di più. In soli dieci anni il porto fiammingo è diventato il principale varco della cocaina in Europa: in questo periodo il quantitativo di cocaina intercettato si è moltiplicato per quindici e dovrebbe raggiungere un nuovo record nel 2022 con un centinaio di tonnellate sequestrate. Per consolidare la presa sulla città, i trafficanti si infiltrano in tutti gli strati della società belga, reclutano portuali ricattandoli, nascondono la merce in caschi di banane o radici di manioca e giocano sul fatto che meno del 2% dei container venga controllato.

Ciò rende Anversa un vero e proprio caso da manuale che dimostra come il traffico di droga possa corrompere le dimensioni di una città, di un paese, persino di un continente. Come combattere questo fenomeno che a prima vista sembra fuori controllo? Gli investigatori belgi, francesi e olandesi hanno compiuto un passo da gigante, all'inizio del 2021, sfondando un sistema di messaggistica apprezzato dai criminali e ritenuto fino ad allora inviolabile, Sky ECC, una vera e propria scatola nera per il traffico di droga, che ha permesso loro di scoprire quasi un miliardo di messaggi e video di decapitazioni o torture. Questo "WikiLeaks del crimine organizzato", come alcuni lo chiamano, si è rivelato una miniera d'oro per la polizia europea. Ciò dimostra che la cooperazione internazionale è davvero l'unico modo per combattere la tratta che ignora i confini. La Francia, del resto, farebbe bene a guardarsi da alcuni suoi porti, a cominciare da quello di Le Havre dove la situazione, pur non essendo paragonabile a quella di Anversa, comincia a preoccupare le autorità.

(Alexandra Schwartzbrod su Libération del 25/12/2022)

 
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