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Italia. Il presidente della Camera ribadisce il suo NO ad ogni legalizzazione. Reazioni dei radicali
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21 giugno 2002 19:30
 
Pier Ferdinando Casini pronuncia ancora una volta il suo no secco ad ogni forma di legalizzazione delle droghe: pesanti, leggere o di nuovo tipo. Il presidente della Camera parla a Nettuno inaugurando una residenza per gli anziani intitolata a don Pierino Gelmini e invita la classe politica italiana a "battersi contro la cultura della rassegnazione" e la comunita' internazionale a "essere piu' preveggente e generosa" verso quei Paesi che fanno della coltivazione della droga una redditizia e facile forma si sostentamento.
"Esistono temi morali che vengono prima di ogni impegno pubblico -afferma Casini, e continua: "si e' genitori prima che esponenti delle istituzioni e come genitore ribadisco il mio no convinto alla liberalizzazione delle droghe pesanti o leggere. La battaglia contro la droga non e' vinta e va condivisa a livello internazionale e nazionale". Casini ha invitato la comunita' internazionale a "trasformare quella mentalita' che ci porta a non aprire i nostri mercati, sospingendo cosi' coltivatori del Terzo Mondo verso la coltivazione della droga, piu' facile e piu' redditizia". Quanto aPpaesi come Afghanistan, per il presidente della Camera "la lotta contro il terrorismo non puo' avere li' una doppia morale. Bisogna combattere Al Qaeda e Bin Laden senza 'dimenticarsi' di distruggere le piantagioni di droga che sembrano infatti risparmiate dalla operazione 'enduring freedom'".
Quanto al nostro Paese "bisogna invece battere la cultura della rassegnazione che c'e', contrastare tutte le ipotesi di liberalizzazione delle droghe pesanti, leggere e nuove, una logica che prefigura una rassegnazione a convivere con una dose minima di male".
A ruota, il senatore Riccardo Pedrizzi, di Alleanza Nazionale, plaude alle parole del presidente della Camera. "Tutte le leggi, la repressione e la lotta al narcotraffico diventano inutili se poi si assiste ad una grande offensiva culturale in grande stile finalizzata a fare accettare, tollerare e legittimare l'uso della droga". Per questo Pedrizzi chiede di porre in atto una grande opera di deligittamazione culturale che presenti l'uso come un disvalore, sia per estirpare la cultura dell'offerta e con essa reprimere duramente lo spaccio e il narcotraffico. Rutte che per Pedrizzi possono essere fatte solo da un governo di centro-destra.
Non la pensa cosi' Giulio Manfredi, responsabile del Cora (Coordinamento radicale Antiproibizionista): "la rassegnazione nei confronti della tossicodipendenza di cui parla Casini e' quella del Governo e della maggioranza, di cui il Presidente della camera fa parte, che da oltre un anno non ha emanato nessun provvedimento significativo in materia di prevenzione e cura della droga." Secondo Manfredi, per intervenire su un problema cosi' drammatico, il Governo e i parlamentari della maggioranza si sono limitati a lanciare proclami di guerra che lasciano il tempo che trovano.
 
 
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