testata ADUC
Italia. Milano. Asl: 57% dei giovani ha provato cocaina
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
22 giugno 2007 12:33
 
Mai a cena o in discoteca senza la sigaretta o il cocktail in mano. La maggioranza dei giovani milanesi fra i 18 e i 25 anni, vive cosi' il proprio tempo libero. Per il 68,8% il tabacco e' un vizio irrinunciabile, l'87% ha consumato alcolici nell'ultimo mese e la cocaina, come le altre sostanze stupefacenti, e' da provare almeno una volta nella vita per il 57,7% del campione. E' l'identikit delle nuove generazioni. Ragazzi cresciuti nella metropoli lombarda, fotografati da un'indagine condotta dal Dipartimento dipendenze dell'Asl Citta' di Milano, su un campione di 365 iscritti in 35 autoscuole milanesi. Obiettivo della ricerca, presentata ieri nel capoluogo meneghino: testare abitudini, atteggiamenti e diffusione di fumo, alcol e droga nella popolazione giovanile.

Il quadro che emerge dalle risposte ai questionari anonimi, distribuiti da novembre 2006 a gennaio 2007, sottolinea come siano carenti le reazioni di disapprovazione nei confronti dell'uso di sostanze che danno dipendenza. A cominciare dalla nicotina: solo il 31,2% dei giovani milanesi non fuma, e il 44,8% non riserva giudizi negativi, anzi si definisce indifferente, a chi consuma piu' di 10 sigarette al giorno. Non va meglio con gli alcolici: il 26,3% degli intervistati dichiara di essersi ubriacato nell'ultimo mese.

I consumi sono alti: il 18,7% beve piu' di 10 giorni su trenta, il 2,3% piu' di 40 volte. Le droghe piu' diffuse e apprezzate nelle notti della movida milanese vanno dalla marijuana (consumata almeno una volta dal 43,7% dei giovani e dal 21,5% nell'ultimo mese) agli inalanti, al secondo posto nella classifica di gradimento (sperimentati dal 13,9% e utilizzati nell'ultimo mese dal 5%), fino alla cocaina consumata nell'ultimo mese dal 2,5% degli intervistati.
Resiste anche l'ecstasy, esperienza che accomuna il 5,3% dei ragazzi.
Negli ultimi 30 giorni il 2,5% ha preso le pasticche.
'Il mercato delle sostanze stupefacenti -spiega Riccardo Gatti, direttore del dipartimento dipendenze dell'Asl Citta' di Milano- ha saputo sfruttare il marketing, abbinando il consumo di droga a stili di vita accattivanti'. E' una delle spiegazioni alla base dell'esplosione dell'uso di cocaina nella metropoli. Una tendenza confermata dai dati raccolti nei Sert cittadini, presidi in cui operano 160 professionisti, di cui 90 di area sanitaria e 70 di area psico-socio-educativa. Chi entra in contatto con queste strutture ha gia' superato l'esperienza del consumo occasionale, approdando a una situazione problematica, caratterizzata da complicazioni legali, lavorative, sanitarie, psicologiche e sociali.

Dal 1995 al 2006, rivelano i dati, l'utenza del Sert ha mostrato una vera e propria predisposizione verso il consumo della cocaina. Una sostanza consolidata, che ha dato vita a una classe di cocainomani primari, diventando causa di trattamento per il 30% degli utenti Sert.
Se si considerano i livelli registrati nel 1995 (intorno al 3%) l'incremento e' del mille per cento. In calo l'eroina, che nel 2006 interessa comunque il 66% della popolazione Sert, ma nel 1995 era causa di trattamento per il 97% dei consumatori problematici.
L'eroinomane, inoltre, abbina spesso alla sua dipendenza anche l'uso collaterale di cocaina. Risultato: sommando cocainomani primari ed eroinomani che consumano anche coca, la 'polvere bianca' interessa complessivamente il 59% delle persone trattate nei Sert di Milano.
La mole di lavoro dei servizi e delle associazioni che operano nel 'settore dipendenze' e' enorme: nel 2006 oltre 2 mila persone sono state prese in carico a Milano. Circa 240 hanno usufruito di strutture residenziali, 600 hanno avuto accesso a servizi multidisciplinari integrati, piu' di 1.300 si sono presentate negli sportelli lavoro, semiresidenziali, psicoterapici, diurni per giovani. Quasi 26 mila sono rientrate nei Drop in center (centri a bassa soglia per tossicodipendenti, con operatori sociali ed ex-tossicodipendenti). Poi c'e' l'attivita' del privato sociale, che ha prestato consulenze a circa 1.500 persone.

La prima preoccupazione degli operatori del settore, spiegano gli esperti, e' che la societa' possa perdere il controllo delle dinamiche interne al mercato della droga. 'Una realta' in rapidissima evoluzione', avverte Gatti. 'Una new economy che trova sempre nuove vie di guadagno. La situazione e' aggravata dal fatto che le istituzioni spesso non riescono a stare dietro a questi mutamenti.
Arriviamo in ritardo: questo e' il problema'. Analizzando l'andamento del mercato, Gatti ha osservato le ultime tendenze. 'Mi preoccupa il momento in cui questo business raggiungera' la soglia di saturazione.
Sara' allora che scatteranno dinamiche nuove per garantire la sopravvivenza del sistema'. I rischi protrebbero essere diversi: 'Si potrebbe sviluppare la tendenza a innalzare il principio attivo della cannabis, per avere piu' consumatori, fidelizzati e inclini alla dipendenza. Lo stesso potrebbe avvenire con il principio attivo dell'eroina'.

Un altro pericolo, conclude, e' che si diffondano droghe devastanti come il crack, fino a oggi rimaste ai margini proprio per questo motivo. 'Il mercato potrebbe farvi ricorso per recuperare stabilita', puntando sullo zoccolo duro e affidabile dei tossicodipendenti problematici'.
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS