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 ITALIA - ITALIA - San Patrignano: dopo Spice e n-Joy, proibire Infinity
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8 aprile 2010 16:15
 
Mentre l'ultimo provvedimento del ministero della Sanita' prende di mira due prodotti - N-Joy e Spice - 'profumatori d'ambiente' fumati e inalati da chi e' in cerca di uno sballo legale, venduti on line negli oltre 150 smart shop del paese come miscele aromatizzanti, sul mercato e' gia' arrivata 'Infinity': un nuovo nome per una sostanza ancora piu' tossica. La denuncia viene dalla comunita' di San Patrignano, che ha fatto analizzare questa nuova 'tecno-cannabis' (cioe' riprodotta artificialmente in laboratorio).
Una troupe della web tv di San Patrignano si e' recata in uno degli smart shop della riviera adriatica per verificare se lo Spice fosse ancora in commercio. 'Ci hanno detto che questo non c'era piu', ma che non dovevamo preoccuparci. Avevano Infinity, nuovo nome commerciale per un 'profumatore d'ambiente' ancora piu' forte', ha raccontato il responsabile della comunita' riminese Andrea Muccioli. Le analisi hanno confermato che Infinity e' ancora piu' tossico dello Spice. Al suo interno si trovano infatti sostanze chimiche di sintesi che 'svolgono un'azione del tutto sovrapponibile a quella dei cannabinoidi naturali, ma con intensita' e durata maggiore', ha scritto nella sua relazione sull'analisi di un campione di Infinity Veniero Gambaro, professore di Chimica Tossicologica dell'Universita' di Milano. 'Purtroppo - ha sottolineato Muccioli - il nostro Paese e' troppo lento nell'aggiornare le tabelle sulle sostanze stupefacenti', mentre le 'designer drugs' sono gia' da due anni fuori legge in Germania, Francia Austria, Polonia, Lussemburgo, Olanda, Gran Bretagna e Svezia dopo che furono riscontrati i primi casi d'intossicazione da 'tecno-cannabis'. L'inchiesta di San Patrignano ha attirato l'attenzione anche di quotidiani come Il Resto del Carlino e del programma di Canale 5 'Striscia la notizia', che nell'edizione di questa sera (20.45) trasmettera' un servizio su questa vicenda.

"In tutta la mia vita professionale, non ho mai visto un tossicodipendente da tecno-cannabis o da smart drug": Felice Nava, farmacologo e dirigente medico del Dipartimento delle Dipendenze di Castelfranco Veneto (Treviso), e' scettico sugli effetti di "Infinity".
"Premetto di non conoscere nel dettaglio l'esito delle analisi di queste sostanze - precisa Nava - e che sicuramente si tratta di prodotti che non hanno un ciclo di qualita' e che potrebbero contenere sostanze chimiche che possono avere effetti tossici, come stordimento, nausea, cefalea e vertigini. Ma da qui a dire che svolgono un'azione sovrapponibile a quella della cannabis naturale, come si afferma in questo caso, ce ne vuole.
Se fosse possibile creare in laboratorio sostanze con effetti simili a quelli delle droghe, sarebbe economicamente vantaggioso. E' il sogno del chimico criminale. Ma finora non e' cosi'". Quindi, anche ammettendo che i tossicologi abbiano individuato un cannabinoide di sintesi in alcuni prodotti, conclude, "cio' non vuol dire essere sicuri che produca effetti chimici significativi sull'uomo. Per stabilirlo ci vogliono studi accurati".

Le sostanze di cui sono composti prodotti come 'Infinity' sono 'sicuramente piú pericolose della cannabis, sia per gli effetti neuropsichici, che sono in grado di provocare, che per quelli clinici su altri apparati, che hanno portato a registrare negli ultimi 30 giorni 7 ricoveri nei Pronto Soccorso': lo afferma il capo del Dipartimento Politiche Antidroga, Giovanni Serpelloni, in riferimento a quanto affermato dal farmacologo Felice Nava.
'Non è un caso che tutti i Paesi europei siano molto preoccupati della diffusione di queste droghe. Negli ultimi anni sono state prodotte in laboratorio numerosissime sostanze con effetti simili e con potenza anche superiore al Thc (principio attivo della cannabis, ndr), molte delle quali sono frutto della ricerca scientifica nel campo degli antidolorifici e che sono stati anche brevettati'.
Gli effetti di queste sostanze quindi, secondo Serpelloni, non vanno sminuite, visto anche 'l'alto numero di smart shop sul territorio nazionale ed il vertiginoso incremento delle vendite via Internet'. 'Studi accurati - conclude - sono già stati elaborati, basta prenderne atto. Soprattutto bisogna agire in una logica preventiva a tutela dei nostri giovani, senza aspettare che qualcuno ci rimetta la vita attivando tardivamente le misure necessarie di intervento'.

 
 
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