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Russia. Hiv e droghe: la situazione delle carceri
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Notizia 
25 giugno 2002 16:56
 
La Russia deve contrastare nelle carceri l'epidemia di Hiv, fenomeno comunque in ascesa in tutto il Paese. Tra il 1996 e il 2001 i casi di sieropositivita' sono passati da 1500 a 87000 all'anno. La fonte principale e' inevitabilmente lo scambio di siringhe dentro le prigioni. Gli attivisti anti-Aids sostengono che il sistema sanitario ha la grave colpa di continuare a negare la somministrazione di metadone, sostanza completamente illegale, e di applicare altre forme di riduzione del danno ai tossicodipendenti. A questo si aggiungono le obiezioni di numerosi medici, che si rifiutano a priori di trattate pazienti drogati e affetti da Hiv.
"I senza-tetto e i tossicodipendenti finiscono in fondo alle liste di attesa", spiega il prof. Mazus del centro Anti-Aids di Mosca.
Gravissima la situazione nelle prigioni. Nonostante l'elevato tasso di sieropositivita', i detenuti molto raramente sono riforniti di farmaci. Un'alleanza formata dalle direzioni carcerarie, la divisione narcotici della polizia e varie associazioni umanitarie stanno premendo la Duma per la riforma delle leggi in materia. La richiesta di base e' l'inasprimento delle pene per i grandi narcotrafficanti in cambio di una mano ben piu' leggera sui semplici consumatori.
E' chiaro che tutto cambierebbe elevando la dose minima di eroina concessa attualmente.
 
 
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