Il governo del Giappone ha deciso, siccome le entrate fiscali da consumi di alcolici sono in forte calo, di
lanciare una campagna perché i giovani ne consumino di più. Ovviamente non hanno fatto “all’italiana” con incentivi per chi beve di più, ma con la tipica riservatezza e mitezza nipponica hanno operato per “un uso appropriato di alcolici”.
Nel governo giapponese, come in tanti altri governi nel mondo, sulle questioni droghe (1) non sono ben informati, così come su fisco e modernità. Ok, è vero che in Giappone prima che qualcosa cambi non si sa quanti imperatori debbano passare (2) ma, senza pretese,
osiamo dare un'idea:
le abitudini cambiano anche perché ciò che prima si riteneva normale e a suo modo sano (un sakè, dicono, sembra che non abbia mai fatto male a nessuno), oggi, con l’evoluzione delle conoscenze scientifiche viene considerato dannoso e lo si dice molto in giro; è quindi logico che i consumi calino. Nel contempo, ciò che per un motivo prettamente politico ed ideologico negli ultimi cinquanta anni è stata considerata veleno e morte, la cannabis, viene rivalutata medicalmente con, in alcuni ambiti, proprietà migliori della tradizionale farmacopea, ma anche valutata a basso e limitato rischio per un uso ricreativo euforizzante. E dove questa valutazione è servita a legalizzare la pianta, che comunque era molto consumata grazie al mercato nero gestito da delinquenze, oltre al vantaggio di stroncare il business di queste delinquenze, ci sono stati introiti fiscali inaspettati quanto vantaggiosi che, in diversi casi, hanno aiutato molti problemi amministrativi (3).
Il consiglio al Giappone è di prendere atto che il mondo delle droghe è cambiato e sta cambiando. Sappiamo che per la cannabis (e non solo) il Giappone è un Paese molto proibizionista e con severe punizioni per i trasgressori… ma forse è bene farci un pensierino… senza dover neanche fare chissà quale innovazione rispetto al resto del mondo… che va tutto verso la legalizzazione.
A parte il nostro essere "statisti" e dare consigli all’impero del Giappone, questa vicenda ci ha appassionato perché è
speculare a diversi approcci ideologici e non pratici e scientifici alle attuali droghe illegali, cannabis nel nostro caso.
Si pensi, per esempio, che
i partiti dati vincenti nella campagna elettorale in corso in Italia, vogliono cancellare alcune depenalizzazioni vigenti per i consumi di cannabis e rivedere anche le autorizzazioni per l’uso medico di questa pianta. E lo dicono bevendo e strabevendo alcolici di ogni tipo. Non affrontano mai il problema da statisti, ma solo ideologicamente: la droga non legale fa male e quindi va proibita, la droga legale (4) invece fa sempre bene.
Siamo sicuri che, a parte la mia amica Kimiko di Tokyo con cui ci scambiamo spesso opinioni, nessun altro giapponese leggerà i nostri consigli (soprattutto con una qualche carica istituzionale) e si “
illuminerà” di conseguenza… anche se, come si dice
“abbiamo scoperto l’acqua calda”.
Rimane comunque la campagna giapponese di incentivi al consumo di alcolici, tanto speranzosa economicamente quanto sanitariamente e disperatamente... controcorrente.
Abbiamo scritto per l’Impero del Sol Levante, ma sono riflessioni che valgono anche per tutti i “Giappone” del mondo, inclusi quelli che non intendono incentivare i consumi di alcolici.
1 - per chi avesse ancora deficit di informazione, l’alcool è la droga che provoca più morti nel mondo.
2 – a parte, purtroppo, la tragedia di Hiroshima del secolo scorso dove il cambiamento alle abitudini/decisioni imperiali fu imposto con violenza.
3 - diversi Stati Usa e il Canada, in cui la legalizzazione - medica e/o ricreativa- c’è stata, oggi vivono un nuovo “new deal” fiscale.
4 – su cui c’è un gigantesco indotto di redditi, fisco e cultura… proprio perché legale...
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