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 ITALIA - ITALIA - Guerra alla droga. Comandante e ufficiali Ros 'creavano traffici per reprimerli e fare carriera'
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14 aprile 2010 17:05
 
"All'interno del Ros, raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, c'era un insieme di ufficiali e sottoufficiali che, in combutta con alcuni malavitosi, aveva costituito una associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati, alfine di fare una carriera rapida". Questa è la tesi della procura di Milano che per bocca del pm Luisa Zanetti ha chiesto ai giudici dell'ottava sezione penale del Tribunale di Milano 18 condanne tra i 5 e i 27 anni di reclusione. 27 anni per Giampaolo Ganzer, il generale che comanda tuttora il Ros dei carabinieri, 27 anni per Mauro Obinu anche lui del Ros e poi passato al Sisde.
Entro giugno arriverà la sentenza di primo grado di questa vicenda giudiziaria intricata e complessa che fa riferimento a fatti avvenuti tra il 1990 e il 1997, cominciata a Brescia, poi trasferita a Milano a causa della presenza tra gli indagati del magistrato Mario Conte (processato da solo e a parte), quindi a Bologna e riassegnata dalla Cassazione al capoluogo lombardo quando erano scaduti tutti i termini per gli accertamenti.
Sulla base della mera lettura delle carte l'allora responsabile della Dda Ferdinando Pomarici, i pm Zanetti e Borgonovo chiedevano e ottenevano il rinvio a giudizio dal gup.
Ganzer, Obinu e Conte, secondo l'accusa, "promuovevano, costituivano un gruppo dedito alla commissione di una serie indeterminata di illecite importazioni e cessioni di ingenti quantità di eroina, cocaina e hashish, utilizzando la struttura, i mezzi e l'organizzazione dell'arma dei carabinieri, abusando della propria qualità di pubblici ufficiali". Il pm Zanetti in aula a sostegno di richieste di pesanti condanne in linea comunque con quello che prevede il codice soprattutto in presenza di un'associazione armata (non meno di 24 anni la pena) ha spiegato che Ganzer e gli altri ufficiali e sottufficiali dei carabinieri "deviarono gravemente dai loro compiti istituzionali come è emerso largamente dall'istruttoria dibattimentale".
Ganzer e Obinu, che secondo la procura "promossero e diressero un'associazione criminale", rispondono di avere importato in Italia a bordo della motonave Bisanzio, salpata da Beirut e approdata a Ravenna il 9 dicembre 1993, "119 kalashnikov, 2 lanciamissili, 4 missili e munizioni", destinati alla malavita organizzata e venduti in cambio di soldi che non si sa che fine abbiano fatto. In parte sarebbero stati usati per acquistare droga da utilizzare per giocare a fare i finti trafficanti in modo da incastrare quelli veri e in parte potrebbero essere stati oggetto di spartizione tra una parte degli imputati. Del resto è ignota la sorte di gran parte del denaro gestito da quella struttura interna al Ros.
Secondo gli inquirenti molti miliardi di lire sarebbero finiti nelle casse dei narcos colombiani e libanesi ai quali il nucleo dei Ros si rivolgeva per ordinare la droga da far arrivare ai trafficanti di fiducia in vista di operazioni presentate come blitz importanti contro la criminalità organizzata. Blitz che finivano con l'arresto di personaggi minori e il recupero solo di piccole quantità di droga. Ganzer e i suoi, inoltre, sarebbero andati oltre i limiti della legge che consente l'uso degli infiltrati e il ritardo nei sequestri di droga per arrivare ai vertici delle bande.
Ganzer non ha assistito alla parte finale della requisitoria del pm. "E' andato via perchè ha operazioni in corso - spiega uno dei legali - ma possiamo dire che è stato trattato peggio di un narcotrafficante". Il generale comunque aveva partecipato alla maggior parte delle udienze prendendo diligentemente appunti.
Adesso toccherà ai difensori del responsabile del piú importante apparato investigativo del paese dimostrare che la tesi della procura di Milano è infondata e che in ogni non esistono prove per condannare.
 
 
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