testata ADUC
Italia. Consiglio ministri approva "piano d'azione" contro la droga
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
29 novembre 2007 15:11
 
Un piano valido un anno, per recuperare il tempo perduto e intanto preparare quello a piu' lungo respiro, che avra' durata triennale come vuole l'Europa: e' il Piano italiano di azione sulle droghe, che il ministro della solidarieta' sociale Paolo Ferrero ha scritto in collaborazione con alcuni colleghi di governo, e che l'Ue ci ha chiesto da tempo visto che l'Italia, insieme a Malta, e' l'unico Paese europeo a non esserne dotato.
Quello di oggi e' il penultimo step del Piano d'azione, che dopo l'ok del Consiglio dei ministri dovra' ora affrontare il vaglio della Conferenza Stato-Regioni ed enti locali. Il documento prevede per la prima volta una valutazione del raggiungimento degli obiettivi e un forte coordinamento tra tutti i soggetti impegnati nell'intervento sulle droghe. Sempre per la prima volta, sara' fatta una mappatura delle risorse e del sistema dei servizi per le dipendenze; saranno anche definiti i criteri per trasformare i servizi a fronte delle nuove forme di consumo, includendo oltre a sostanze stupefacenti come la cocaina e le droghe sintetiche anche il doping e il gioco d'azzardo patologico.
Cinque gli assi sui quali e' incardinato il piano, che copre tutto il 2008: coordinamento nazionale e interregionale; riduzione della domanda; riduzione dell'offerta; cooperazione internazionale; informazione, ricerca, valutazione.
COORDINAMENTO - Prevista la creazione di un coordinamento permanente tra le amministrazioni centrali, regionali e locali competenti e la ricostituzione del Coordinamento tecnico tra le Regioni in materia di droga. Una delle grosse novita' e' la valutazione del raggiungimento degli obiettivi indicati nel Piano, che sara' attuata mediante la stesura di un report indicante le criticita' e i suggerimenti per il Piano triennale.
RIDUZIONE DOMANDA - Si prevede la creazione di Piani d'azione regionali di durata pluriennale. Nei locali di divertimento, i servizi per le dipendenze faranno interventi di 'prevenzione selettiva' rivolti ai consumatori. Sara' istituito l'Osservatorio sul disagio giovanile legato alle dipendenze. Si fara' una mappatura del sistema dei servizi, che servira' a definire i criteri per riformarli, anche a fronte di nuove forme di consumo come la cocaina, le droghe sintetiche, le sostanze dopanti e il gioco d'azzardo. Poi ancora definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza per le dipendenze patologiche, produzione di linee guida sulla riduzione del danno e individuazione delle tipologie di intervento che possono, da sperimentali, diventare stabili, oltre al coinvolgimento dei medici di base nel trattamento delle persone dipendenti, in collaborazione con i Sert.
BOLLINI CONTRO GIOCO PATOLOGICO E DOPING - Previsti accordi con le associazioni dei gestori di slot machine, per sensibilizzarli alle problematiche del gioco patologico e farli aderire a un codice di auto-regolamentazione: i locali che si adegueranno avranno una sorta di bollino di qualita', una certificazione di 'locale libero da gioco patologico'. Stesso percorso per le palestre: accordi con le associazioni di categoria per sensibilizzare i gestori alle problematiche del doping e rilascio finale della certificazione di 'palestra sicura'.
RIDUZIONE OFFERTA - Obiettivo principale e' migliorare gli interventi repressivi di contrasto alla produzione e al traffico, concentrandosi sulla criminalita' organizzata.
Previsti accordi di cooperazione transnazionali. Tra le curiosita', la modifica della legge attuale sulla droga (309/90) per consentire la coltivazione della canapa sativa (la pianta da cui si ricava la fibra, non quella da cui si ottiene l'hashish) 'a fini leciti'. Da segnalare anche la lotta al traffico di droghe via Internet, anche attraverso una mirata revisione normativa (come gia' avvenuto per la pedopornografia).
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE - Prevista l'assistenza finalizzata alla creazione di attivita' economiche alternative alle coltivazioni illegali (ad esempio l'aiuto ai contadini afghani per trasformare le colture di oppio).
INFORMAZIONE - Previsto l'avvio del nuovo Sistema Informativo Nazionale Dipendenze (Sind), un nuovo modello di raccolta dati sui consumi. Il piano vuole anche attivare in via sperimentale il Sistema di Allerta Rapido (Early Warning System) nazionale, in linea con quanto previsto in ambito europeo: si tratta, in sostanza, di raccogliere, validare e diffondere le informazioni, fornite dagli operatori delle dipendenze, sulle nuove sostanze che compaiono sul mercato o su sostanze tagliate in modo da essere pericolose, sulle nuove tendenze e i nuovi fenomeni. Per quanto riguarda le sostanze dopanti, infine, si prevede un'azione di informazione da attuare per telefono e attraverso i mass media: in pratica, una sorta di numero verde sul doping.
'Entro fine anno si avviera' finalmente la discussione in seno al Governo per superare la legge Fini-Giovanardi sulla droga'. A darne l'annuncio e' stato lo stesso Ferrero.

"Per la prima volta in Italia abbiamo uno strumento utile per definire una politica organizzativa sulla droga, che coinvolge tutti i ministeri e permette anche alle Regioni di rispondere delle politiche di intervento sulle dipendenze". Francesco Piobbichi (Rifondazione comunista), responsabile delle politiche sociali del suo partito, saluta positivamente il piano nazionale di azione sulle droghe, varato oggi dal Consiglio dei ministri. "Consente di avviare una strategia coerente e di riprogrammare le politiche in maniera piu' efficace- prosegue Piobbichi-, eravamo l'unico Paese che non si era dotato di piano antidroghe, eredita' della legislazione di centrodestra". Sicuramente, prosegue l'esponente di Rifondazione, "nel piano ci sono linee guida che possono prefigurare un ampliamento delle politiche di prevenzione, ma bisogna anche fare un secondo passaggio, intervenendo sulla legge Fini- Giovanardi, per fare in modo che la sperimentazione sul trattamento terapeutico dell'eroina, che gia' c'e' in molte parti d'Europa, possa essere sperimentata anche da noi". Secondo l'esponente "occorre ridurre la possibilita' che si faccia 'vita da tossicodipendenti' fuori dai servizi. Anche le 'stanze del buco' andrebbero sperimentate, perche' abbiamo un trend in crescita di overdose". Rispetto al piano, Piobbichi apprezza, in particolare, l'attivazione in via sperimentale dell' 'Early warning system', il sistema di allerta rapido: "Le sostanze possono essere in qualche modo individuate dai servizi e pubblicizzate rispetto alla loro composizione. Oggi, per esempio, non possiamo piu' parlare di cocaina ma di cocaine".
La legge Fini-Giovanardi, secondo Piobbichi, "non e' servita a scoraggiare i consumi, aumenta, infatti di molto la cocaina, anche per il fatto che sono state messe nella stessa tabella droghe pesanti e leggere. Cosi' i giovani le assumono, tanto, dicono, 'tutte le droghe sono uguali'". Occorre quindi intervenire perche' la legge attuale rimane, secondo Piobbichi, "il punto debole" rispetto al piano.
"La situazione di stallo sulla legge e' grave- conclude- e la responsabilita' di questo e' anche di Prodi, c'era un programma, ma non c'e' la voglia di capire come bisogna andare avanti".

"Il ministro Ferrero ha forse seguito le indicazioni di qualche suo conoscente abile nella coltivazione della canapa? Fa bella mostra di un piano d'azione contro le tossicodipendenze mal celandosi come salvatore dell'Italia, mentre le sue intenzioni vanno nella direzione opposta". E' il giudizio di Maurizio Gasparri, deputato di Alleanza nazionale sul piano nazionale contro le droghe varato oggi dal Consiglio dei ministri. "Prova ne e'- continua Gasparri- la modifica della legge 309/90 che dietro il via libera alla coltivazione della canapa sativa nasconde l'intenzione di estendere la coltura anche alla canapa dalla quale si ottiene l'hashish. Quanto al piano- incalza- Ferrero mente spudoratamente perche' il governo di centrodestra aveva approvato, proprio in Consiglio dei ministri, un piano d'azione, che ha pero' trovato l'ostruzionismo delle Regioni 'rosse' che ne hanno impedito l'approvazione. Lo stesso iter che dovra' superare il piano appena presentato".
E' poi ovvio, secondo il parlamentare di via della Scrofa, "che senza una discussione politica seria sulle tossicodipendenze il piano da solo non basta. E Ferrero sa bene che la maggioranza e' troppo spaccata per offrirgli una stampella appoggiando una legge sulla droga lasciva, che abolisce le tabelle per il consumo personale e facilita lo spaccio. Intanto- conclude- assistiamo solo all'ennesimo bluff".

"E' un piano che, in realta', serve a mettere l'Italia allo stesso livello degli altri Paesi dell'Unione europea. Il governo di centrodestra si era occupato di fare la legge piu' repressiva d'Europa e non di fare la politica dei quattro pilastri individuata negli altri Paesi".
Cos' Franco Corleone, del direttivo Forum droghe, ex deputato dei Verdi e sottosegretario alla Giustizia dal 1996 al 2001, sul piano nazionale antidroga varato oggi in Cdm. "Questo e' un adempimento di carattere internazionale- prosegue Corleone-, il segno che nel centrosinistra si e' riusciti a portare a compimento un atto dovuto. Pero', contemporaneamente, il ministro Ferrero ha denunciato che non riesce ad arrivare in Consiglio dei ministri neanche la modifica, moderata, della legge Fini-Giovanardi". Questo piano antidroga, aggiunge Corleone, "ha significato per l'Italia il non essere inadempiente rispetto all'Europa, ma quello di cui ha bisogno l'Italia e' di cancellare la legge repressiva Fini-Giovanardi: questo il governo non e' riuscito a farlo".
Corleone ricorda l'impegno attuale del Parlamento "nella discussione sulla proposta Boato, ma il dibattito e' iniziato con un anno di ritardo". Il ministro Ferrero, sottolinea il rappresentante del Forum droghe, "pensava di riuscire ad arrivare ad un testo di governo che, invece, non ci sara', il testo parlamentare puo' essere un buon testo ma, certo, il peso dell'impegno del governo sarebbe stato maggiore".
Purtroppo, conclude Corleone, "non ci sono le condizioni nella maggioranza per affrontare uno dei nodi che contribuisce a riempire le carceri dopo l'indulto".

'L'annuncio dell'approvazione del Piano d'azione sulle droghe avvenuta oggi in Consiglio dei ministri vorrebbe far sottintendere una presunta svolta rigorista del governo sui temi delle tossicodipendenze e della sicurezza sociale, ma e' solo un bluff'. E' quanto afferma in una nota dichiara Riccardo Pedrizzi, responsabile della Famiglia e della Consulta etico-religiosa di An secondo il quale 'quel piano, scritto dal ministro Ferrero a beneficio della Ue, e' solo un elenco di buone intenzioni, che scarica la coscienza del ministro sul tema della prevenzione, ma non modifica i principi normativi stabiliti dalla legge Fini-Giovanardi, che il ministro continua a prendere di mira con il solito approccio ideologico'.
'Ma l'Italia -sottolinea Pedrizzi- ha bisogno di garanzie sulla repressione del fenomeno dello spaccio e di tutela rispetto alle attivita' criminali ad esso collegate. Per questo motivo il governo, nonostante gli annunci di guerra di Ferrero, non osera' sfidare la sensibilita' degli italiani modificando la legge Fini, magari per portare avanti la politica delle narcosale e della canna libera tanto cara al ministro Turco'.
'Il piano d'azione di Ferrero -aggiunge- evita clamorosamente di ribadire un concetto acclarato a livello europeo: la cannabis e' una droga tutt'altro che leggera che provoca gravi danni alla salute psicofisica delle persone. Inoltre, bisogna punire gli spacciatori e i mercanti di morte, rivolgendo ai semplici consumatori una mera sanzione amministrativa, atta pero' a riaffermare il principio fondamentale e decisivo, nell'ottica della prevenzione: ovvero che drogarsi non e' lecito e non e' un diritto, ma un delitto contro la salute. Questi -conclude Pedrizzi- sono i principi alla base della legge Fini-Giovanardi che difenderemo in Parlamento facendo le barricate'.

"Non e' dato sapere come fa un partito come Rifondazione comunista, che ha dichiarato chiusa l'esperienza di questo governo, ad annunciare, attraverso il suo unico ministro nell'Esecutivo, l'imminente approvazione da parte del Consiglio dei ministri del ddl sulla droga. E' certo che finora la sinistra di governo si e' segnalata per il tentativo (bocciato dalla giustizia amministrativa) di raddoppiare la dose di cannabis oltre la quale scattano le sanzioni". Lo afferma il senatore di An Alfredo Mantovano.

"Un piano che cerca di volare alto, mettendosi al passo con i tempi. Pragmatico ma anche capace di rispettare, nelle sue articolazioni, un problema che va affrontato nella sua grande complessita', sempre mettendo al centro il valore imprescindibile della persona". Cosi' Don Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, giudica il piano nazionale antidroga varato oggi dal Cdm. "Ci sono molti aspetti positivi- dice Don Ciotti-. Il primo riguarda la sua stessa esistenza: eravamo con Malta l'unico Paese a non averne uno e con questo passo ci adeguiamo alle richieste dell'Unione Europea dopo anni di inadempienza". E' importante, poi, aggiunge il leader delle comunita' terapeutiche, "che le oltre 60 azioni previste e coordinate tra le Regioni- prosegue Don Ciotti- e gli otto ministeri a vario titolo coinvolti abbiano copertura di spesa.
Per una volta abbiamo la certezza che quanto e' stato preannunciato avra' anche le effettive risorse per essere realizzato, mettendoci cosi' in condizione di varare nel 2009 il piano di piu' ampio respiro di durata quadriennale". Gli altri aspetti positivi riguardano il contenuto del piano. "Finalmente- sottolinea il fondatore del Gruppo Abele- ci s'ispira in modo articolato, partecipato e intelligente alla strategia dei 4 pilastri gia' ampiamente recepita dall'Europa, e ci s'impegna contestualmente su quattro aspetti ugualmente essenziali: riduzione dell'offerta, prevenzione, cura, riduzione del danno".
Giudica importanti, in particolare: "L'istituzione di un coordinamento permanente nazionale e interregionale- dice Don Ciotti- la nascita di un osservatorio del disagio giovanile, la mappatura dei servizi e l'impegno per adeguare i metodi di cura ai consumi patologici di piu' recente diffusione, come quelli di cocaina e droghe sintetiche".
Secondo Don Ciotti, inoltre, "e' un segno di grande attenzione l'inclusione di forme di dipendenza sinora trascurate come il gioco d'azzardo e il doping, con intelligenti misure di prevenzione come quella di certificare i locali e palestre che s'impegnano a contrastarle". Infine, conclude il leader della comunita', "e' benvenuto il rinnovato impegno contro il narcotraffico in mano alle mafie, facendo attenzione anche al canale di Internet, e lo sforzo per una politica di cooperazione internazionale, imprescindibile per un'efficace azione di contrasto".

"Il Piano nazionale sulle droghe e' uno specchietto per le allodole. Un Governo incapace di decidere su tutto getta fumo negli occhi degli italiani approvando un documento inutile, senza alcuna efficacia concreta. Siamo di fronte ad un intervento programmatico, che non comporta nessuna modifica reale alla legislazione vigente. Non poteva essere altrimenti. Su questi come su altri temi le divisioni tra massimalisti antiproibizionisti e moderati legalisti impediscono qualunque decisione da parte dell'attuale maggioranza. Nel frattempo, mentre la Turco e Ferrero promuovono la depenalizzazione dell'uso di Hashish, il consumo di droga in Italia ed in Europa ha raggiunto livelli allarmanti. L'immobilismo dell'esecutivo sta facendo danni incalcolabili al nostro Paese.
Speriamo di voltare pagina quanto prima".
Lo afferma Isabella Bertolini, vice presidente di Forza Italia alla Camera.

"Ci sono molte iniziative interessanti nel piano nazionale antidroga e per la prima volta l'Italia si allinea su indicazioni europee. Questo e' un aspetto innovativo e il vantaggio che puo' derivare dal sincronizzare le politiche italiane con quelle europee e' oggettivo". Cosi' Massimo Clerici, presidente della Societa' italiana psichiatria delle dipendenze (Sip.Dip), docente di psichiatria all'Universita' di Milano Bicocca, giudica il piano nazionale antidroga varato oggi dal Cdm. Il limite, secondo Clerici, "stara' nelle difficolta' di coordinamento tra ministeri diversi, e tra Regioni". Di fatto, secondo lo psichiatra, "ognuno potra' fare quello che vuole, perche' ciascuno ha la possibilita' di decidere dall'alto, sulla base di quelli che sono i propri progetti o le proprie scelte strategiche". Le Regioni, per esempio, dice Clerici, "che seguono un certo tipo di politiche sociali, e decidono di investire le risorse, per esempio, a favore degli anziani piuttosto che nella lotta alla droga, non potranno essere controllate. Viene a mancare- spiega Clerici- uno strumento come quello di un'agenzia centrale, come c'era nella precedente legislatura, e che per i problemi della tossicodipendenza si rivela fondamentale".
Molto positivo invece il giudizio sulle iniziative a favore del contrasto di altre dipendenze oltre a quelle dagli stupefacenti, dall'alcol, al doping, al gioco d'azzardo. "Era un'aspettativa di tutti gli operatori e delle societa' scientifiche- sottolinea il presidente SipDip-. E' un bene che, per la prima volta, si impostino politiche sulle dipendenze non solo da sostanze ma anche comportamentali, da uso di tecnologie, da Internet, da gioco d'azzardo. Tutte dipendenze in espansione, dopo le scelte fatte a livello governativo di legittimare certi giochi che incentivano il glambling". Anche il doping, aggiunge Clerici, "e' una realta' drammatica, anche se molto nascosta, ci sono gia' programmi antidoping nelle federazioni sportive americane, come quella di basket, e il fenomeno e' in espansione anche da noi". Le dipendenze, dice Clerici, "coinvolgeranno fasce della popolazione sempre piu' ampie, gli utenti che noi conosciamo sono solo quelli che arrivano ai servizi: l'Osservatorio europeo di Lisbona, che fa il monitoraggio sui Paesi europei, indica che solo lo 0,5% di chi ha un problema di dipendenza arriva i servizi, c'e' un sommerso grandissimo per uso di droga ma anche di sostanze legali come alcol e fumo". Conclude il presidente SipDip: "E' calcolato che una persona su 5, in Europa, si avvicinera' ad una droga, legale o no. Il panorama degli utilizzatori potenziali e' amplissimo. Il fatto che ora ci siano politiche dirette verso le dipendenze e' una strategia vincente per il prossimo futuro".
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS