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Aids: scambio siringhe e condom. Responsabili i Governi che non implementano. Studio
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Articolo di Kate Kelland
2 marzo 2010 12:31
 
Più del 90% dei 16 milioni di dipendenti da droghe da iniezione non riceve aiuto per evitare di contrarre l'Aids. I Governi che ignorano questi soggetti stanno alimentando una emergenza sanitaria pubblica. Questa l'accusa da esperti di tossicodipendenze.
L'emergenza sanitaria sta crescendo in Paesi come Russia, Cina, Malesia e Thailandia, spiegano i ricercatori, luoghi dove la popolazione tossicodipendente non è coinvolta nei programmi contro l'Hiv/Aids.
Le droghe da iniezione sono sempre più una importante fonte di trasmissione di Hiv in numerosi Paesi. I contagi avvengono ad esempio attraverso la condivisione di siringhe e il sesso non protetto.
Dei circa 16 milioni di tossicodipendenti da sostanze da iniezione nel mondo, circa 3 milioni sarebbero sieropositivi. La popolazione tossicodipendente costituirebbe, secondo le stime dei ricercatori, il 10% dei malati di Hiv nel mondo.
In Russia, ad esempio, c'è un milione di tossicodipendenti sieropositivi, e circa il 65% delle nuove infezioni di Hiv deriva dall'uso di siringhe infettate.
"Anche se il numero di Paesi con un buon livello di servizi di prevenzione Hiv sta crescendo, il livello di copertura per la popolazione tossicodipendente è basso in numerosi Paesi", spiega Bradley Mathers dell'Università del New South Wales in Australia, direttore di uno studio sulla prevenzione pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet.
Misure di prevenzione come la distribuzione di siringhe pulite, condom e sostanze sostitutive come il metadone, sono considerate dagli esperti come essenziali per porre fine all'epidemia di Hiv e Aids. Ma alcuni Governi, accusano i ricercatori, non offrono questi servizi per il timore di essere considerati troppo teneri con la droga.
Gerry Stimson, direttore della International Harm Reduction Association, accusa questi Paesi di "fare politica sulla vita delle persone" e sono milioni i tossicodipendenti che rischiano la vita a causa di queste politiche.
Secondo le Nazioni Unite, UNAIDS, il 30% dei casi di trasmissione di Hiv al di fuori dell'Africa subsahariana è causato da l'uso di siringhe infette. Stimson punta il dito soprattutto contro la Russia, che sta diventando la regione con il più alto tasso di crescita di casi di Hiv a causa della negligenza della popolazione tossicodipendente.
I ricercatori hanno rivelato che solo l'8% dei tossicodipendenti nel mondo ha avuto a disposizione programmi di scambio siringhe e accesso a siringhe pulite nel 2009. Si va dalla Repubblica Ceca, dove il 100% dei tossicodipendenti ha accesso a programmi di prevenzione, a Paesi come Cina, Malesia e Thailandia con percentuali modestissime che sfiorano il 3%.
Gli studiosi concludono lo studio con questa ammonizione: i livelli attuali di assistenza e trattamento per i tossicodipendenti "non sono sufficienti a prevenire, bloccare e far regredire l'epidemia di Hiv in questa popolazione".
Don Des Jarlais, del Beth Israel Medical Center di New York, spiega che il basso livello di servizi dimostra come alcuni Governi debbano adeguare le proprie politiche "all'evidenza scientifica". "Uno sforzo sostenuto a lungo termine per proteggere la salute di quegli individui che consumano droghe lecite e illecite richiede che i politici si dotino di un minimo di competenza scientifica sul consumo di droghe e sulla tossicodipendenza", scrive la scienziata.
(Fonte: Reuters)
 
 
 
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