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Italia. Perugia: centro accoglienza a bassa soglia. Un aiuto di strada ai tossicodipendenti
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Notizia 
11 giugno 2002 16:22
 
Non hanno una fissa dimora ma possono fare la doccia tre volte alla settimana. Sono circa 60 i giovani -tra italiani e stranieri- che utilizzano le strutture messe a disposizione dal Comune di Perugia attraverso il Cabs (Centro di accoglienza a bassa soglia).
Il servizio, attivato dall'ente locale e gestito dal consorzio Abn, ha lo scopo di ridurre il tempo di latenza tra i portatori di disagio e l'assistenza presso i servizi del territorio. Prevalentemente e' un punto di accoglienza per consumatori attivi di droga, ma da qualche tempo e' frequentato anche ad altre fasce 'deboli' che si rivolgono alla struttura per fare la doccia, lavare gli indumenti, asciugarli e stirarli. Da un monitoraggio effettuato dagli operatori dell'unita' di strada del Comune e' emerso che negli ultimi tempi circa 15 senza tetto per tre volte la settimana si rivolgono al Cabs per la cura della propria persona. Gli utenti abituali del centro prevalentemente sono maschi, hanno un livello d'istruzione medio-alto -diploma di scuola media superiore e, in qualche caso, la laurea- e dipendono da sostanze stupefacenti e alcool. "A Perugia -hanno spiegato gli operatori- non esiste la figura del barbone classico, ma chi vive per strada di solito assume droghe. Queste persone vivono di espedienti ai margini del centro storico e della stazione di Fontivegge, dormono all'aperto e soffrono di malattie dermatologiche legate al basso livello di igiene.
Durante l'inverno l'unita' di strada ha accolto 33 persone, 25 uomini e 8 donne. Sette erano italiani, gli altri tunisini, algerini, marocchini, palestinesi, moldavi e polacchi, di eta' compresa tra i 30 e i 35 anni, e 24 vivevano per strada da almeno sei mesi. Gli operatori hanno anche segnalato che accanto a questa fascia di disagiati censita dal Comune, esiste quella degli immigrati clandestini che sfugge a qualsiasi tipo di controllo e che frequenta le strutture del Cabs soprattutto in questo ultimo periodo. "Spesso siamo contattati da soggetti che sono da poco usciti dal carcere e fuori non hanno nessun punto di riferimento. Chiedono informazioni sul lavoro e sui servizi o semplicemente di potersi lavare". L'Asl di Perugia e' stata tra le prime ad adottare la procedura del tesserino sanitario per stranieri temporaneamente presenti (Stp) che permette l'identificazione, non attraverso il nome, ma per mezzo di un codice. "Si tratta dell'unico documento in possesso di questi soggetti -hanno raccontato gli operatori- e ottenerlo spesso e' un primo passo verso l'emersione sociale".
Gli operatori dell'unita' di strada del Comune sono sette e fanno capo alle cooperative "Il Borgo" e "La Rete". Il loro lavoro essenzialmente consiste nel contattare le persone che vivono in strada, informarle sui luoghi dove possono trovare assistenza -Caritas e segretariato sociale del Comune- chiedere informazioni sul loro stato di salute e, su richiesta, accompagnarle presso le strutture di accoglienza.
 
 
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