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 ITALIA - ITALIA - Tossicodipendenti. Aumentano quelli con problemi psichiatrici
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4 ottobre 2010 19:31
 
Aumentano i tossicodipendenti affetti da problemi psichiatrici, l'alcol e' la sostanza piu' usata da persone con problemi psichici e al Nord si registra il maggior numero di pazienti in carico presso le strutture sanitarie preposte (Psichiatria, SerT e Comunita' terapeutiche). Sono i dati emersi dalla Ricerca Paddi (Psychiatric and Addictive Dual Diagnosis in Italy) presentata oggi presso l'Universita' degli Studi di Milano-Bicocca, nel corso del meeting Bridging the gap between science and practice in the addiction field organizzato dall'International Society of addiction medicine (Isam) in programma fino al 7 ottobre. La ricerca, coordinata da Massimo Clerici del Dipartimento di Neuroscienze e tecnologie biomediche dell'Universita' di Milano-Bicocca, in collaborazione con la Societa' italiana di Psichiatria delle Dipendenze, e' stata condotta presso i Dipartimenti di salute mentale italiani (Dsm) e presso le Comunita' terapeutiche italiane. "Quella della doppia diagnosi - spiega Clerici -, la coesistenza nel medesimo individuo di un disturbo dovuto al consumo di sostanze psicoattive e di un altro disturbo psichiatrico, e' un'emergenza diffusa, che impone una svolta nella modalita' della presa in carico e dell'assistenza. Di notevole interesse e' il dato che solo un quarto degli utenti dei programmi tradizionali si sia rivolto a servizi ambulatoriali specialistici per problemi psicologici, dimostrando quanto le problematiche di ordine psichico non vengano riconosciute nel momento in cui i pazienti vengono presi in carico dai servizi".
Sono stati 38 i Dsm (21 al Nord, 5 al Centro e 12 al Sud) che hanno preso parte alla ricerca. Degli 82.064 utenti in carico presso i Dsm, 3.191 sono pazienti con doppia diagnosi. Dei 2.486 presi in esame, il 39 per cento e' affetto da disturbi della personalita', il 28 per cento da disturbi psicotici, il 17 per cento da disturbi dell'umore, il 10 per cento da disturbi nevrotici e il 6 per cento da altre patologie. Tuttavia, solo il 50 per cento dei pazienti si e' rivolto ad un servizio per problemi legati all'uso di sostanze. L'eta' media dei pazienti con doppia diagnosi (Dd) e' di 39 anni per gli uomini e di 42 per le donne. Il rischio di sviluppare una dipendenza tra i pazienti con doppia diagnosi appare legato all'eta' dell'utente (lasciando ipotizzare processi di cronicizzazione) e al posto in cui si vive. Risiedere in una regione del Centro o del Sud, infatti, aumenta significativamente il rischio di sviluppare una sindrome da dipendenza. Le variazioni tra diverse aree geografiche possono essere spiegate in termini sia di caratteristiche sociali individuali (es. poverta', disoccupazione, non essere coniugati, ecc.) sia a livello geografico (es. deprivazione sociale, ondate migratorie, disponibilita' di sostanze, stigma, ecc.). Aumentano le probabilita' di ricevere un trattamento per uso di sostanze dalle strutture preposte se la patologia e' meno grave.
La ricerca presso le Comunita' terapeutiche italiane e' stata condotta in 22 centri, e sono stati reclutati 269 utenti. Il tasso di risposta e' stato pari all'89 per cento. Di questi, il 40 per cento e' in doppia diagnosi, il 35 per cento in Programma tradizionale (Pt), il 13 per cento in accoglienza e il 12 per cento Dd in Pt. Il 24,6 per cento dei pazienti intervistati (DD) e' affetto da Epatite B, il 44,9 per cento da Epatite C e il 10,1 per cento da HIV. Il 60 per cento non ha una famiglia propria, ma vive in quella di origine. Il 12,3 per cento e', al momento dell'intervista, in liberta' condizionata, in regime di sospensione o di misura alternativa di una pena. E il 60 per cento ha un basso livello di istruzione. Tra le sostanze piu' usate vi e' l'alcol, seguono cannabis e cocaina. Gli utenti DD hanno un'elevata frequenza di disturbi dell'umore e di personalita' e sono complessivamente caratterizzati da un'eta' media maggiore, una minore autonomia, anche economica, con significativi problemi lavorativi, ed una piu' grave situazione medica, in parte correlabile ad una piu' frequente comorbidita' con malattie infettive.
 
 
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