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 ITALIA - ITALIA - 'Ha assunto ecstasy', ma non è vero: patente sospesa due mesi per errore. 'Può capitare'..
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Notizia 
29 ottobre 2023 17:32
 
Patente sospesa per sei mesi per guida in stato di ebbrezza, ma ha dovuto attenderla oltre due mesi in più a causa di uno sbaglio negli esami del capello, che avevano evidenziato erroneamente anche l’uso di droga.
È l’incredibile avventura che riferisce la protagonista, una donna della Castellana che nel febbraio scorso era stata fermata di notte dalle forze dell’ordine mentre guidava e sottoposta all’alcoltest che è risultato positivo: «Non contesto per niente l’esito», afferma la donna, «la legge parla chiaro: non ci si mette alla guida se si ha bevuto.
Ho sbagliato e ne ho accettato le conseguenze, ovvero patente sospesa per sei mesi come previsto. Questo, ovviamente, ha comportato grosse difficoltà, visto che per me l’auto è indispensabile per andare al lavoro. E proprio per questo ho voluto sbrigare tutte le pratiche per tempo, perché la patente mi fosse consegnata alla scadenza esatta».
Ma proprio quando sembrava tutto risolto arriva il problema: «La prassi prevede che ci si sottoponga a un esame del capello prima che la commissione medica dia il nulla osta alla riconsegna della patente. Cosa che pure ritengo giusta, perché uno deve essere “pulito” in tutti i sensi prima di tornare a guidare».
Le viene quindi praticato un doppio prelievo simultaneo del capello, uno per il test e uno per un possibile riscontro.
«Attendo ovviamente gli esiti, ma anche quando sono finiti i sei mesi di sospensione, non ricevo nessuna risposta. Sollecito in tutti i modi. Per farla breve, alla fine mi danno il responso: positiva ad hashish e ad ecstasy. Il mondo mi cade addosso, perché ovviamente non ho assunto sostanze: ma il test dice il contrario».
Il tempo passa e nessuno le dice più niente: «Alla fine, sempre dopo molte insistenze, sottopongono anche il secondo prelievo al test, che risulta negativo. La giustificazione mi lascia senza parole: un laconico “può capitare”. Il risultato è che per altri due mesi non ho potuto guidare».
Ma purtroppo non è il solo disagio che deve vivere: «Pensate cosa vuol dire passare per tossicodipendente con tutto quello che può comportare anche nei rapporti con la tua famiglia. Ho vissuto per due mesi con questo incubo di cui adesso voglio sapere le ragioni, perché non si può scherzare su queste cose. Io ho avuto la fortuna che tutti si sono fidati di me, della mia buona fede. Ma una cosa del genere, anche se è un errore, può avere dei risvolti pesantissimi nei rapporti famigliari e di lavoro. Perché non è stato fatto subito il riscontro con l’altro campione, prima di comunicarmi un esito che, oltre a rivelarsi sbagliato, poteva rovinarmi la vita?».

(Davide Nordio su La Tribuna di Treviso del 28/10/2023)


 
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