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Italia. Lo Stato e il Governo italiano di fronte alle droghe
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Notizia 
26 giugno 2002 14:07
 
Giornata mondiale contro la droga. Ecco alcuni pensieri e posizioni delle piu' alte istituzioni dello Stato e del Governo italiani.

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
(comunicato stampa del Quirinale) ha inviato al Commissario Straordinario per il coordinamento delle Politiche Antidroga, Pietro Soggiu, il seguente messaggio:
"La Giornata Internazionale contro l'uso e il traffico di sostanze stupefacenti rappresenta un'occasione per riflettere sullo stato di attuazione delle politiche di contrasto a questo grave fenomeno.
La minaccia della droga impone un'azione incisiva e allargata di coordinamento fra governi, organizzazioni internazionali e forze di polizia sulle attività di prevenzione e repressione dei traffici.
Occorre sollecitare l'impegno di istituzioni, associazioni, scuola e famiglie per rafforzare una rete di informazione e di solidarieta' capace, da un lato di promuovere lo sviluppo economico dei Paesi da cui l'offerta di droga proviene e dall'altro di sostenere, nei confronti dei giovani, ogni possibile iniziativa di educazione e di recupero.
A ognuno dei partecipanti giunga il mio saluto, insieme all'auspicio che dal lavoro costruttivo e coraggioso di quanti sono coinvolti in questa sfida, possano scaturire risultati significativi per superare questa drammatica emergenza sociale.

Il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi:
(messaggio inviato al convegno organizzato, su invito della Presidenza del Consiglio, in occasione della giornata internazionale contro l'uso e il traffico illecito di sostanze stupefacenti
"Il governo e' impegnato a fare fino in fondo il proprio dovere nella lotta alla tossicodipendenza.
Il premier, assente perche' impegnato nel G8 in Canada, ha sollecitato "piu' sostegni per le associazioni di volontariato e le comunita' terapeutiche", "interventi specifici per la riabilitazione e il reinserimento sociali dei tossicodipendenti presenti nelle carceri" assicurando un impegno sempre maggiore del Governo "innanzitutto nella repressione dello spaccio e della criminalita' organizzata legata al turpe mercato della droga".
Il fenomeno della tossicodipendenza, secondo Berlusconi, e' "una drammatica emergenza sociale che getta nella disperazione e nella sofferenza migliaia di famiglie". "Grazie all'azione e all'impegno delle forze dell'ordine molti risultati sono gia' stati ottenuti, assestando colpi decisivi alla criminalita' organizzata". L'Esecutivo si impegnera' sempre piu' a fondo, sia nella repressione dello spaccio e della criminalita' che a realizzare "campagne di informazione e di prevenzione nelle scuole e negli altri ambienti di vita giovanile sui danni derivanti dall' uso di droghe e dall' abuso di altre sostanze".
Ma il premier ha posto l'accento sulla necessita' di "garantire maggiori sostegni alle associazioni di volontariato e alle comunita' terapeutiche che hanno dimostrato di saper affrontare il problema alla radice, cioe' nelle sue piu' profonde motivazioni culturali e psicologiche". Sempre sul versante della cura e del recupero il presidente del Consiglio ha infine sollecitato "interventi specifici per affrontare la condizione dei tossicodipendenti presenti nelle nostre carceri, attraverso soluzioni che tendano alla loro riabilitazione e al loro reinserimento sociale".

Il ministro delle Telecomunicazioni Maurizio Gasparri
si dice fermamente intenzionato a combattere "gli errori della cultura della riduzione del danno" con una "comunicazione corretta, veritiera, che non tenda al minimalismo irresponsabile di alcune campagne finanziate in passato da pubbliche istituzioni" e in questa campagna di prevenzione la Rai, come servizio pubblico, e' chiamata ad avere un ruolo piu' incisivo. "Discuteremo della funzione sociale del servizio pubblico al momento del rinnovo di contratto di servizio con la Rai che dovra' svolgere una funzione piu' attenta dando piu' voce anche a tutte quelle realta' del volontariato che operano accanto al pubblico".
Il ministro Gasparri, parlando al convegno della Presidenza del Consiglio, ha posto l' accento dunque sulla necessita' di contrastare quelle politiche favorevoli alla "riduzione del danno" e soprattutto "il minimalismo irresponsabile" che in passato ha portato "a suggerire ai giovani di 'farsi furbi e non farsi male', piuttosto che non farsi tout court". "Se non ripristiniamo un sistema di valori non si esce dal problema. Liberta' non vuol dire liberta' di distruggersi, quindi lo Stato ha il dovere di intervenire, affiancare chi e' nel bisogno per condurlo in un cammino di liberta': liberta' dalla droga, liberta' di vivere".

Per combattere la droga "la scuola deve riprendere con forza la sua missione educativa" ed e' "necessaria una politica di formazione dei docenti che gli aiuti a capire il disagio dei ragazzi e ad intervenire".
Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti,
intervenendo allo stesso convegno.
"Il ruolo della scuola deve partire dall'analisi della condizione giovanile che oggi e' caratterizzata da un disagio non piu' legato alle condizioni socio-economiche quanto alle condizioni personali specie per quanto riguarda le difficolta' nel rapporto con gli adulti. Negli ultimi anni la scuola ha privilegiato il sapere rispetto al saper essere e al saper fare, ma parole come ideali e valori devono tornare a far parte del modello educativo dei nostri giovani. La scuola non puo' fallire questa missione perche' il rischio non e' tanto quello dell'analfabetismo in senso letterale, ma dell'analfabetismo dei sentimenti e dei valori".
Dal ministro dell'Istruzione anche un'altra proposta: "le scuole hanno tante strutture che oggi non vengono sempre utilizzate appieno. Aule, biblioteche e altre strutture potrebbero essere messe a disposizione per attivita' extrascolastiche ricreative, sportive e di formazione con il supporto degli adulti, del mondo produttivo e anche del privato sociale".

Il fenomeno della droga "continua a presentare i caratteri dell'emergenza sociale e permane una delle principali sfide da affrontare in questo secolo".
Lo ha detto il ministro dell'Interno Claudio Scajola
nel suo intervento. Per dare una idea della dimensione del fenomeno, il ministro ha fornito una serie di dati, ed ha avvertito: nel linguaggio comune si definiscono leggere droghe che al contrario hanno effetti assai gravi.
Nei primi 5 mesi del 2002, secondo i dati forniti dal ministro, rispetto allo stesso periodo del 2001 sono aumentati del 267% i sequestri di cocaina; del 16% quelli degli anfetaminici in dosi; del 136% quelli anfetaminici in polvere. Sempre nello stesso periodo sono state segnalate all'autorita' giudiziaria 14.000 persone (tra i quali 4.300 stranieri e 660 minori) di cui 10.000 in stato di arresto. Dati che, secondo il ministro, dimostrano i caratteri dell'emergenza del fenomeno, da contrastare "incrementando tutte le risorse finanziare e tecniche possibili, non trascurando di incentivare professionalita' competenti e specializzati". Ma non solo: occorre anche un modello di intelligence antidroga, ma anche "iniziative altrettanto efficaci per arginare il fenomeno della tossicodipendenza che appare in crescita: sono circa 146 mila i tossicodipendenti accolti dai Sert (+ 4,5% rispetto all'anno scorso) e quasi 1 5mila quelli accolti nelle comunita' terapeutiche". Si tratta di "dati eloquenti", sui quali il ministro invita a puntare sulla prevenzione, rivolta soprattutto ai giovani che sono "i piu' vulnerabili alla pressione dei trafficanti".
Servono "ampie campagne di sensibilizzazione e informazione sulla pericolosita' chimica delle droghe, anche di quelle che sovente nel linguaggio comune si definiscono 'leggere' e che, al contrario la ricerca scientifica piu' accreditata ha dimostrato avere effetti assai gravi sia sotto il profilo allucinatorio sia sotto il profilo fisico".

"Oggi non si sa in che cosa consiste esattamente lo spaccio. Questo e' un problema serio e siamo consapevoli che alcune norme vanno cambiate".
Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini,
intervenendo alla giornata internazionale dell'Onu contro la droga.
L'accenno a questo problema da parte di Fini e' stato molto rapido. Ma in passato, piu' di una volta, il vicepremier ha sottolineato la necessita' di cambiare le regole sulla cosiddetta modica quantita'.
Il Governo e' impegnato fino in fondo nella lotta contro la droga, ma "l'auspicio" di Gianfranco Fini e' che anche i mondi dello sport e della musica, i piu' vicini alla realta' dei giovani, si impegnino per fare di piu'.
"Insieme al mondo della scuola e dell'universita' credo che debba fare qualcosa di piu' anche il mondo dello sport. Rispetto l'autonomia del Coni, ma sono convinto che il mondo sportivo non si possa occupare soltanto di cio' che accade quando la nazionale perde. Deve saper fare qualcosa di piu'. Il Governo non puo' comandare, ma mi sembra giusto suggerire a chi puo' farlo, nell'ambito della cultura giovanile, di farsi carico di una campagna di contrasto alla droga".
Anche il mondo della musica, "nell'ambito del quale spesso viene veicolato un messaggio di tolleranza verso la droga", e' chiamato dal vice premier a scendere in campo. "Sottolineo che il mio e' un auspicio, ma invito la Rai, Mediaset, le societa' discografiche a farsi carico di iniziative che siano in qualche modo simili alle 'partite per la vita'. Molti autori possono essere opinion leader e sono certo che ci sono artisti disponibili a fare canzoni per mettere in guardia i giovani dal rischio della droga". "E' importante pero' che chi ha le risorse le metta disposizione".
"Ci sono pseudo-culture, come quella della liberta' post sessantottina, di cui ci sono ancora tracce nella societa' italiana e non solo, che diventano funzionali a chi ha forti utili dalla produzione o dalla diffusione di sostanze stupefacenti".
"La giornata di oggi -ha aggiunto Fini- non e' solo contro il traffico di sostanze stupefacenti, ma, come si legge nel titolo della manifestazione, e' anche contro l'uso di queste sostanze. La ragione di questo doppio binario e' molto semplice: tutte le droghe sono dannose per la salute e va ricordato che la Costituzione indica proprio nella salute un bene primario non disponibile. Questo vuol dire che la sua tutela e' dovere civico assegnato alle istituzioni".
"La lotta contro la droga si fonda su tre pilastri: prevenzione, recupero e repressione. Recuperare vuol dire ridare dignita' all'individuo: noi non siamo contro i Sert o contro le cosiddette terapie a scalare, ma l'approccio non puo' essere quello di dire al tossicodipendente che l'importante e' che non dia fastidio, che assuma pure stupefacenti senza creare problemi alla societa'. L'obiettivo deve essere quello di recuperare questa persona non solo attraverso la collaborazione tra Sert e comunita', ma dando ai ragazzi di possibilita' di lavorare".
Secondo Fini, "la politica proibizionistica non ha nulla a che fare con l'oscurantismo morale o con il furore ideologico, ma, visto che la scienza ci dice che le droghe fanno male, risponde ad un dovere preciso dello Stato".
Fini ha poi ringraziato il prefetto Pietro Soggiu: "All'inizio non tutti credevano nella necessita' di questo nuovo organismo, ma oggi tutti sono convinti dell'utilita' del coordinamento. L'idea e' nata dalla semplice constatazione che la lotta alla droga non e' prerogativa di un solo ministro e quindi questo e' il modo per rendere piu' efficace possibile la nostra battaglia".
 
 
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