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Afghanistan. Eroina, sempre eroina e ancora eroina. Gli Usa sottovalutano e in molti ci mangiano
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Articolo di Vincenzo Donvito
13 ottobre 2002 19:58
 
Nella citta' di Iman Sahib, nel nord dell'Afghanistan, si stima che vi siano 417 laboratori che trasformano il papavero da oppio in eroina. La resina estratta dai papaveri essiccati poi prende la strada dei bazar del Tajikistan e del Turkmenistan, per finire sulle strade della Russia, dell'Europa e degli Usa. I responsabili degli uffici adibiti al controllo delle droghe in Tajikistan stimano che la produzione in questa citta' sia di circa 34 Kg al giorno.
Ma il governatore di Iman Sahib non e' della stessa idea. "Non ci sono laboratori di droghe qui", dice in modo perentorio. Mentre il capo della polizia, Abdul Kayum, dice:"il problema della droga era molto grave durante il periodo dei Taliban. Ma i Taliban non ci sono piu', e questo business e' stato eliminato".
Ma secondo gli esperti internazionali che studiano i traffici di droghe, la produzione di eroina, dopo la fine del regime dei Taliban, e' aumentata. Con relativi problemi di sicurezza, perche' questi traffici sono tradizionalmente fonte di sostentamento per i gruppi terroristici.
Nel 1999 i Taliban avevano imposto un divieto assoluto di due anni per la coltivazione del papavero da oppio e la produzione di eroina. Le forze dell'ordine sostenevano che il business dell'oppio fosse anti-islamico, ma gli esperti occidentali hanno sempre pensato che si trattava di una strategia per far aumentare il prezzo della sostanza.
Dopo la breve pausa in cui i Taliban lottavano contro l'Alleanza del Nord, i laboratori di Imam Sahib, e non solo, hanno ripreso a pieno ritmo. Lo dice Antonella Deledda, rappresentante di zona per l'Undcp, l'ufficio delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine. E aggiunge -dal suo ufficio a Tashkent, la capitale dell'Uzbekistan che confina con l'Afghanistan- che lo stesso Afghanistan e' sempre stato un luogo molto facile per i narcotrafficanti, che ora si sono riorganizzati.
Quando la citta' cadde nelle mani delle forze alleate degli Usa lo scorso inverno, furono rinvenuti moltissimi laboratori che confezionavano l'eroina in scatole di circa un Kg con impresso il simbolo dello scorpione. Cosi' confezionata, l'eroina prende la cosiddetta "Great Drug Route" verso l'Europa, dice Maj Avaz Yuldashev, portavoce della Agenzia per il controllo delle droghe in Tajikistan, durante una conferenza stampa nel suo ufficio a Dushanbe, la capitale del Tajikistan, dove ha mostrato ai giornalisti questi particolari contenitori che, proprio per i simboli che hanno impressi sopra, indicando la provenienza, vogliono dire che sono di "qualita' garantita".
Queste scatole, passando di mano in mano aumentano il loro valore in modo vertiginoso: circa mezzo chilo di eroina -prodotta da circa cinque Kg di oppio- vale 300 Usd in Afghanistan, che diventano 30 mila quando arriva in Europa.
L'Undcp stima che tra 2 mila e 2 mila 700 tonnellate di oppio afghano sono state immesse nel mercato quest'anno, rispetto alle 185 tonnellate del 2001. Nel momento in cui la produzione afghana tocco' il picco piu' alto, nel 1999, fu di 4.565 tonnellate di oppio, il 75% della produzione a livello mondiale
Ma nonostante questo, i vecchi comandanti dell'Alleanza del Nord, non sono stati accusati di avere le mani in questo business.
"Alcuni laboratori sono sotto il controllo dei leaders delle zone, dei boss e dei comandanti della guerra", dice il generale Rustam Nazarov, capo dell'Agenzia anti-droga del Tajikistan, ma alcun nome e' stato mai fatto direttamente. E aggiunge: la guerra degli Usa contro il terrorismo non potra' avere successo se non si concentra su queste produzioni e questi traffici.
Un ufficiale Usa di stanza a Dushanbe fa sapere che il suo Paese sta incoraggiando la lotta al business dell'oppio in Afghanistan, "cosi' da creare un senso di legalita'", ma i risultati si potranno avere solo sul lungo periodo. "Per il momento il nostro sforzo e' che la zona sia esente dal terrorismo", dice il nostro ufficiale.
Durante la stagione della mietitura del papavero, lo scorso aprile, il Governo provvisorio di Hamid Karzai ha usufruito di aiuti internazionali per 67 milioni di Usd al fine di compensare i contadini che avevano distrutto le loro coltivazioni di papavero da oppio. Questo voleva dire un rimborso di 300 Usd per terreni di poco meno di mezzo ettaro, mentre nella stessa superficie la produzione di papavero da oppio fruttava circa 1.000 Usd .. e molti contadini sono tornati a coltivare questo papavero. L'Undcp stima che ci siano tra 45 mila e 65 mila ettari di terra che in Afghanistan sono coltivati a papavero da oppio.
Una situazione che e' resa ancora piu' difficile dal coinvolgimento di diversi ufficiali del Governo nei traffici di droga, cosi' come fa sapere Tamara Makarenko, studiosa del business delle droghe nell'Asia centrale per l'Universita' di Glamorgan nel Galles (Gran Bretagna). Una accusa che invece la polizia tajika di frontiera fa verso i colleghi russi che, in 10 mila, controllano circa 1.000 Km di frontiera che corrono tra il Tajikistan e l'Afghanistan: "perche' no? La tentazione e' forte", dice il portavoce dell'agenzia antidroga di questo Paese. La polizia russa di frontiera, che ogni giorno e' impegnata in conflitti a fuoco con i trafficanti, nega pero' ogni coinvolgimento. Ma Rommel, comandante della polizia locale di Imam Sahib che controlla con 2 mila guardie afghane questa frontiera, dichiara che le frontiere con il Tajikistan sono molto ben controllate, con mine e soldati ogni 50 Km, ma se la droga vi transita, non c'e' necessariamente un rapporto con le guardie tajike.
 
 
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