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America Latina. Gli Usa vorrebbero l'Esercito contro il narcoterrorismo
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Articolo di a cura di Donatella Poretti
4 marzo 2003 18:58
 
"Gli Usa vogliono gli eserciti contro il traffico in America Latina", e' il titolo di un articolo pubblicato oggi dal quotidiano brasiliano "O Estado de S. Paulo" e firmato dal corrispondente a Washington, Paulo Sotero. Lo riportiamo integralmente, trattandosi di un retroscena di una riunione a porte chiuse.

Quattro decenni dopo la "minaccia comunista" che aveva portato gli Stati Uniti ad esportare la loro dottrina di sicurezza nel continente, con i ben noti risultati, il Pentagono ha delineato le fondamenta di una nuova dottrina di sicurezza regionale e sta proponendo una ridefinizione delle missioni delle Forze Armate nel continente. "Nel 2003, e in un futuro prevedibile, la minaccia, per ciascuno dei nostri Paesi, non e' la forza militare dei Paesi vicini o l'invasione di una qualche potenza straniera" ha detto James Hill, capo del Comando Sud delle forze amate Usa nel corso di una conferenza riservata sulla sicurezza regionale promossa dall'Organizzazione degli Stati Americani. "La minaccia di oggi e' quella terrorista, quella del narcotraffico, dei trafficanti di armi, dei falsificatori di documenti, dei capi del crimine internazionale e di chi ricicla il denaro", ha precisato il generale.

L'ufficiale americano ha segnalato l'esistenza di legami diretti tra i "terroristi" del narcotraffico e i gruppi radicali islamici che operano in vari Paesi dell'America del Sud. Questi gruppi agiscono "in spazi non governati" della regione e suggerendo ai Governi di "rimuovere" gli impedimenti legali esistenti in diversi Paesi -tra questi anche il Brasile- per la partecipazione dei militari in attivita' di polizia.

"Abbiamo bisogno di rivalutare le nostre Forze Armate, di sicurezza e gli accordi collettivi, per aumentare la cooperazione", ha detto Hill. "Io non diro' mai che e' finita l'epoca per la funzione militare tradizionale (nel continente), ma e' certo che e' necessaria una sua evoluzione per sconfiggere le minacce del 21 secolo", ha affermato Hill. "Dobbiamo avere il coraggio e l'onesta' di valutare come le nostre forze armate sono configurate, addestrate e equipaggiate -e, piu' importante ancora, che comunichino bene con i servizi omologhi e con altre forze di sicurezza dei Paesi vicini e come questi si sostengano a vicenda", ha detto il generale.

Hill ha informato che il Governo Usa e il Comando Sud stanno lavorando ad iniziative per promuovere questo tipo di cooperazione tra le Forze Armate della regione. La collaborazione tra i militari e le forze di polizia e i servizi di frontiera sono un elemento della strategia. Hill ritiene che il Brasile non possa ignorare la portata della minaccia dato che, oltre ad essere una rotta del traffico internazionale di cocaina, il Paese sarebbe oggi il secondo maggior consumatore mondiale di questa droga, dopo gli Usa.

Questa informazione non figura nella relazione annuale sul traffico di droghe illegali resa nota ieri dal Dipartimento di Stato, ma la decisione del presidente Luiz Inacio Lula da Silva di mobilitare l'Esercito per garantire la sicurezza di Rio durante il carnevale, sara' sicuramente utilizzata dal Pentagono a difesa delle argomentazioni presentate da Hill.

Il capo del Comando Sud ha descritto il "narcoterrorismo" come un'erba velenosa che e' piantata, coltivata e che cresce nel terreno fertile degli spazi non governati". La minaccia "e' annaffiata e concimata con il denaro della droga, la vendita illegale di armi e il traffico delle persone, e non rispetta nessuna frontiera geografica o morale", ha enfatizzato Hill nel suo intervento.

Sebbene ora sia la Colombia l'esempio vivente di questa minaccia, il generale ha detto che "i narcoterroristi e altri gruppi armati illegali operano nella zona meridionale di Panama, nel nord dell'Ecuador, nel sud del Peru', in alcune zone del Venezuela e nell'area della triplice frontiera (Paraguay, Argentina e Brasile, ndr); questi gruppi sono coinvolti nei sequestri in Venezuela, in Ecuador e in Paraguay e realizzano contrabbando di armi e droghe in Brasile, Suriname, Guaiana, Messico e Peru'".

Secondo Hill, questi gruppi usano le stesse rotte e la stessa infrastruttura del contrabbando di droghe, armi, immigranti illegali e altre attivita' illecite, e che comprende un mercato in crescita di passaporti e visti falsi.

Questo mercato sarebbe alimentato da narcoterroristi e gruppi islamici radicali collegati ad Hamas, Hezbollah, Al Gammaat e altri, ha sostenuto il generale statunitense. "Questi operano a partire dalla triplice frontiera e da altri luoghi, come l'isola Margarita, in Venezuela, e generano centinaia di milioni, se non miliardi di dollari attraverso il traffico con i narcoterroristi". Per il generale "e' un fatto, non una speculazione, che la vendita di droghe e il riciclaggio di denaro finanzino le operazioni terroriste di tutto il mondo".

"Le Forze Armate (della regione) hanno bisogno, nell'ambito dei limiti legali e costituzionali, di appoggiarsi e cooperare con la polizia per combattere le droghe e le altre minacce trasnazionali", ha affermato il generale americano.
 
 
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