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Italia. Pazienti impazienti cannabis (Pic): "No al THC sintetico"
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Notizia 
4 maggio 2006 18:37
 
Perche' usare farmaci con la versione sintetica del Thc, il principio attivo della marijuana, meno efficaci, piu' costosi e con effetti collaterali peggiori? E' questa la linea su cui si attesta il rifiuto delle "copie" e la richiesta di liberta' di cura con i fiori di canapa che arrivano dagli organizzatori della Million marijuana march, che si terra' sabato a Roma, e dai Pazienti impazienti cannabis (Pic), un'associazione di persone affette da patologie per le quali la canapa consente terapie sintomatiche efficaci ed economiche.
Terapie economiche, si', perche' la pianta che puo' dar loro giovamento cresce con estrema facilita'. L'alternativa sono farmaci come il Marinol o il Sativex: l'uno una versione di sintesi della molecola del thc, l'altro un estratto sintetizzato dalla pianta: non in forma di tintura madre, ma ricavato, come la cocaina dalle foglie di coca, attraverso "lavaggi" che eliminano alcuni alcaloidi. Anche in questo caso, il risultato sarebbe pero' inferiore a quello della molecola "vera". E, certo, enormemente piu' costoso.
In questo quadro, e' di oggi la notizia, arrivata nel corso della conferenza stampa organizzata per presentare la marcia di sabato, della condanna a 12 mesi di Fabrizio Pellegrini, di Chieti. Lui e' un "paziente impaziente" al quinto processo in cinque anni per aver coltivato qualche piantina in balcone.
Il proibizionismo "protegge svariati interessi commerciali-denunciano i promotori della Million marijuana march- cosi' le multinazionali immettono da anni sul mercato farmaci civetta sintetici monocomponenti, con scarsa efficacia e una discreta tossicita'". Molti pazienti li provano e poi abbandonano la terapia, credendo in buona fede che la cannabis non gli sia utile.
Se si cercasse davvero un farmaco efficace "si potrebbero confezionare le infiorescenze, come il Bedrocan olandese", suggeriscono, e cioe' "cime" di marijuana coltivate e poi confezionate in ambiente sterile per uso medico. Insomma, la natura e' meglio e costa meno delle imitazioni.
E i pazienti denunciano due casi italiani: la "tanto strombazzata" sperimentazione alle Molinette di Torino e al Policlinico Umberto I di Roma del Marinol, farmaco a base di thc sintetico in uso all'estero da 12 anni. "L'intreccio tra interessi economici, ideologia e propaganda crea paradossi- aggiungono i pazienti 'impazienti'- come la ricerca alle Molinette, finta ricerca affidata all'oncologo Antonio Mussa, presidente della Consulta nazionale per la ricerca scientifica di Alleanza nazionale", partito che ha varato la legge che nega l'uso terapeutico della marijuana.
 
 
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